A un rabbi molto giusto fu concesso di visitare sia il purgatorio (Gehenna)* sia il Paradiso (Gan Eden, il Giardino dell’Eden). Prima venne condotto in purgatorio e udì terribili grida provenire dalle creature più tormentate che avesse mai visto. Si fece allora più appresso e vide che erano uomini e donne seduti a banchetto a una gran tavola apparecchiata con vasellame d’argento e porcellana finissima e imbandita coni cibi più prelibati che si possano immaginare.
Non potendo capacitarsi del perché soffrissero tanto il rabbi osservò più attentamente e vide che i loro gomiti erano invertiti, cosicché non potevano piegare le braccia per portarsi il cibo alla bocca. Poi il rabbi venne condotto in paradiso dove echeggiavano risa di gioia e di festa. Ma con sua grande sorpresa si imbatté in una scena esattamente identica: uomini e donne seduti a banchetto a una tavola sontuosa, imbandita con gli stessi manicaretti visti in precedenza; tutto era assolutamente identico, compresi i gomiti alla rovescia.
Solo un piccolo particolare era diverso: ognuno portava il cibo alla bocca del suo vicino e della sua vicina.
* Nella Tradizione, il concetto cattolico di un inferno come come luogo di eterna espiazione, in realtà non esiste.
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