Traendo spunto dal libro “Il Cammino di Maat”, ne riprendiamo alcuni brani inerenti all’interpretazione dell’antica scrittura egizia:
[…] Procediamo allora per gradi, iniziando ad analizzare il termine neter, che contraddistingue il concetto di Dio, in geroglifico
il cui significato letterale è FUNZIONE o PRINCIPIO.
Per quale motivo utilizzare una bandiera per esprimere il concetto di divinità?
Noi possiamo osservare che la bandiera contraddistingue un punto di riferimento, una direzione da seguire, così sono infatti gli dei per gli uomini; ma ancor più in profondità essa simboleggia lo strumento per mezzo del quale una forza che non è direttamente visibile si manifesta (sventolando lo stendardo), rivelando così la propria esistenza attraverso la constatazione e la verifica dei suoi effetti. Difficile scindere in una definizione del genere gli aspetti religiosi da quelli scientifici.
Consideriamo per esempio la legge di gravità: nessuno obietterebbe sulla sua esistenza, sugli effetti estremamente fisici e tangibili della sua forza. Eppure non la si può vedere, toccare, fissare, ed inoltre – cosa ancora più importante – non la si può eludere. Ecco perché Carl Gustav Jung incise sulla porta di ingresso della sua casa la massima: invocati o meno, gli dei sono presenti. Continua a leggere “Una lettura non comune dei geroglifici egizi”