Il pubblicano e il fariseo (non prendiamoci in giro)

Un uomo entra nei bagni pubblici. Comincia a orinare. A un tratto, all’altezza degli occhi, legge una breve frase che dice: “Guarda un po’ più in su!” L’uomo solleva lo sguardo e vede scritto: “Guarda ancora più su!” Rovescia un poco la testa all’indietro per riuscire a leggere: “Guarda ancora più su! Sul soffitto!” L’uomo, con la testa completamente piegata all’indietro, legge sul soffitto: “Cretino, ti stai pisciando sulle scarpe”.

Fino a quando cercheremo rifugio in una sorta di aspirazione al divino, non per guardarci con coraggio allo specchio, ma per scappare da questa tanto temuta visione, allora continueremo a girare intorno al vero nocciolo del problema.  

Troppo spesso e con troppa facilità ci dimentichiamo del processo che viene messo in gioco all’interno di un reale processo spirituale. Fortunatamente, ogni tanto ci si imbatte in qualche incontro o in qualche lettura che tenta di ricordarcelo.

È questo il caso di un’interessante riflessione estrapolata dal libro “Trattato di Psicologia Rivoluzionaria” di Samael Aun Weor, un maestro gnostico del ‘900.

Riflettendo un poco sulle diverse circostanze della vita, vale la pena di comprendere seriamente le basi su cui poggiamo. Continua a leggere “Il pubblicano e il fariseo (non prendiamoci in giro)”

Un insolito approccio alla Torah

Secondo la tradizione ebraica – e non solo – la Torah, ossia il Pentateuco, corrispondente ai primi cinque libri della Bibbia cristiana, è considerata come la rivelazione diretta di Dio. Diversamente, tutti gli altri scritti sacri sono considerati frutto di un’ispirazione divina.

La Torah parla esclusivamente dell’uomo e della sua relazione con Dio, descrivendo nei minimi particolari il processo iniziatico che ciascuno di noi è chiamato a compiere per riconoscere e liberare la sua natura divina. Pertanto, nel linguaggio biblico l’aspirazione verso il Creatore è chiamata Israele, mentre l’aspirazione a ricevere i piaceri del mondo è chiamata le nazioni del mondo.

I primi ostacoli in cui generalmente ci si imbatte nel voler affrontare con serietà e profondità lo studio della Torah, sono di carattere religioso-culturale. Non di rado, infatti, il Vecchio Testamento viene considerato come un libro sacro di seconda categoria se confrontato con il Nuovo Testamento; a volte viene addirittura considerato come un manuale dogmatico da seguire scrupolosamente per assicurarsi la protezione di un Dio geloso e vendicativo. Continua a leggere “Un insolito approccio alla Torah”

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