
Kun-Siuèn Ciòu chiese a Mencio: “Perché il sapiente non istruisce lui stesso i propri figli?”
Mencio rispose: “Non si può. Chi insegna deve insegnare le regole della virtù; se queste regole il suo discepolo non le mettesse in pratica egli si adirerebbe e dall’ira nascerebbe un reciproco malanimo. (Il figlio direbbe): come mai (mio padre) mi insegna virtuosi precetti ed egli per primo non vi si attiene? Di conseguenza padre e figlio verrebbero in disaccordo; e il disaccordo fra padre e figlio è un gran male. Nell’antichità si affidava a estranei l’educazione dei figli appunto perché padre e figlio non si debbono muovere rimproveri fra di loro con il guardarsi di cattivo occhio. E quale infelicità è maggiore di questa?”
Mencio, Libro IV, cap. I, 18.
Bibliografia:
Scritti di Mencio, Traduzione di Giuseppe Tucci, Luni Editrice, Milano, 2016.
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