L’importanza del Pinche Tirano per la crescita spirituale: una visione Tolteca

Nel percorso iniziatico e nella ricerca della crescita personale, spesso si cercano condizioni ideali: un ambiente tranquillo, mentori comprensivi e una vita priva di ostacoli significativi. Tutto deve andare bene, tutto deve essere tranquillo e liscio. Sicuri? Prendiamo la tradizione tolteca, così come riportata dagli insegnamenti di Carlos Castaneda: ben lungi dal proporre un’esistenza tra cuscini di seta, questa tradizione offre una visione radicalmente diversa – ed una prospettiva di crescita radicalmente diversa.

Toltec warrior

Nel contesto delle diverse prove iniziatiche per gli aspiranti guerrieri, una figura emerge in tutta la sua grandezza ed importanza: quella del Pinche Tirano, un “torturatore” – con le parole di Don Juan – “qualcuno che ha potere di vita e di morte sui guerrieri, o che semplicemente rende loro la vita impossibile”; dunque un elemento indispensabile per il progresso spirituale.

Il Pinche Tirano non è solo una figura metaforica; è spesso incarnato da una persona o da una situazione concreta nella vita dell’iniziato. Si tratta di un individuo ostile, critico, o persino insopportabile, che costringe l’iniziato a confrontarsi con le proprie emozioni, debolezze e limiti. Qualcuno che ha il potere di deprivare la sua vittima di gran parte della sua energia, nel nostro mondo, attraverso battute, azioni manipolatorie, scorrettezze, giudizi. Sebbene chi ne ha o avuto uno potrebbe pensare a qualcosa di diverso, nella visione tolteca questo tiranno spietato non solo non è un ostacolo da evitare, ma è addirittura un catalizzatore per lo sviluppo della disciplina, dell’umiltà e della capacità di mantenere il controllo interiore.

Uno degli insegnamenti fondamentali che i Pinchos Tiranos offrono, infatti, è la pratica del distacco. Davanti a un comportamento ingiusto o a un’ostilità costante, l’iniziato è chiamato a non reagire in modo impulsivo, ma a osservare, comprendere e mantenere la propria centratura. Questo processo non solo rafforza la volontà, ma aiuta anche a dissolvere l’ego, che tende a rispondere con orgoglio o vittimismo. Castaneda ci conduce infatti a riflettere sull’evidenza della questione: se qualcuno ci sottrae energia, è perchè noi glielo permettiamo, in qualche modo.

Dal punto di vista tolteco, ogni interazione con il Pinche Tirano rappresenta dunque un’opportunità per risparmiare energia. L’energia personale è una risorsa preziosa che spesso viene dissipata in emozioni negative, conflitti inutili e lamentele. Imparando a non lasciarsi trascinare nelle dinamiche distruttive del tiranno spietato, l’iniziato può accumulare energia e dirigerla verso il proprio intento spirituale.

Certo, la relazione con un Pinche Tirano può essere estremamente frustrante, ma proprio questa se affrontata con la giusta prospettiva, può trasformarsi in una fonte inesauribile di insegnamenti. Ogni insulto, ogni critica ingiusta, e ogni tentativo di minare la fiducia dell’iniziato diventa un’occasione per praticare la padronanza di sé. Come dicevano i toltechi, “Il tiranno non fa altro che mostrarci dove dobbiamo ancora crescere.”

In una prospettiva più avanzata, si arriverà addirittura a provare gratitudine per il tiranno spietato. Questo non significherà accettare passivamente comportamenti ingiusti, ma riconoscere che, senza queste sfide, non avremmo avuto l’occasione di sviluppare le qualità interiori necessarie per il cammino spirituale. Come scrisse Castaneda, i tiranni spietati sono i nostri maestri più severi, ma anche i più efficaci.

Applicare il principio nella vita quotidiana

Non è necessario cercare un tiranno spietato: spesso si manifesta spontaneamente nella forma di un capo difficile, un parente critico, o una situazione lavorativa stressante. La chiave sta nel riconoscerlo per ciò che è – un’opportunità mascherata – e trasformare il conflitto in una palestra per la propria evoluzione.

Nell’ottica Castanediana tratta dagli insegnamenti di Don Juan, ci sono tre tipi di tiranni:

  • I despoti e dittatori che, pur temibili, restano molto al di sotto della categoria del tiranno universale, la personificazione del male in un certo senso. Paragonati alla fonte di tutto, gli uomini più temibili sono dei buffoni; di conseguenza i veggenti li classificarono come meschini, piccoli, da poco: pinches tiranos, appunto.
  • La seconda categoria consiste in qualcosa meno del meschino tiranno, qualcosa che loro chiamarono pinches tiranitos, tirannucci meschini, persone che perseguitano e fanno danni ma senza di fatto provocare la morte di nessuno.
  • La terza categoria la chiamarono dei repinches tiranitos, tirannucci, i meschinetti, oppure dei pinches tiranitos chiquititos, i meschini tirannucci da niente, e vi inclusero le persone che sono solo esasperanti e moleste a più non posso.

In una cultura che tende a glorificare la comodità e il benessere superficiale, la tradizione tolteca ci ricorda quindi che le difficoltà sono strumenti preziosi per forgiare la nostra anima. Il Pinche Tirano è, paradossalmente, un alleato prezioso sul cammino verso la libertà interiore.

Sì, ma come fare per contrastarlo? Questo è proprio l’errore di fondo. Il Pinche Tirano non va contrastato, ma conosciuto. In particolare, va esplorato il potere che ha su di noi riconoscendo quali sono le nostre “aperture”: si tratta di immagine personale? Di paura? Di fantasmi del passato? Da quale finestra interiore lo lasciamo entrare?

Secondariamente, si può procedere solo ed esclusivamente facendo qualcosa di diverso. Ma qui ci fermiamo, perché a questo punto ad entrare in gioco è un apprendimento iniziatico di Scuola.

Incorporare il concetto dei Pinchos Tiranos nella nostra pratica spirituale richiede coraggio, umiltà e una visione profonda. È un invito a smettere di cercare di cambiare il mondo esterno e a rivolgere l’attenzione verso noi stessi, accogliendo le sfide come parte essenziale del nostro viaggio. Nell’arte tolteca della padronanza di sé, ogni conflitto si trasforma in uno strumento di crescita, e ogni tiranno spietato diventa, alla fine, un maestro.

Per approfondire ti consigliamo di leggere tutti i libri di Carlos Castaneda in ordine di pubblicazione. Quello che parla dell’argomento qui proposto è:

Carlos Castaneda, Il fuoco dal profondo, BUR Rizzoli, Milano, 2015.


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