Un alleato invisibile: il misterioso fattore Terzo Uomo | Psicologia esoterica

C’è un luogo al confine tra scienza e mistero, dove le esperienze più profonde dell’essere umano si intrecciano tra simbolismo e inconscio. In questo spazio emerge il fenomeno conosciuto come il fattore Terzo Uomo: un alleato invisibile – uomo o donna, o indefinito – un compagno silenzioso che si manifesta nei momenti più estremi, quando la mente e le emozioni sono sull’orlo della resa.

Ma chi è realmente questa misteriosa presenza? Una proiezione dell’inconscio, una guida spirituale o un meccanismo ancestrale di sopravvivenza?

Misticismo delle esplorazioni

Il termine “Terzo Uomo” è stato coniato da Sir Ernest Shackleton, un esploratore polare britannico, che descrisse nelle sue memorie la sensazione di una presenza che accompagnava lui e i suoi compagni durante il pericoloso viaggio di salvataggio nell’Antartide nel 1915, dopo l’inabissamento della famosa nave Endurance. Sebbene fossero in tre, percepivano costantemente una quarta persona che li guidava e sosteneva, fino a condurli alla salvezza.

Le storie di esploratori, alpinisti e sopravvissuti che dichiarano di aver sentito una presenza accanto a loro in momenti di estrema difficoltà sono innumerevoli e sollevano interrogativi profondi. Questi racconti non possono essere semplicemente ridotti a suggestioni o allucinazioni: c’è qualcosa di più, un enigma che sfida le spiegazioni razionali.

Le descrizioni di questo fenomeno hanno delle analogie incredibili quando vengono paragonate le testimonianze dei più grandi esploratori: Peter Hillary, Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay, Reinhold Messner, Charles Lindbergh, Joe Simpson, eccetera. Tutti loro riportano quella stessa, inspiegabile, presenza.

Il limite della Psicologia

Gli scienziati hanno ipotizzato che il Fattore Terzo Uomo rappresenti una strategia della mente per mantenere la lucidità e la speranza in situazioni critiche. Attraverso una sorta di sdoppiamento della coscienza, l’individuo crea un alter ego capace di offrire conforto, guida e persino consigli pratici.

Sono stati effettuati diversi studi e avanzate diverse ipotesi in merito; tuttavia, ciò che rende questo fenomeno ancora enigmatico e affascinante è il fatto che la presenza si dimostra spesso in grado di fornire indicazioni preziose e aiuti concreti, rivelando quindi una coscienza delle situazioni non spiegabile in modo logico e lineare.

La qualità archetipica e simbolica del Terzo Uomo è inoltre innegabile: una presenza che appare straordinariamente significativa per chi la vive, percepita da alcuni come una figura misteriosa mai vista prima, oppure con le sembianze di una persona cara deceduta.

E se questa presenza fosse un’antica memoria collettiva, un simbolo nascosto nelle profondità del nostro inconscio? Impossibile non trovare similitudini con gli angeli custodi o gli spiriti guida descritti dalle tradizioni spirituali di tutto il mondo. Una connessione che si attiva nei momenti di crisi, come se un’energia superiore rispondesse al grido dell’anima.

Parallelismi non scontati

Un parallelismo interessante si trova nel concetto di “Potere Superiore” utilizzato nei programmi dei 12 passi, adottati in tutto il mondo da gruppi come Alcolisti Anonimi, Giocatori Anonimi e altri. Anche qui, il Potere Superiore non è definito in termini dogmatici, ma è lasciato alla libera interpretazione individuale.

Semplicemente, ad un certo punto del percorso, che lo si voglia o meno, religiosi o atei, una presenza, tangibile, inizia ad entrare in gioco nella propria vita. Che si tratti di una divinità, di un’energia universale o di un aspetto più elevato della propria coscienza, il punto centrale è l’esperienza di sentirsi supportati da qualcosa di più grande nei momenti di bisogno.

Questa idea trova curiosamente eco anche nelle esperienze trascendentali e rivelatrici di molte tradizioni antiche, dove il contatto con presenze ancestrali avviene spesso in situazioni di isolamento e pericolo – basti pensare a Mosè sul Monte Sinai, a Gesù nel deserto o a Buddha sotto l’albero della Bodhi. In ogni tradizione, sembra che sia proprio l’uscita dal mondo ordinario e il confronto con uno stato di profondo stress a generare l’apertura verso il sacro o il divino.

Capovolgimento di prospettiva

Ma cosa accade quando non siamo al limite, quando non ci troviamo in pericolo di vita? Il Terzo Uomo è sempre con noi, celato dietro il velo della nostra consapevolezza? La vera provocazione non è tanto chiedersi se questa figura esista, ma comprendere come possiamo accedervi consapevolmente. E se proprio questo “Terzo” fosse la chiave per sbloccare un livello superiore di intuizione e conoscenza?

Il fattore Terzo Uomo è un mistero che attraversa i confini tra psicologia, spiritualità e filosofia. Rappresenta una sfida alla razionalità e un invito a guardare oltre le apparenze, verso quella zona liminale dove la mente umana può incontrare l’ignoto. Ma non basta un approccio sognante.

La nostra cultura ci ha viziati e coccolati al punto da introiettare l’idea di una spiritualità comoda, in pantofole, in salotto. Il Fattore Terzo Uomo capovolge invece questa prospettiva, suggerendo che sono al contrario proprio le situazioni di vita scomode e stressanti, quando non abbiamo più nulla da perdere, ad aprirci verso una misteriosa connessione.

E tu, sei pronto a incontrare il tuo Terzo Uomo?

Per approfondire: Geiger, John. The Third Man Factor: Surviving the Impossible. New York: Grand Central Publishing, 2009.


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2 pensieri riguardo “Un alleato invisibile: il misterioso fattore Terzo Uomo | Psicologia esoterica

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  1. Molto affascinante , mi viene in mente la correlazione con l’istinto , quel “crash” rivelatorio che ci imprime direttamente nel subconscio sensazioni , premonizioni o meglio ci suggerisce cosa fare o cosa dire ed il tutto nella frazione di pochissimi secondi… potrebbe essere il terzo uomo che parla alla nostra coscienza/parte animica o ancora una volta trattasi del “terzo uomo” che in maniera più velata e meno preponderante rispetto a quanto potrebbe essere in situazioni di stress e pericolo estremo si avvale della facoltà di aiutarci e guidarci.

    Un cosa è certa , tra il terzo uomo e noi c’è il libero arbitrio , un’esistenza in corso , sospesa nel tempo del vissuto corrente, e questo “spazio temporaneo” è soggetto agli oscillamenti del nostro piano vibrazionale e grado di evoluzione evolutivo e spirituale della nostra coscienza-

    Questo per dire che (secondo il mio ATTUALE punto di vista), i fattori ed entità esterne fanno il loro lavoro , e ci danno considerevoli aiuti in momenti di difficoltà e smarrimento ma allo snocciolo di tutto ciò svestendoci dei concetti astrusi e fuorvianti della mente razionale e i suoi derivati artificiali l’efficacia di questi aiuti e suggerimenti che arrivano da “attori terzi” IN PARTE dipende da noi , dal lasciarci guidare e permettere che dentro di noi ciò accada così da poterlo estroiettare sul piano fisico e materiale.

    Un abbraccio e grazie per la condivisione di questo interessante articolo.

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