Sorprenditi!

Tutti conosciamo gli slogan di certi personaggi famosi, come il celebre «Siate folli, siate affamati» di Steve Jobs. Un messaggio bello, per carità, ma forse più emozionale e momentaneo che realmente profondo e applicabile.

In altre parole: chi sarà mai riuscito davvero a far proprio questo slogan, a portarlo nella vita concreta, quotidiana? Normalmente questo tipo di messaggi infiamma i cuori nell’istante in cui li si ascolta, ma dopo pochi minuti tutto torna esattamente com’era prima.

Non perdiamoci d’animo però. Lasciamoci stupire dal fatto che slogan simili, molto meno noti ma infinitamente più densi di quella forza vitale e spirituale che può davvero lasciare un segno dentro di noi, pulsano dietro i veli delle antiche tradizioni, dove i concetti religiosi si dissolvono per far emergere gli insegnamenti iniziatici.

Volete un esempio? A questo punto, ci sembra giusto.

Ormai sapete che dietro le apparenze dei testi e dei simboli antichi si nascondono (quasi) sempre messaggi molto più profondi, che potremmo a pieno titolo definire come insegnamenti esoterici.

Uno di questi lo troviamo nell’Esodo 7,9 della Bibbia. Considerando, ovviamente, il testo masoretico* in ebraico, la lingua originale da cui derivano tutte le traduzioni cristiane che conosciamo.

In sintesi, quando Mosè e Aronne si presentarono dinnanzi al faraone per chiedere la liberazione del loro popolo, troviamo nelle versioni correnti questa richiesta rivolta ai due:

«Fate un prodigio!»

È la traduzione più comoda e coerente nel contesto narrativo. Ma, come spesso accade, nei testi iniziatici c’è ben poco di lineare. La saggezza ebraica, in particolare, vanta migliaia di anni di sperimentazione interiore.

Facciamo allora un passo indietro e guardiamo l’ebraico originale:

Tenù lakhem mofèt

La traduzione più letterale è:

«Date a voi stessi un segno.»

Parafrasando: fate qualcosa che sorprenda voi stessi.

A prima vista sembra un’assurdità, ma il faraone era un uomo molto intelligente, e la sua richiesta era tutt’altro che banale. Se Mosè e Aronne erano davvero guide spirituali, se erano davvero due iniziati, dovevano dimostrarlo sorprendendo prima di tutto se stessi, non gli altri.

Sorprendere gli altri può essere facile: con un gesto inaspettato, una frase ad effetto, una citazione brillante, un trucco di illusionismo o, perché no, qualche potere non ordinario.

Sorprendere se stessi, invece, è la più grande prova di forza per un essere umano, perché rivela la vera capacità di mutamento, di trasformazione interiore, di creatività e – soprattutto – di libertà dai propri automatismi. Rinnovare se stessi richiede una forza non comune, un lavoro interiore costante e sincero.

A questo punto non vi viene voglia di mettervi alla prova anche voi? Da dove iniziare, dunque?

Alla prossima occasione in cui vi trovate di fronte a una situazione che evoca in voi la solita reazione ciclica (eh sì, dovete aver già cominciato a osservarvi con una buona dose di onestà interiore) provate a reagire, a rispondere in modo diverso.

Un esempio semplice, ma degno di un iniziato con muscoli interiori da far impallidire Arnold Schwarzenegger: quando l’antipatico collega di turno vi provoca con i suoi modi fastidiosi, invece di schiaffeggiarlo nella vostra fantasia e poi lamentarvi con altri colleghi alle sue spalle, provate a invitarlo al bar, magari offrendogli un caffè e poi – colpo di scena – ditegli apertamente ciò che vi suscita e che vorreste che le cose cambiassero tra voi. Poi osservate con attenzione come evolverà la situazione da quel momento in avanti.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito… ognuno avrà le sue sfide e ciclicità. Insomma, provate a fare qualcosa di completamente imprevedibile a voi stessi. Sperimentate la Follia Controllata (per dirla alla Castaneda) di cui siete capaci.

In sintesi, provate a tenere vivo questo messaggio dentro di voi alla prossima occasione:

«Sorprenditi!»


*Doverosa precisazione non per sfoggio erudito, ma per ricordare che le possibilità di traduzione del testo ebraico più antico – privo delle vocali e punteggiatura inseriti successivamente dai Masoreti – sono pressoché incalcolabili, e possono rivelare continue meravigliose sfumature.

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