Tzedaqàh è il termine ebraico usato per indicare la giustizia, intesa nella sua accezione particolare di rettitudine, sfumatura che segna una differenza fondamentale per non incorrere in dicotomie riduttive di giusto e sbagliato.
Nello specifico la tzedaqàh, secondo la dottrina ebraica, rimanda all’idea della giustizia divina e sociale, quindi richiama lealtà, integrità e perfezione che portano equilibrio nel mondo; collegata all’idea di una giusta generosità, la tzedaqàh è insieme un atto di giustizia e un dovere morale per gli ebrei. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla Decima, ovvero la destinazione ai bisognosi del dieci per cento del proprio guadagno, il cui assunto è di non ritenere quello che abbiamo come nostro ma come un dono della Vita che chiede, dunque, di dare a chi ha di meno o troppo poco. Tale interpretazione, però, rischia di essere riduttiva perché, così intesa, escluderebbe implicitamente i meno abbienti dalla possibilità di dare qualcosa a chi ne ha bisogno.
Usciamo dunque da questo impasse chiarendo subito due punti fondamentali sulla tzedaqàh.
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