Il Verbo degli Uccelli

Nel poema più famoso del mistico persiano sufi Farid al-Din ‘Attar – Il Verbo degli Uccelli – si delinea un’impareggiabile metafora del Cammino che si prospetta di fronte a colui che decide di mettersi alla ricerca di se stesso.

Lungi dall’idea di poterne fare una sintesi esaustiva, illustreremo brevemente qui di seguito i punti chiave del poema, evidenziandone la simbologia sottesa.

Il poema si apre quando tutti gli uccelli del mondo decidono di radunarsi in una grande assemblea, ormai consci della necessità di trovare un re, per poter dare un senso e portare armonia nelle loro vite:

Dobbiamo unirci in fraterno sodalizio e partire alla ricerca di un re, essendo ormai chiaro che l’ordine e l’armonia non regnano tra sudditi privi di un sovrano.

L’Upupa (simbolo del Maestro, messaggero della realtà divina), l’uccello più saggio tra tutti, li convince ad intraprendere un difficile viaggio alla ricerca di un leggendario uccello (simbolo dell’Assoluto) che vive sull’albero dell’immortalità, l’unico in grado di rivestire a pieno diritto il titolo di re: Continua a leggere “Il Verbo degli Uccelli”

Diede a Rumi il suo maestro…

Rumi copiaShams di Tabriz, figura affascinante quanto enigmatica, un cuore senza limiti, uno spirito incontenibile al servizio della Via.

“Non mi importa del bene o del male. Preferirei spegnere le fiamme dell’inferno e dar fuoco al paradiso, così la gente potrebbe amare Dio per nessun altro motivo a parte l’Amore.”

Dopo averlo incontrato ed esser divenuto suo discepolo, Rumi scrisse le più belle e sottili opere poetiche del mondo islamico.

La natura degli insegnamenti che Shams di Tabriz gli trasmise rimarrà probabilmente un mistero, ma qualcuno ha ipotizzato che lo rese partecipe delle quaranta regole sufi: Continua a leggere “Diede a Rumi il suo maestro…”

Il Grande Pellegrinaggio: l’essenza del Sufismo

essenza_via_sufiPer la tradizione Sufi esistono due tipi di pellegrinaggi: il Piccolo Pellegrinaggio, ossia la visita si luoghi sacri, e il Grande Pellegrinaggio, ossia la ricerca di se stessi. Mentre il primo è consigliato a tutti, il secondo è consigliato solo a coloro che lo desiderano più di ogni altra cosa, e per tale ragione è riservato a pochi, anzi pochissimi (non basta infatti sentirsi religiosi o aderire a scuole spirituali).

Ma per coloro che sono stanchi o insoddisfatti dei piccoli pellegrinaggi, l’essenza del sufismo, non dissimile dall’essenza di qualsiasi altro processo iniziatico, viene in soccorso. Al-Hallaj (858-922) sintetizzò splendidamente i passi da compiere per il Grande Pellegrinaggio, così come sono stati evidenziati da Gabriele Mandel:

1 – “Sconvolgi il tuo parlare e sii assente alle chimere”. Abbandona le frasi fatte e luoghi comuni; usa con cura ed attenzione le parole in base al loro significato profondo. Sottraiti il più possibile dai mille discorsi oziosi, banali e banalizzanti che permeano le tue giornate: pettegolezzi, gossip, discussioni politiche o sportive, filosofie strampalate, lamentele, eccetera… tutti argomenti di cui, in definitiva, non sai nulla, e che poco e nulla potrebbero influenzare la tua crescita interiore. Tutto ciò conduce infatti a mantenere ed alimentare mille illusioni in merito alla vita, a te stesso e agli altri. Continua a leggere “Il Grande Pellegrinaggio: l’essenza del Sufismo”

Il Potere più grande di tutti

Coraggio, non nascondiamocelo: dentro ciascuno di noi si annida il desiderio di poter arrivare un giorno a padroneggiare qualche potere spirituale. A fin di bene, si intende, ma il sol pensiero è così elettrizzante che ci rende capaci di accettare anche molti compromessi pur di poter arrivare a quel giorno.

Molte organizzazioni “umanamente” spirituali ben conoscono questo bencelato meccanismo interiore, e riescono a sopravvivere proprio grazie ad esso. Le promesse aleatorie di un indefinito giorno lontano in cui potremo finalmente svelare quel segreto che abbiamo tanto atteso ed immaginato, sono i pilastri più sicuri per mantenere in piedi una struttura di carattere religioso.

Spesso e volentieri queste promesse sono solo frutto di voci che nascono e si autoalimentano tra i corridoi per poter mantenere alta la motivazione anche a fronte di palesi contraddizioni o delusioni. Il vero atto liberatorio è sicuramente quello di perseguire un Cammino che risuona dentro di sè senza dover fare affidamento alla promessa di un premio che, tra l’altro, nessuno conosce veramente.

Ma supponiamo per un attimo che si possa realmente accedere ad un Potere spirituale: saremmo veramente in grado di gestirlo? Continua a leggere “Il Potere più grande di tutti”

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