Il Potere più grande di tutti

Coraggio, non nascondiamocelo: dentro ciascuno di noi si annida il desiderio di poter arrivare un giorno a padroneggiare qualche potere spirituale. A fin di bene, si intende, ma il sol pensiero è così elettrizzante che ci rende capaci di accettare anche molti compromessi pur di poter arrivare a quel giorno. 

Molte organizzazioni “umanamente” spirituali ben conoscono questo bencelato meccanismo interiore, e riescono a sopravvivere proprio grazie ad esso. Le promesse aleatorie di un indefinito giorno lontano in cui potremo finalmente svelare quel segreto che abbiamo tanto atteso ed immaginato, sono i pilastri più sicuri per mantenere in piedi una struttura di carattere religioso.

Spesso e volentieri queste promesse sono solo frutto di voci che nascono e si autoalimentano tra i corridoi per poter mantenere alta la motivazione anche a fronte di palesi contraddizioni o delusioni. Il vero atto liberatorio è sicuramente quello di perseguire un Cammino che risuona dentro di sè senza dover fare affidamento alla promessa di un premio che, tra l’altro, nessuno conosce veramente.

Ma supponiamo per un attimo che si possa realmente accedere ad un Potere spirituale: saremmo veramente in grado di gestirlo?

Già, perchè molti (veri) saggi affermano che l’unica cosa che conta veramente è cercare di tenere sempre viva la domanda: chi sono io? Tutto il resto… “vi verrà dato in sovrappiù”, nel momento stesso in cui non avremo più bisogno di farne sfoggio o di usarlo come gingillino luccicante e stuzzicante per attrarre l’attenzione altrui e tenerla legata a noi.

Lasciamo la parola ad una toccante storiella Sufi:

“Devi assolutamente insegnarmi il sacro nome di Allah”, disse un novizio al maestro Sufi.

“Non mi pare che sei pronto”, disse l’altro. “Ma ti metterò ugualmente alla prova. Domattina all’alba recati alla porta principale della città e riferiscimi ciò di cui sarai testimone”.

Il novizio ubbidì e il giorno dopo, nel luogo indicato, vide un energumero maltrattare un povero vecchio.

“Quest’uomo è fortissimo”, pensò. “Se lo affrontassi, avrei la peggio”.

La sera stessa, il giovane narrò l’evento al suo maestro nei minimi dettagli. E, con tono di rimprovero, aggiunse: “Se oggi avessi saputo il nome segreto, quell’omaccione se la sarebbe passata male!”

Il maestro ascoltava in silenzio, senza replicare.

Allora il giovane sbottò, e disse: “Cosa c’è? Perchè non parli? Non pensi che abbia diritto a conoscere quel nome?”.

“Proprio no”, rispose il Sufi. “In effetti, mio irruento amico, il vecchio maltrattato non era altro che il mio maestro. Cioè l’uomo che mi rivelò, molto tempo fa, il sacro nome segreto di Allah”.

Alla faccia di tutti i “The Secret”… 

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