La nuova religione

Ci sarebbe molto da dire in merito a ciò che si intende effettivamente per politeismo e monoteismo, dato che non sempre quest’ultimo può essere considerato più “evoluto” del primo, e non sempre le due concezioni sono così diverse di come potrebbe sembrare (basti pensare all’adorazione dei santi nella tradizione cristiana).

Ma lasciando per un attimo in disparte questo tipo di approfondimento, l’autore del libro La religione degli etruschi, Giovanni Feo, delinea un interessante percorso religioso dell’essere umano, indicando proprio nel periodo attuale la necessità di compiere un ulteriore ampliamento di coscienza, una vera e propria rivoluzione religiosa.  

Gli studiosi di Storia delle Religioni si trovano generalmente concordi nel ritenere che nelle società umane il concetto di “religione” sia mutato nelle vari ere storiche, passando attraverso tre principali fasi. La prima, definita “feticista”, sarebbe la più antica, da riferirsi ai primi homo sapiens. Quei nostri progenitori avrebbero percepito la presenza di un potere superiore e non umano nei fenomeni naturali che toccavano in modo significativo la loro coscienza, senza però riuscire a definire i limiti di tali esperienze. Giunsero così a sviluppare il culto di particolari oggetti, “feticci”, come pietre, ossa, conchiglie e quant’altro che ritenevano impregnato di quell’ineffabile potere.

In una seconda fase vennero scoperti e utilizzati dei sistemi simbolici, utili a inquadrare quel potere in un insieme codificato e ben preciso. Prese allora forma una concezione di tipo “politeistico”, basata sull’idea di un pantheon di divinità governate da una suprema diade divina: una grande dea creatrice e al suo fianco il dio della fertilità. Nel pantheon governato dalla diade, altre coppie di dèi esprimevano i vari e diversificati aspetti del divino, aspetti inferi, celesti, marziali, generativi e ogni altro aspetto che interessava il comune vivere.

La terza fase è quella relativa alla nascita delle religioni “monoteistiche”, dove emerse la concezione dell’unicità del divino, il dio unico, padre di ogni creazione. Il limite delle religioni monoteistiche è nel riconoscere l’unicità di un solo Dio e al tempo stesso non riconoscere che quel Dio è lo stesso degli altri credi, dove la medesima credenza è solo formalmente diversa.

Il passaggio ulteriore che porterà ad una quarta fase evolutiva della coscienza, consiste nel riuscire a trascendere il senso apparente delle cose, di forme, simboli e nomi, per giungere ad una comprensione più profonda e più autentica della realtà.”

Forse, senza rinnegare la funzione svolta fino ad oggi dalle differenti religioni e scuole spirituali, ma anzi con gratitudine nei loro confronti per averci accompagnato e sostenuto nella nostra ricerca, è arrivato il momento di riconoscerle veramente e profondamente come “dita” che indicano la Luna.

Forse, è arrivato il momento in cui siamo chiamati a compiere l’ulteriorie sforzo di orientarci direttamente verso la “Luna”.

Forse, è più che mai ora possibile spogliarci di tutti i metodi e i concetti per adorare realmente il dio che tanto cerchiamo in Spirito e Verità, e non solo a parole…

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