C’è chi pensa che il Guardiano della Soglia sia un essere leggendario, esterno a noi, orripilante, antipatico e cattivo, e che a tutti i costi, contro la nostra volontà, vuole tenerci lontano dal nostro Dio interiore.
A chi vuole continuare a credere in questa immagine folcloristica, consigliamo un bel corso di autodifesa spirituale. A chi invece vuole fare qualche piccola riflessione in più, consigliamo di continuare la lettura…
Non occorre attingere a chissà quali filosofie esoteriche e misteriche per rintracciare informazioni sul suo conto; ne troviamo infatti traccia chiara e definita anche nel Cristianesimo. Ad esempio, è noto il passo del giovane ricco nel Vangelo:
Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» Gesù gli rispose: «[…] se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?». Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. (Matteo 19,16-30; Marco 10:17-27; Luca 18:18-27)
Certo, qualcuno potrebbe comodamente pensare che in quel preciso momento sia apparso tra il giovane e Gesù un grosso omone con occhi di fuoco e spada fiammeggiante per spaventarlo e farlo allontanare.
Qualcosa però, suggerisce che più probabilmente il giovane ricco abbia sentito una morsa allo stomaco di fronte alle parole di Gesù, ed infastidito sia scappato via sentendosi mortalmente offeso, leso nella sua libertà e, quasi certamente, incompreso.
Scendendo infatti più in profondità, la “ricchezza” non rimanda solo ad un eccesso di cose superflue tenute per sé (come denaro o possessi vari) ma anche ad un eccesso di idee e preconcetti ben radicati che ci mantengono chiusi nel nostro mondo, e soprattutto ci allontanano ed isolano dalle persone che ci circondano (il nostro prossimo).
Il Guardiano della Soglia non è quindi un’entità bruta al di fuori di noi, è piuttosto un’istanza interiore e profonda, una sorta di regolatore di ordinarietà che ha la funzione di mantenere la nostra coscienza in una zona di comfort/felicità apparente, in quanto comunque limitata e non duratura.
Inutile raccontarcela più di tanto… siamo fatti così: ogni qual volta la vita o gli altri mettono in discussione queste certezze alle quali non vorremmo mai rinunciare, la paura ci pervade ed ecco che il Guardiano si presenta per non farci accedere ad uno stato di coscienza più vasto, oltre la Soglia appunto.
Se ad esempio un tizio ci vedesse rubare una caramella e ci dicesse «Guarda che stai rubando una caramella», ecco che emergerebbe subito il sussurro del Guardiano della Soglia, che per ripristinare la nostra “serenità”, ci spingerebbe a cambiare prospettiva di osservazione: «Come osa costui darmi del ladro? Chissà quante cose avrà rubato, lui! Altro che una caramella! La sua osservazione è quindi priva di valore, anzi, è un’offesa oltraggiosa!». E così, ci liberiamo alla possibilità di scoprire qualcosa di nuovo su noi stessi.
Il guardiano della porta si identifica con il nostro ego?
Probabilmente è solo questione di convenzione sui termini, ma più specificatamente (perlomeno dal nostro punto di vista) il Guardiano della Soglia non corrisponde all’ego, così come un cane da pastore non corrisponde al greggie di pecore che controlla.
È proprio vero… la maggior parte degli “aspiranti discepoli” è alla ricerca di maestri che possano confermare le loro certezze e approvare le loro manchevolezze, e quando incontrano qualcuno che ha la forza di metterli difronte a loro stessi, ecco che se la svignano come il giovane ricco…