Dovremmo cominciare a rivedere sotto una nuova luce il detto: “Sei come San Tommaso”, e ritenerlo come un pregio, non come un difetto. Da secoli, e fino ai giorni nostri, è stato usato dai benpensanti per sminuire chiunque provi a mettere in dubbio la loro sacra verità, per chiunque cerchi di approfondire gli argomenti ponendosi domande, studiando sui libri, non accontentandosi delle apparenze e del nozionismo superficiale, ma cercando di costruire un proprio punto di vista il più possibile scevro da ogni condizionamento. È a queste persone, i cercatori, che suggeriamo di leggere il Vangelo di Tommaso.
Affrontando i vangeli canonici, molti di noi si saranno sorpresi e riempiti di meraviglia notando che, dopo secoli, le loro parole siano così attuali e rispondano alle problematiche più comuni dei nostri tempi. Costoro resteranno ancora più stupiti dinnanzi al Vangelo di Tommaso. Mai come di questi tempi in cui regna la confusione, in cui viene messa in luce la questione dell’oscuro luogo dove sembra essersi nascosta la verità, incontrare questa conoscenza ci è di enorme sollievo e sostegno.
Il Vangelo di Tommaso è uno dei tanti vangeli definiti apocrifi, così chiamati perché esclusi dal canone delle sacre Scritture dalla chiesa cattolica, in quanto non ne riconosce l’ispirazione divina. Si differenzia dai quattro vangeli canonici perché non si sofferma alle narrazioni relative alla nascita, ai miracoli, alla predicazione o alla passione di Gesù, ma comprende la raccolta di 121 detti o parole segrete che Gesù avrebbe rivelato a Tommaso. Fu scoperto nel 1945 in un vaso insabbiato nei pressi di Khenoboskhion in alto Egitto:
“Nascosto da un monaco con l’intento di preservarlo, proprio perché a quei tempi la chiesa, dopo il concilio di Nicea, mise al bando la letteratura così detta eretica che si andava pian piano strutturando”. (1)
È contemporaneo al Vangelo di Giovanni, ma mentre il Gesù di Giovanni domanda che si alimenti il credo per fede cieca, il Gesù di Tommaso esorta invece a cercarlo strenuamente dentro di noi e dovunque intorno a noi.
Ecco che risalendo il Vangelo di Giovanni, al versetto 20:19,25, troviamo le parole che pronunciò Tommaso quando i discepoli lo informarono di aver visto Gesù durante la sua lontananza. Egli disse:
Se non vedo non crederò.
Tommaso era infatti stato istruito da Gesù a constatare i fatti.
Provando a calarci nei suoi panni possiamo considerare queste parole, riportandole ai giorni nostri, come fossero un monito e allo stesso tempo uno sprone nel diventare esploratori, ad aprire gli occhi, a svegliarci ed essere attenti alla nostra esistenza. Sebbene abbiamo spesso delegato ad altri queste responsabilità – genitori, istituzioni, religioni – è arrivato ora il momento di prendercene carico e scoprire chi siamo davvero, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
In poche parole colui che si avvicina a queste scritture e ne resta catturato, è invitato a iniziare un serio Lavoro su se stesso. Non dimentichiamo inoltre che Tommaso era uno dei dodici apostoli, quello al quale Gesù aveva affidato le sue parole segrete e che lui scrisse appunto nel suo Vangelo.
Nei vangeli canonici Tommaso svolge sempre la parte del dubbioso, dell’incredulo. Ma è la verità? Se riteniamo che il compito del ricercatore sia quello di superare le comuni morali per cercare le risposte alle proprie domande, allora notiamo che il dubbio di Tommaso diviene esplorazione, incredulità e desiderio di ricerca della Conoscenza.
La chiesa del tempo, come tutti i suoi governanti, assomigliava molto a quella di oggi. Era infatti solita mettere in ridicolo chi venerava una diversa visione degli insegnamenti di Gesù, che essa reputava infedele e falsa perché non conforme ai propri interessi. Fin dal primo loghion infatti Tommaso ci invita a cercare:
Egli disse: Chi trova la spiegazione di queste parole non gusterà la morte.
Il Vangelo di Tommaso non è un testo che possa essere trattato con intellettualistica sufficienza. È l’inizio di un viaggio dentro alle parole, nel tentativo di codificare i significati profondi del messaggio Cristico. Tommaso mette in evidenza fin dall’inizio, come la ricerca, la curiosità e la conoscenza siano indispensabili per scoprire la verità sull’uomo e sull’universo.
Infatti, nel secondo loghion, Tommaso ci esorta e insiste nel cercare:
Gesù disse: Chi cerca non desista dal cercare fino a che non abbia trovato. E quando avrà trovato, sarà commosso, e quando sarà stato commosso, si meraviglierà e regnerà sul Tutto.
Quando si inizia questo tipo di viaggio non sai mai cosa ci si aspetta, e proprio per questo occorre ricordarci che si sta cercando un tesoro e che questo, come tutti i tesori, sarà ben nascosto e protetto, a volte da un drago, a volte da un muro invalicabile. Dipenderà dal nostro coraggio e da una sana incoscienza la possibilità di intravedere delle nuove immagini della nostra vita che riveleranno che un risveglio è possibile. Inizieremo a vedere la nostra vita da un’altra prospettiva, e ci accorgeremo che le cose esistevano anche prima, eravamo noi a non vederle, a non sentirle.
All’inizio si tratta di piccoli frammenti, piccoli flash, foto sfuocate che diventano più chiare. Cogliere questi attimi, rimanerne meravigliati e commossi è segno di presenza e sensibilità: abbiamo preso la strada giusta!
Note:
(1) Il Vangelo di Tommaso a cura di D. Kogen Curtotti, Edizioni Clandestine, Massa, 2017.
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Il Vangelo di Tommaso risente della filosofia gnostica e di quella indiana. In India ce una tradizione orale antica e dei manoscritti che parlano della presenza di Gesu in gioventu dove si sarebbe confrontato con la tradizione e la cultura locale. Nei Vangeli canonici non si parla della vita di Gesù tra i 12 e i 30 anni ed è molto probabile che in quel lasso di tempo abbia viaggiato. Queste influenze le ha poi trasmesse a Tommaso tra gli apostoli il più incline a riceverle. La chiesa ha considerato eretiche queste influenze oltre che non averle comprese. Se consideriamo il Vangelo di Giuda anche esso non è stato compreso e forse ritenuto scandaloso nel considerare il traditore per eccellenza come invece l apostolo più vicino a Gesù perché avrebbe collaborato con Lui nel piano di salvezza rivestendo il ruolo del traditore ruolo che nessun altro apostolo avrebbe saputo tollerare.