Romanzo celtico esoterico – Leggi il capitolo precedente
Dopo la sepoltura del Saggio Druido e la scomparsa del giovane allievo, la situazione nel villaggio stava peggiorando sempre di più. La giovane druidessa sapeva di essere l’unica in grado di trovarlo, ma allo stesso tempo non poteva abbandonare il villaggio in quella situazione. Decise quindi di utilizzare una magia runica.
Dipinse la Runa Isa, la Runa del ghiaccio e dell’immobilità, su tutti gli accessi del villaggio, nord, sud, est e ovest; questa Runa aveva il potere di bloccare il normale scorrere del tempo senza fermarlo, facendo sì che le azioni si cristallizzassero senza subire cambiamenti. Poi, mediante gesti e formule magiche, attivò la sua energia affinché tutte le attività all’interno del villaggio rallentassero durante la sua assenza. Informò Bran di mantenere viva la magia e disse: “Senza la mia presenza, l’energia della Runa potrà resistere al massimo per due lune. Spero di tornare entro quel tempo”. Bran chiese: “Come farò a mantenere viva la tua magia?”. La giovane druidessa lo guardò e Bran sembrò di vedere nei suoi occhi lo sguardo severo del Saggio Druido. Poi lei rispose: “Con un intento chiaro e indirizzando la tua energia verso la Runa. Bran, al mio ritorno avrò bisogno di te. Cerca di farti trovare”. Non disse altro, si girò verso la foresta e scomparve tra gli alberi.
La domanda che continuava a tormentarla era sempre la stessa: “E adesso, come lo troverò?”. Conosceva le sue abitudini e i suoi luoghi segreti, ma questa situazione era diversa. E se fosse partito per sempre? Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente quando decise di utilizzare la magia delle Rune. Estrasse la Runa Ehwaz dal sacchetto delle Rune. Questa Runa rappresenta l’unione del principio maschile con quello femminile; il giovane allievo aveva affermato che simboleggiava il loro legame e prima della sua partenza per la missione affidatagli dal Saggio Druido le aveva detto: “Io sono Teiwaz e tu sei Berkana, ci uniamo in un’unione cosmica. La somma delle nostre parti vale più del valore di ognuna singolarmente. Ricorda questa Runa, se un giorno dovrai cercarmi, io ti sentirò”.
Se lui era stato sincero e se il loro sentimento era reale, la Runa l’avrebbe dunque guidata fino a lui.
La druidessa prese saldamente la Runa nella mano destra, con l’intento ben chiaro nella sua mente. Il Saggio Druido, in un momento in cui lei aveva esposto dubbi sulla propria arte magica, le aveva detto parole che erano rimaste impresse nella sua mente: “La magia non risiede nelle formule o nei gesti, quelli sono solo una piccola parte. La magia è un pensiero focalizzato, sostenuto da un intento inflessibile. Se terrai questa verità chiara, nulla ti sarà impossibile”.
Al primo bivio, la Runa cominciò a vibrare, indicando la direzione da seguire. Se la giovane druidessa si allontanava dal percorso giusto, la vibrazione diminuiva, mentre aumentava se la direzione scelta era quella desiderata da lei con tutto il suo essere, corpo, cuore e mente. Quella vibrazione era così impercettibile che poche persone l’avrebbero ritenuta reale, ma lei era stata addestrata per questo. Molte volte durante il suo addestramento si era lamentata di non ricevere alcun messaggio magico; il Saggio Druido in quei momenti s’incupiva e aggrottava le sopracciglia, lei sapeva che in quel momento qualche insegnamento importante stava per arrivare: “La magia si manifesta attraverso una brezza leggera, non è il vento del nord o un temporale estivo. Solo un mago attento ed esperto è in grado di percepire il suo arrivo”. La giovane druidessa ricordava bene quel momento e quelle parole e non riuscì a trattenere una lacrima nel ripensarci.

La Runa adempì al suo compito fino a quando la giovane druidessa giunse all’imbocco di una grotta, dove smise di vibrare. Aveva seguito un sentiero non segnato attraverso boschi, prati e colline, senza mai avere la sensazione di essersi persa, mantenendo sempre focalizzato il suo intento. La giovane druidessa capì di essere arrivata a destinazione e ripose la Runa nel suo Sacchetto Magico, ringraziandola per l’aiuto ricevuto. Entrò nella grotta con sicurezza, convinta di trovare il giovane allievo al suo interno. Appena entrò, lo vide seduto in un angolo, il volto scavato dai giorni di digiuno e da evidenti segni di pianto. Teneva tra le braccia, raccolte sul petto, il copricapo che il suo Maestro gli aveva donato prima di partire. Avrebbe desiderato avvicinarsi, abbracciarlo, stringerlo al petto e fargli sentire tutto l’amore che provava per lui, ma non era quello il suo compito in quel momento; prima di tutto, era una druidessa e il suo compito era risvegliare la sua coscienza.
Lui alzò gli occhi e la guardò: “Hai usato Ehwaz per trovarmi, vero?”. Lei annuì, senza mostrare segni di felicità per aver avuto la conferma che il sentimento che li legava era forte e sincero, come lui le aveva detto.
Poi tornò il silenzio, che lei non interruppe. Spettava a lui spiegare, e così finalmente il giovane allievo parlò: “Perché mi ha fatto questo? Perché? Sapeva che sarebbe successo mentre ero lontano e che non avrei nemmeno potuto salutarlo. Ha preferito avere te al suo fianco, allontanandomi per una missione che si è rivelata inutile ora che lui non è più qui. Perché?”. Disse quest’ultima frase con un grido disperato, guardandola negli occhi, sperando che lei potesse dirgli qualche ultima frase, consolare la sua pena, forse comunicargli qualche ultima parola del suo Maestro, che per lui era stato molto più di un padre. Quando vide che lei rimaneva impassibile, continuò: “Non sono pronto per tutto questo, non sono in grado di prendere il suo posto, io non sono lui”.
La giovane druidessa si avvicinò lentamente e quando gli fu di fronte, scagliò uno schiaffo sul suo volto con forza, tanto da fargli sanguinare il naso. Era sorpresa da quella forza che non le apparteneva… quello era lo schiaffo di una mano maschile. Poi disse: “Presuntuoso, arrogante, vanitoso. Pensi solo a te stesso? Non capisci che lui ti ha allontanato perché avrebbe faticato a lasciare il suo corpo fisico, ora che la sua missione sulla Terra era compiuta? L’affetto che provava per te era così grande che ha dovuto allontanarti per ritornare tra i Maestri. Lui non ti appartiene, non ci appartiene, non appartiene a questo pianeta. È venuto in nostro aiuto per un breve periodo e noi abbiamo avuto la fortuna di vivere al suo fianco. Non capisci che Bran ha perso non solo il suo Maestro, ma anche te, il suo compagno sulla Via, tutto in un solo colpo? Non capisci che io ho perso il mio Maestro e il mio…” Non riuscì a pronunciare quella parola, che si soffocò in gola. “Non capisci che il Saggio Druido ci ha addestrato per anni per questo momento e, ora che è arrivato, tu stai scappando? Con quale rispetto pensi a lui? Con quale diritto piangi la sua partenza se ti comporti in modo disonorevole per la sua memoria? Non ti ha mai chiesto di sostituirlo, infatti non ha lasciato un nome come futuro capo dei Druidi. Ha chiesto a ciascuno di noi di dare il meglio di noi stessi nella direzione che lui ci ha mostrato, il resto ci verrà donato”. Ora era lei che aveva alzato la voce e le sue parole risuonavano nella grotta, facendo tremare le pareti.
Il giovane allievo, riprendendosi dallo shock, guardò la giovane druidessa quasi incredulo. “Sono un druido appena uscito dall’apprendistato, non so cosa fare adesso. Ho bisogno dei suoi consigli, del suo sostegno, del suo aiuto” disse sinceramente disperato.
La giovane druidessa lo guardò con determinazione. “Resta qui a piangere, io andrò da Bran e faremo del nostro meglio per fare ciò per cui siamo stati addestrati e che tu non hai il coraggio di fare. Sappi che, se vorrai, noi crederemo in te e saremo al tuo fianco in qualsiasi battaglia, ma solo se tornerai come Druido. Altrimenti, non sarai d’aiuto né per la nostra gente né a te stesso. Se così hai deciso, posso solo dirti addio”.
Dette quelle parole, uscì dalla grotta e si diresse verso il villaggio con la speranza nel cuore che lui la seguisse. Tuttavia, ciò non avvenne. Il Maestro l’aveva addestrata per affrontare situazioni come queste e molte altre durante i mesi trascorsi insieme. In un’occasione, quando aveva parlato dei suoi sentimenti per il giovane allievo, il Maestro le aveva parlato della forza del sentimento e del pericolo delle emozioni. Le aveva spiegato che le emozioni sono come cavalli che tirano un carro. Se i cavalli non vengono controllati da chi tiene le redini, porteranno il carro dove vogliono, senza una meta precisa. Ma se chi guida il carro è in grado di utilizzare la forza dei cavalli nella direzione desiderata, potrà compiere grandi imprese con quell’energia. Purtroppo, la maggior parte delle persone non riesce a controllare i cavalli e si ritrova spesso in luoghi sconosciuti senza sapere come ci sia arrivata. Il vero sentimento non risiede nelle emozioni come tutti pensano ma altrove e la sua veridicità si esprime quando si mette il bene dell’altro al primo posto.
Una druidessa è una donna e non deve dimenticare che la sua natura è influenzata dal ciclo della luna come essere femminile. Attraverso di lei, le energie si muovono con impeto e forza ed è quindi fondamentale il controllo delle emozioni, che non devono mai essere confuse con il sentimento. Solo così potrà amare veramente e profondamente, non solo il suo amato ma tutte le persone che richiamano il suo amore. Il Maestro aveva condiviso molte altre cose su di loro e il loro incontro, ma quelle rivelazioni rimarranno celate tra i misteri della Scuola dei Druidi.
La giovane druidessa giunse al villaggio durante la notte del secondo giorno, mentre le urla di battaglia echeggiavano in lontananza. La magia di Isa stava per esaurirsi e le forze del caos stavano prendendo il sopravvento sul villaggio. Il re della città fortificata, quel giovane guerriero che Bran e il giovane allievo erano riusciti, con non poche difficoltà, a convincere ad unirsi in battaglia, era arrivato con il suo popolo e approfittando della mancanza del giovane druido si era da subito autoproclamato capo, tra il malcontento generale. La giovane druidessa cercò di calmare gli animi, ma il suo potere non era così forte. Tutti cercavano quel druido che li aveva chiamati in battaglia e non trovandolo si sentivano legittimati a fare tutto ciò che volevano. Bran capì in quei momenti il vero scopo della loro missione e il perché il Saggio Druido aveva mandato loro a convincere i villaggi ad unirsi; l’unico che poteva fermarli era ora il giovane allievo e se non fosse arrivato sarebbe toccato a lui fare qualcosa. Le varie tribù erano pronte a combattersi proprio nel villaggio del Saggio Druido e le speranze di fermare i romani sembravano svanite.
Bran vide la giovane druidessa arrivare e la guardò con uno sguardo pieno di speranza, ma lei scosse la testa senza pronunciare una parola. Così, quel giovane ragazzo radunò tutto il coraggio che aveva e lanciò la sfida del fuoco al giovane re, colui che tanto lo aveva intimorito al loro primo incontro. Sapeva, in cuor suo, che non c’era altra possibilità per avere un unico capo che tutti potessero seguire.
“Ti sfido stanotte alla prova del fuoco”, disse con determinazione, sorprendendo tutti i presenti.

La prova del fuoco consisteva in un duello di lotta a mani nude di fronte a un fuoco acceso al centro del villaggio. Solitamente veniva svolta tra i guerrieri più forti di due villaggi in conflitto, così da evitare spargimenti di sangue inutili. Il fuoco, acceso dai druidi, rappresentava la volontà degli dei e il vincitore veniva riconosciuto come tale dagli dei stessi. Molti guerrieri erano morti bruciati dalle fiamme durante il combattimento, mentre alcuni, dopo aver perso la sfida, si erano gettati volontariamente nel fuoco per purificare la loro sconfitta e onorare la loro tribù.
Per Bran non sembrava esserci speranza, il giovane re lo superava in altezza e forza e non aveva mai perso uno scontro da quando era bambino. La giovane druidessa chiese a Bran di ritirarsi, di desistere, ma lui affermò che quella era l’unica possibilità, l’unico modo: solo vincendo davanti al fuoco degli dei, gli altri clan lo avrebbero riconosciuto come il capo prescelto e lo avrebbero seguito in battaglia. Lei sapeva che Bran aveva ragione e sapeva anche che sarebbe morto in quel duello, ma non c’era altra scelta per salvare la Foresta Sacra. Si avvicinò a lui e posò le sue labbra sulle sue con una dolcezza infinita, poi gli disse: “Sei molto coraggioso, il Maestro è molto fiero di te”.

La lotta stava per iniziare e tutti si erano radunati intorno al grande fuoco che illuminava il centro del villaggio. Improvvisamente, una leggera brezza che si trasformò presto in un vento si levò dalla foresta. Le fiamme presero vita e aumentarono la loro forza, alzandosi verso il cielo come lingue di fuoco altissime, per poi ritornare a terra sotto forma di draghi, emettendo dei sibili spaventosi. Tutti rimasero impressionati da quella potenza e si allontanarono dal fuoco, fuggendo in tutte le direzioni. Solo una figura rimase in piedi di fronte al fuoco, agitando il suo magico bastone e guidando quella danza: il giovane allievo era tornato, pronto a riprendere il suo posto di druido insieme ai suoi compagni. Dopo quella prova, dopo aver domato il fuoco degli dei, nessuno avrebbe osato non ascoltare le sue parole.

Bran non poteva credere ai suoi occhi quando rivide il suo compagno e amico avvicinarsi verso di lui e alla giovane druidessa. Il giovane allievo guardò entrambi negli occhi e disse: “Mi dispiace”. Bran gli gettò subito le braccia al collo, abbracciandolo calorosamente, mentre la giovane druidessa restò immobile. Dopo un momento il giovane allievo fece un passo avanti, per far rimanere quelle parole tra loro due e disse alla giovane druidessa: “Grazie per essere venuta a cercarmi”. La giovane druidessa rispose con freddezza: “Era mio dovere”. Ma non riusciva a trattenere una lacrima che si formava nell’occhio sinistro pronta a scendere; per non farsi vedere, fece un passo in avanti e lo strinse in un abbraccio che durò il tempo necessario per esprimere, senza parole, tutto ciò che entrambi provavano in quel momento.
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Trovo questo racconto molto bello quanto utile, i concetti come Amore , Lealtà, Coraggio assumono un significato profondo e diventano meno astratti
La Druidessa è un personaggio che mi affascina molto
Grazie ❤️
Racconto magico che dona armoniche emozioni
Grazie