Romanzo celtico esoterico – Leggi il capitolo precedente
Dopo la proclamazione del giovane re come capo dei guerrieri in battaglia, la situazione era migliorata nel villaggio. I romani si erano mossi dal loro accampamento e la battaglia era imminente. Il giovane druido, Bran, e la giovane druidessa erano intenti a cogliere i segnali intorno a loro. Il giovane allievo decise di consultare le Rune e così, insieme alla giovane druidessa e a Bran, si prepararono in una notte di luna piena a contattare il Signore delle Rune; l’oracolo avrebbe dato indicazioni sui futuri movimenti del Wyrd.

Entrarono nella foresta dove era situato il loro tempio, circondato da alberi di betulla. Accesero un piccolo fuoco al centro della radura e vi gettarono della resina di abete, profumo amato dal Signore delle Rune, Odino. Il giovane allievo puntò il suo magico bastone nei quattro punti cardinali, recitando delle formule magiche per proteggere la radura dall’entrata di forze avverse.
Prepararono come offerta al Signore delle Rune della frutta secca e dell’idromele, che versarono dentro un calice scolpito nel legno; quindi posero un tessuto sul terreno ed estrassero, con tutta la sacralità del momento, il sacchetto delle Rune. Il giovane allievo indossò il magico copricapo donato dal Saggio Maestro per aumentare la sua ricettività e la sua connessione al Magico Mondo. Aprì il sacchetto delle Rune mentre un raggio di luna illuminava la radura. Bran e la Giovane druidessa avrebbero vegliato sul suo corpo, perché nonostante la protezione, durante quel contatto l’anima dell’allievo sarebbe potuta entrare in contatto con gli spiriti della foresta e rimanere imprigionata fuori dal corpo.

I rumori della foresta si silenziarono quando il giovane allievo aprì il Contenitore delle Rune e lo offrì alla giovane druidessa perché ne estraesse una. La prima Runa estratta fu Hagalaz. La stessa cosa fece poi con Bran, che estrasse la Runa Raido, ed infine, per ultimo, il giovane allievo estrasse la Runa Teiwaz, che depose sul panno cercando di collegarsi al Signore delle Rune per ricevere il responso ed interpretare correttamente l’estrazione. Dopo qualche tempo, annunciò ai due ragazzi che il Signore delle Rune gli aveva parlato.
Hagalaz, una forza pari alla grandine, era caduta sulla loro gente. Questa Runa era associata ad Urd, la Norna del passato. Raido diceva loro che era arrivato il momento di mettersi in cammino; questa Runa er associata a Verdandi, colei che presiede il presente e arrotola il filo della trama del Wyrd. Infine la terza, Teiwaz, la Runa del dio Tyr, il signore della guerra, annunciava attraverso la Norna Skuld, colei che recide il filo della trama, che la battaglia era imminente e molte vite sarebbero state recise dalla loro trama. Molto di quel messaggio andava ancora studiato, meditato e ponderato; il messaggio delle Rune prendeva forma e si chiariva attraverso lo svolgersi della trama del Wyrd e il giovane allievo, ricordandolo costantemente, avrebbe ricevuto molte altre informazioni da quel tiraggio.
Il giorno seguente si radunarono con tutti i guerrieri, con a capo il giovane re. Il giovane allievo espresse quanto le Rune gli avevano confidato: “L’ora della battaglia è arrivata” e un urlo di giubilo sottolineò quelle parole tra i guerrieri. “Dobbiamo muoverci con furbizia e astuzia, non dobbiamo affrontarli direttamente in campo aperto, così Tyr l’astuto dio della battaglia mi ha parlato”.
Il giovane re si alzò di scatto, guidato dal suo irruente spirito: “Non siamo donnicciole, noi siamo guerrieri, faremo vedere ai romani chi è il nostro popolo in battaglia e li ricacceremo da dove sono venuti”. Urla di approvazione si alzarono tra i guerrieri. Il giovane allievo fece risuonare il suo bastone magico e tutti tacquero. “Le Rune sono state chiare, una grandine si sta abbattendo sulla nostra gente, se non saremo uniti nel seguire le loro indicazioni, ci aspetta morte e devastazione”. Il giovane re, rinsavito, prese la parola: “Ascolteremo le parole del Druido, così ci è stato insegnato da generazioni”.
Il giovane allievo rimase per un attimo stupito, fu grato di quell’intervento che rinforzava l’amicizia e la fiducia appena nata e si riprese subito: “Io, Bran e la giovane druidessa disegneremo su tutte le vostre armi la Runa Teiwaz, per ricordare ad Odino che stiamo combattendo per una giusta causa; lui darà forza alle vostre spade e durezza ai vostri scudi. Domani partiremo per la foresta sopra il lago, dove attenderemo i romani e decideremo il punto dove attaccarli”.
Le voci che molti villaggi erano già stati attaccati e distrutti dai romani erano arrivate ai giovani druidi e non solo. La giovane druidessa, vedendo il giovane allievo cupo in volto, gli chiese: “Cosa ti hanno mostrato le Rune?”. Il giovane sapeva che era impossibile nascondere i suoi pensieri alla giovane. Così, le raccontò i suoi dubbi e le disse che non sapeva se stava interpretando il tiraggio delle Rune mosso da alcune paure, la prima delle quali era di non essere all’altezza del ruolo che gli era stato affidato e che ciò avrebbe potuto sfalsare il loro reale significato. Stava conducendo un popolo in battaglia e sentiva addosso tutta la responsabilità di quei momenti. Poi disse: “Se solo Lui fosse qui con noi, se solo potessimo rivolgerci a Lui per avere consiglio”, alzò gli occhi sapendo che non avrebbe trovato il conforto della giovane druidessa, ma guardandola si sorprese nel vedere il suo sguardo addolcirsi mentre gli diceva: “Parliamo un attimo. Quando tu e Bran siete andati in missione tra i villaggi ed io sono rimasta sola con il Saggio Druido, sono stata istruita su molte cose. Mi ha parlato a lungo di questo momento e mi ha detto che ogni decisione importante, in ogni tiraggio di Rune, lui sarà lì a guidare i nostri cuori e le nostre menti; tutto quello che succederà sarà il meglio che potrà succedere in quell’esatto momento, se ricorderemo e agiremo secondo i suoi insegnamenti”.
Il giovane allievo era completamente disorientato e chiese: “Perché non me l’hai detto sin da subito?”. La giovane druidessa aveva risvegliato i ricordi degli ultimi giorni passati con il Maestro e dovette trattenersi per non commuoversi. “Mi aveva detto anche questo, avrei dovuto parlarti solo quando avessi preso coscienza del tuo ruolo, mi disse: ‘Lascialo piangere quando farà il bambino tradito e abbandonato, lascialo piangere quando ti dirà che non è all’altezza, lascialo piangere quando cercherà da te la conferma di essere un Druido’”. Non riuscì a trattenere una lacrima, ricordando gli ultimi istanti passati con il Saggio Maestro, che il giovane allievo asciugò con dolcezza. “Alla fine mi disse: ‘I segreti della trama del Wyrd sono a volte inestricabili e insondabili, solo alcuni potenti Druidi hanno il potere di districarne la matassa, ma il più potente dei Druidi è colui che sa accettare i suoi intrecci ed entrare nella trama del Wyrd seguendone l’energia, alla stessa stregua di chi non combatte contro le rapide di un fiume ma si fa accompagnare da esse, cavalcandone i flutti senza timore, aspettando che il fiume si faccia calmo, solo allora potrà riprendere in mano i fili della sua trama. Tutto ciò che avviene segue un disegno preciso per coloro che nella vita tengono come faro l’Insegnamento’”. I due rimasero in silenzio per qualche minuto, dove la presenza del Maestro scese in mezzo a loro, poi il giovane allievo disse: “Lascia, adesso, che ti parli di Bran e del suo Wyrd…”.
Il villaggio fremeva di un’energia pulsante; tutti si stavano preparando all’imminente battaglia e ognuno aveva il suo compito. Tutti chiedevano ai giovani druidi quando fosse il giorno della partenza. Nelle sere dinnanzi al fuoco, Bran raccontava storie di eroi e di battaglia e ogni guerriero sognava in cuor suo di ripetere quegli atti eroici, di far vedere il suo coraggio e il suo valore, così che le sue gesta sarebbero state raccontate ai suoi figli e ai figli dei loro figli per intere generazioni.
Il giovane re si presentò dinnanzi al suo amico, seduto sulla collina in solitudine da qualche giorno, immobile, ad osservare il cielo dinnanzi a sé: “Sono dieci lune che i guerrieri sono pronti alla partenza, cosa stiamo aspettando?” Il giovane allievo non si mosse e non disse una parola. Il giovane re rimase infastidito da quell’atteggiamento e stava per replicare a suo modo, quando il giovane allievo alzò una mano in segno di silenzio.

Altri interminabili minuti passarono e quando il giovane re stava per esplodere in un attacco di rabbia, uno stormo di anatre si alzò in volo, in formazione perfetta, puntando verso sud. Solo un’anatra si staccò dal gruppo, dirigendosi in direzione opposta; questo era il messaggio che attendeva. Si alzò in piedi, passò di fianco al giovane re e disse: “Domani si parte!” L’altro rimase attonito e chiese: “Dove stai andando?”. “Ho una missione da compiere”, rispose in tono serio il giovane allievo.
Quella sera il giovane allievo chiamò Bran e la giovane druidessa. I tre parlarono a lungo dell’Insegnamento, del Saggio Druido, delle Rune e dei loro messaggi, di come sarebbero stati i giorni a venire, delle prove che li aspettavano e della forza che sarebbe stata loro richiesta. Bran si stupì di essere in grado di sostenere tutti gli argomenti relativi all’Insegnamento; la sua conoscenza era cresciuta nell’ultimo periodo e le prove che aveva sostenuto avevano dato maggiore forza ai suoi pensieri, rendendo pratiche le sue conoscenze. La giovane druidessa aveva raccolto nel bosco tantissime erbe medicinali con l’aiuto di Bran ed era pronta ad esercitare l’arte magica della guarigione. La notte era scesa profonda e il fuoco nella capanna si stava lentamente spegnendo quando Bran disse: “Andiamo a dormire, domani all’alba ci aspetta un lungo viaggio”. I due ragazzi si guardarono e il giovane allievo disse: “Bran, tu non verrai con noi!”. La faccia di Bran si fece cupa. “Non ho capito”. “Tu non verrai con noi, domani”. Bran fece una smorfia di risentimento, poi disse: “Io non starò qui da solo, ad aspettare il vostro ritorno. Sono mesi che mi preparo per questa battaglia e verrò con voi”. Il giovane allievo, con tono pacato ma fermo, disse: “No, non resterai qui al villaggio. Tu partirai, ma non con noi, andrai a nord”. Bran sembrava ancora più stordito e abbattuto: “No, io verrò con voi, non potete farmi questo, non potete e poi l’abbiamo sempre detto che dobbiamo restare uniti”. Disse quelle ultime parole con le lacrime agli occhi, rivolgendo lo sguardo verso la giovane druidessa dalla quale era sicuro avrebbe trovato una parola di conforto e di sostegno. Ma ciò che vide lo lasciò ancora più stordito; lei era d’accordo con il giovane allievo. Il suo sguardo era fermo e lucido, nessun cenno di emozione traspariva dal suo volto. La disperazione di Bran crebbe a dismisura; si sentiva ad un tratto abbandonato da coloro che credeva essere la sua famiglia. Era disposto a morire con loro e per loro, ma non era disposto ad essere abbandonato.
Cominciò a gridare, piangendo come un bambino e, con la voce rotta dal pianto, disse: “Non potete lasciarmi solo, vi prego, non potete, voi siete la mia famiglia”. Poi giocò la sua ultima carta rivolgendosi al giovane allievo: “Il Saggio Druido mi ha affidato a te ed il mio addestramento non è completo, non puoi lasciarmi qui, non puoi lasciarmi solo, tradiresti la sua memoria”. Ma nemmeno quelle parole furono utili per scalfire il cuore del giovane allievo che parlava in nome di un bene più grande e così rispose: “Bran, fratello mio, ricordi che ti ho trovato in un bosco solitario mentre cercavi il Saggio Druido? Eri solo un ragazzino, ma il tuo coraggio ti aveva spinto a metterti in viaggio alla ricerca del tuo Maestro. Oggi devi ritornare in cammino perché il tuo addestramento è stato completato. Il tuo Wyrd non appartiene né a questo luogo né a questo momento, sia la Runa che hai pescato, Raido, sia il volo degli uccelli, lo hanno confermato. È il momento per te di rimetterti in viaggio. Andrai verso nord ed attraverserai il mare fino a che troverai un’isola dove fermarti e portare il nostro Insegnamento, dovrai istruire altri allievi e formerai nuovi druidi; facendo questo farai sì che le nostre Tradizioni continuino e l’Insegnamento del Saggio Druido non venga dimenticato. Nelle mie visioni ho visto una Foresta Sacra, un luogo ricco di energia che dovrai trovare, consacrare e proteggere, un luogo che i romani faranno fatica a raggiungere. Questa è adesso la tua missione, le nostre Tradizioni e tutti i nostri dei potrebbero essere distrutti e non possiamo lasciare che questo accada, lo capisci vero?”
Bran rispose: “Non voglio separarmi da voi, vi prego non adesso. Quando mi hai trovato nel bosco ero solo, senza nulla da perdere, senza nessuno che si interessasse di me. Adesso ho voi e non voglio perdervi”. Il giovane allievo riprese allora la parola dicendo: “Bran, tu mi parli come se non conoscessi il Wyrd e i suoi intrecci, parli come una persona qualsiasi che pensa che la vita sia composta di momenti disuniti tra loro. Le gocce di acqua che formano una cascata non sono forse parte della stessa acqua che forma un lago? Gli occhi di un Druido non frammentano il tempo in azioni separate, tutto è unito, le nostre vite sono unite e questo momento non è che un piccolo frammento di un lungo percorso cominciato qualche vita fa e che continuerà per altre vite”. E finì dicendo: “Noi saremo sempre uniti, ricordati che il Maestro verrà a prenderci quando lasceremo questo corpo e ci condurrà con lui in un’altra missione, lì ci ritroveremo ancora insieme”.
Bran smise di piangere, sentiva quelle parole vere provenienti non dal giovane allievo ma da qualcosa di più grande che in quel momento rappresentava. Sentì in quell’istante un’incredibile forza spingerlo avanti verso ciò che oramai era chiaro sarebbe stata la sua missione. “Come farò a trovare la strada da solo, come farò a sapere che sono nel posto giusto?”
La giovane druidessa si avvicinò e gli porse un oggetto avvolto in un tessuto color avorio con delle trame di colore rosso disegnate sulla superficie che rappresentavano la trama del Wyrd. Niente veniva fatto a caso nel mondo dei druidi, tutto doveva avere un significato simbolico. Ogni utensile, ogni stoffa, ogni cosa aveva il suo significato e il suo utilizzo doveva ricondurre colui che lo usava a collegarsi con il piano delle energie che si muovono dietro ad ogni cosa, dando così un significato simbolico ad ogni attività.
Bran rimase stupito di quel dono, prese nelle sue mani il tessuto e lo aprì lentamente, mentre compiva quel gesto la giovane druidessa gli disse: “L’ho fatto per te, adesso è arrivato il momento di dartelo”. Quando ebbe scoperto l’ultimo lembo rimase sorpreso nel vedere un copricapo sciamanico di una bellezza inaudita, costruito con le corna di un giovane cervo, molto simile a quello che il Saggio Druido aveva regalato al giovane allievo. Alzò gli occhi verso la sua amica che disse: “Quando avrai dei dubbi ed avrai bisogno che le Rune ti parlino, potrai indossarlo e vedrai che otterrai tutte le risposte necessarie. Ricordati che il Saggio Druido non ti lascerà mai solo e potrai sempre fare affidamento a lui. Bran era commosso da quel gesto, adesso si sentiva un druido, gli mancava solamente una cosa. Mentre pensava a questo non si accorse che il giovane allievo aveva preso qualcosa di nascosto in un angolo della capanna e glielo stava porgendo: “Cercavi questo?” Glielo disse con un sorriso d’affetto che fece commuovere il cuore del suo amico mentre gli porgeva un bastone con intarsiate tutte le Rune. “Ecco prendi questo magico bastone, ti accompagnerà nel tuo viaggio, ti proteggerà e ti indicherà il cammino quando necessario, caricalo di tutta la tua energia come hai imparato, conosci le sue venature e i suoi misteri; l’albero da cui proviene è un albero forte e saggio, collegati alla sua energia e diventerà compagno prezioso nel tuo cammino”.
I tre ragazzi si abbracciarono per un saluto finale; sarebbe stato troppo doloroso ritrovarsi l’indomani e separare le proprie strade in direzioni opposte dopo aver vissuto per molti anni come fratelli e decisero così di dirsi addio in quel momento. Il loro Wyrd si separava ma sapevano molto bene che i fili intrecciati fino a quel momento si sarebbero ritrovati, prima o poi, se non in questa, in un’altra vita.
L’indomani mattina Bran si alzò all’alba, tutto il villaggio era in fermento per l’imminente partenza, nessuno si accorse di quel giovane druido che prendeva la via del bosco verso nord, in solitudine, appoggiato al suo bastone. Quando arrivò in cima alla collina si voltò indietro a salutare per l’ultima volta quel villaggio, che vedeva in lontananza e che l’aveva ospitato con affetto, dove aveva vissuto a contatto con il suo Maestro. Quando fece per voltarsi si accorse, ai bordi del villaggio, di due figure orientate nella sua direzione immobili in mezzo al trambusto che guardavano nella sua direzione, fece un sorriso, si commosse per un attimo pensando ai suoi amici dai quali si stava separando per sempre, poi si voltò per andare incontro al suo Wyrd.
Ascolta il capitolo in formato podcast:

