La Cerimonia Magica – Dialoghi con il Druido (cap. 16)

Romanzo celtico esoterico – Leggi il capitolo precedente

Dopo essere partiti dal villaggio, il popolo dei Celti, guidato dal giovane re, era giunto al grande fiume dove i Romani si erano accampati ed erano pronti ad affrontarli. Il giovane druido sapeva bene che affrontarli in campo aperto sarebbe stato molto rischioso, ma il suo popolo combatteva senza strategia, uomo contro uomo, per dimostrare il proprio valore e coraggio. Era giunto il momento di lanciarsi in battaglia ed il giovane re, prima di dare l’ordine di attaccare, si consultò con il suo druido.

Quest’ultimo disse: “Non possiamo attaccarli direttamente, il loro numero è superiore al nostro e le stelle non sono propizie; non è il momento di sferrare il nostro attacco”. Il giovane re rimase un attimo in silenzio e poi rispose con sicurezza: “I guerrieri si sono preparati per mesi alla battaglia, non possiamo più aspettare. Se dovessimo ritirarci, perderebbero fiducia in me pensando che io abbia paura. La nostra regola ci insegna che davanti al nemico non si fugge né ci si nasconde, ma si avanza; la morte non ci spaventa quando accade in battaglia. Guardali! Tutti loro sono cresciuti aspettando questo momento, desiderosi di morire con onore. Vorresti chiedere loro di aspettare? Non possiamo permettercelo. Domani mattina, alle prime luci dell’alba, sferreremo il nostro attacco; i guerrieri hanno già cominciato i preparativi per entrare in battaglia, niente può fermarci ormai, le norne hanno cominciato a tessere la nostra trama: se domani Skuld dovesse tagliare il filo della nostra vita, sarà una morte degna di un guerriero.”

La giovane druidessa si avvicinò al giovane druido, mentre osservava, con estrema preoccupazione, la preparazione dei guerrieri alla battaglia da sopra la collina. “Dobbiamo usare la nostra magia per sostenere i guerrieri”, disse appena gli fu vicino. Il giovane allievo si voltò e la guardò negli occhi, stupito ogni volta nel vedere come il suo sguardo, forte e determinato, toccasse una parte di lui che non aveva ancora avuto il coraggio di esplorare completamente. Il giovane allievo rispose: “Domani servirà anche il mio aiuto in battaglia; devo prepararmi al combattimento, voglio essere vicino alla mia gente e combattere al loro fianco, alla fine gli ho portati io fino a questo punto”.

La giovane druidessa lo guardò con sguardo attonito e, completamente distaccata dal momento difficile che stavano vivendo, disse: “No! Non è questo il tuo compito. Sei stato addestrato per anni come druido; adesso io e te dobbiamo attivare il potere della Magia attraverso le Rune. Lanceremo il nostro attacco magico verso l’esercito nemico e sosterremo i nostri guerrieri con la magia; dobbiamo costruire un Sigillo magico”. Il giovane allievo sembrava in uno stato di trance, non capiva completamente le parole della sua amica, ma dalla sicurezza con cui le aveva pronunciate, era chiaro che non provenivano direttamente da lei ma da un contatto superiore che indirizzava le sue espressioni e le sue azioni. Lei sapeva qualcosa di cui lui era all’oscuro, la cosa lo incuriosiva visto che fino a quel momento l’unico ad occuparsi delle arti magiche era stato solo lui.

Mentre erano intenti nell’intaglio dell’immagine, dopo averla costruita insieme associando le Rune, il giovane allievo chiese alla giovane druidessa se il Maestro avesse mai parlato con lei dell’esito finale della battaglia. Era la prima volta che lui le chiedeva apertamente del Saggio Druido, era la prima volta che affrontava direttamente la sofferenza della sua scomparsa e del non essere stato presente per salutarlo prima della sua morte. Lei, guardandolo stupita, rispose premiando il suo gesto di coraggio: “Non è mai entrato nello specifico; mi disse che la trama del Wyrd non era ancora chiara, molti fili si intrecciano in una battaglia e le sorti sono legate a molti fattori. Mi disse inoltre che noi avremmo potuto essere utili alle sorti dello scontro mettendo in pratica quanto Lui ci aveva insegnato. Aggiunse che alla fine, tutto torna alla fonte da cui nasce, l’importante è aver vissuto sino in fondo le esperienze che la vita ci chiede di fare. La trama del Wyrd dell’essere umano è inserita in un disegno molto più grande di lui, del quale non può vedere né l’inizio né la fine. I fili che compongono questa vita sono solo un’infinitesima parte di tutta la trama che lo circonda”.

Poi, con un coltellino, finirono d’intagliare un pezzo di legno per creare il Magico Sigillo attraverso le Rune emerse durante il loro raccoglimento. La cosa che diede forza e sicurezza fu il fatto che, dopo essersi focalizzati sul loro intento, le tre Rune emersero automaticamente tra i loro pensieri. E ciò che li rafforzò maggiormente fu il fatto che erano le stesse per entrambi: Wunjo, la Runa dell’energia dell’unione, per portare il loro intento al successo desiderato; al centro, Thurisaz, la Runa di Thor, del guerriero coraggioso che combatte contro i Giganti, che loro identificavano nei Romani venuti a portare il caos nel loro regno; e alla fine, Sowulo, per simboleggiare l’energia potente e inarrestabile del fulmine. Unirono così le tre Rune in un unico Simbolo che formasse un’unica Runa e lo intagliarono in un pezzo di legno di Tasso.

La mattina seguente i guerrieri erano pronti a lanciarsi in battaglia; il giovane allievo e la giovane druidessa raggiunsero un luogo prescelto nel bosco, un bellissimo bosco di betulle con un laghetto al centro alimentato da un ruscello d’acqua. Non prima di aver donato vigore ai guerrieri con una pozione fatta appositamente dalla giovane druidessa con poche, ma preziose, bacche di tasso e un misto di radici che lei conosceva bene. Questa pozione, associata al suono dei tamburi da guerra, fatti di legno e pelli animali avrebbe donato loro quel magico furore che veniva temuto da tutti i popoli che li affrontavano: per i guerrieri il suono dei tamburi avrebbe invocato gli spiriti e i gli dei guerrieri, portando protezione e potenza alla tribù durante il conflitto.

Nella radura prescelta, estrassero il pezzo di legno dove avevano intagliato il Magico Sigillo e lo deposero sopra una coperta che la giovane druidessa aveva posto al centro della radura. Poi si avvicinò al giovane allievo, lo guardò negli occhi e gli disse: “Adesso devi fidarti di me!”. Lo disse con una voce che non ammetteva repliche e il giovane allievo capì che stavano entrando in una Cerimonia Magica di grande forza. Gli prese la mano e lo accompagnò sulla sponda del lago; si arrestarono qualche secondo, uno sguardo per confermare che lui l’avrebbe seguita qualsiasi cosa fosse successa. In quel momento, sarebbe bastato un minimo gesto sbagliato e tutta la Cerimonia sarebbe saltata; il potere a cui stavano chiedendo aiuto sarebbe svanito e non avrebbero potuto aiutare i loro fratelli in battaglia. Lei fece due passi all’interno del lago, mentre lui la seguiva, senza battere ciglio, con un’altissima attenzione e concentrazione. Quando furono con l’acqua alle ginocchia, lei si fermò e gli tolse la veste bianca indossata per l’occasione, mentre il giovane allievo la guardava, ormai del tutto intenzionato a lasciarsi guidare.

Quando fu completamente nudo, la giovane druidessa si sfilò la veste e rimase nuda a sua volta dinnanzi a lui. Poi lei prese dolcemente dell’acqua e cominciò a lavargli il corpo attraverso delle abluzioni rituali che andavano a toccare delle parti considerate importanti perché potesse avvenire un chiaro passaggio del flusso energetico del corpo. Il giovane allievo aveva sognato tante volte la sua amata, ma mai avrebbe pensato che potesse succedere tra loro qualcosa come in quel momento; la magia di quell’incontro era tangibile ma non poteva essere associata a un desiderio amoroso, sembrava essere la preparazione all’incontro con un’energia superiore. In quel momento erano due druidi pronti a farsi canali di energie superiori richiamate da un chiaro intento.

Nel frattempo, la battaglia era cominciata; il coraggio dei guerrieri Celti aveva fatto arretrare momentaneamente le truppe romane. I soldati romani si erano spaventati nel vedere questi uomini avanzare di corsa, affrontando impavidi la morte. I guerrieri Celti erano, infatti, famosi per la loro ferocia e la loro abilità bellica. Combattevano in formazioni serrate, spesso utilizzando la tattica della carica frontale per sfruttare la loro forza fisica e la loro determinazione.

Indossavano un abbigliamento distintivo; alcuni preferivano combattere nudi o parzialmente nudi per dimostrare il loro coraggio, dipingendo il corpo per intimidire i nemici. Ma l’esperienza e la migliore organizzazione in battaglia sembravano essere l’arma vincente per i Romani, che dopo il primo momento di sbandamento cominciarono a conquistare campo, metro dopo metro, mentre allo stesso tempo, le difese dei Celti barcollavano dopo ore di scontro, avendo perso parte del vigore con cui si erano spinti in battaglia. Solo il giovane re sembrava instancabile; circondato da Romani, faceva roteare la sua spada con forza e precisione. La sua forza e il suo coraggio spingevano il resto dei guerrieri a non mollare, ma il numero dei morti tra le loro file aumentava di minuto in minuto.

Intanto, nella radura, la giovane druidessa, prendendo per mano il giovane allievo, lo accompagnò sulla coperta e lo fece sdraiare. Lui la guardava e vedeva in lei l’incarnazione di una dea, bellissima con i capelli sciolti che le cadevano sui seni.

Lei dolcemente si avvicinò e si fece scivolare su di lui, facendo sì che i loro corpi si unissero. L’intento con cui quell’atto veniva compiuto era chiaro, il Sigillo era lì vicino a loro per ricordarglielo e mai, neanche per un istante, nessuno dei due lo perse di vista: solo così l’energia da loro rilasciata attraverso quel momento rituale lo avrebbe alimentato in tutta la sua potenza.

I particolari di quella cerimonia e di come quell’energia fu convogliata fanno parte dei misteri della magia Druidica. Ciò che fu percepito, è che all’inizio quell’energia rilasciata dai due druidi si espresse come una folata di vento, poi come un suono crescente, simile a un ruggito distante, simile al fragore di un temporale lontano. Il suono si fece sempre più intenso e profondo, accompagnato da un frastuono cupo e continuo, simile al tuono, che si alzava nell’aria e risuonava attraverso le valli circostanti.

Nessuno dei guerrieri capì cosa in quel momento fosse realmente successo: il frastuono che proveniva dalle loro spalle li fermò per un attimo, poi sentirono un forte vento spingerli avanti. Un’energia potentissima donava un ritrovato vigore ai loro corpi e di conseguenza ai loro colpi. All’improvviso, da trovarsi ad indietreggiare, seguendo il loro giovane re che ormai era rimasto circondato solo da nemici, cominciarono a recuperare territorio, fino ad affiancarlo ed insieme spingere i Romani ad arretrare, così da capovolgere completamente le sorti della battaglia ed arrivare al punto di metterli in fuga. Il combattimento era insperabilmente vinto anche se nessuno, tranne il loro condottiero, aveva effettivamente capito cosa potesse essere successo.

La giovane druidessa si era rivestita e allo stesso modo il giovane druido. Nessuno dei due disse una parola. Ancora immersi in quell’atmosfera magica, creata da un’unione che non poteva appartenere a questa terra, sentivano di avere toccato un piano ultraterreno che non avrebbero più dimenticato e che sapevano provenire da una fonte inesauribile e molto superiore al piano umano. La giovane druidessa aveva accompagnato il giovane allievo in un mondo inesplorato: da quel giorno in poi per loro si sarebbe sviluppata una nuova consapevolezza, quella di un potere che superava la loro stessa immaginazione.

La sera, nell’accampamento con i guerrieri, mentre la giovane druidessa curava le ferite con le erbe raccolte giorni prima della partenza, il giovane allievo e il giovane re si trovarono per decidere insieme quali sarebbero state le mosse future. Il giovane re disse: “Oggi è successo qualcosa di non spiegabile, eravamo allo stremo delle forze senza nessuna speranza di vittoria, quando all’improvviso l’energia del fulmine ci ha colpito ed ha dato vigore alle nostre armi. Tu mi puoi dire cos’è successo?”. “No! Non posso”, rispose il giovane allievo, “ma la magia che ci ha lasciato il Saggio Druido è molto potente, anche se non basterà per fermare i Romani. Torneranno con i rinforzi ed oggi abbiamo subito molte perdite, non sarà facile contrastarli”. Il giovane re rimase silenzioso qualche istante, poi riprendendo le parole del suo fidato consigliere della notte prima, disse: “Attueremo la tattica della guerriglia, imboscate, attacco e fuga; li colpiremo quando meno se lo aspettano”. Il giovane druido mise una mano sulla spalla del suo amico: le parole tra loro due non servivano, entrambi conoscevano la stima che nutrivano l’uno per l’altro.

Il giovane druido parlò così del suo piano, spiegando come avrebbero dovuto attirare i Romani nei loro boschi fingendo una ritirata verso le terre interne. Poi disse: “I Romani non accetteranno questa sconfitta e verranno al contrattacco pensando che noi lentamente stiamo fuggendo dalla battaglia. Ci seguiranno e noi li porteremo nel fitto del bosco, nella zona delle paludi. Il loro esercito non potrà passare unito, dovranno dividerlo in due o tre tronconi ed è lì che noi colpiremo con lance, spade ed astuzia”.

Si diresse poi verso la radura, da solo, alla ricerca del silenzio di cui aveva disperatamente bisogno per collegarsi a quella voce interiore che per lui faceva riferimento al suo Maestro. Mentre passava attraverso l’accampamento, vide la giovane druidessa intenta a curare le ferite dei guerrieri con le sue pozioni e ricordò le parole del Saggio Druido di qualche anno prima, quando gli espresse la sua difficoltà nell’avvicinarsi alla giovane druidessa perché lei alimentava il suo corpo emotivo e gli toglieva lucidità: “Se l’uomo vuole fare qualcosa dal punto di vista sacerdotale, lo può fare solo se utilizza l’energia femminile, altrimenti non può fare assolutamente niente (1). Fidati di lei, nei momenti difficili quando non vedrai via d’uscita, lei potrà portarti in un mondo che non conosci ed insieme potrete attingere ad un pozzo di energie infinite”.


(1) Tratto da Joannes Yrpekh, L’Alleanza Sacra – Misteri e insegnamenti di un grande maestro della nostra epoca – Libro free download: https://associazioneperankh.com/wp-content/uploads/2019/01/alleanza_sacra_joannes_yrpekh.pdf

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