La teoria psicologica degli Enneatipi ha qualcosa a che vedere con l’Enneagramma? E se sì, che cosa? Abbiamo provato ad introdurre il tema nella prima parte, che ti consigliamo di leggere prima di questo articolo.

Nella prima puntata, infatti, abbiamo accennato alle radici profonde dell’Enneagramma, distinguendo tra la sua natura originaria, spirituale e simbolica, e gli usi moderni più diffusi, spesso ridotti a una tipizzazione psicologica o a una moda new age. Abbiamo parlato del rischio di ridurre a schema ciò che nasce come strumento sacro di conoscenza interiore, evidenziando l’importanza di tornare alle fonti, di distinguere tra psicologia e spiritualità, e di coltivare uno sguardo più ampio e rispettoso della tradizione. Un invito ad andare oltre la superficie, per restituire all’Enneagramma la sua dignità di simbolo iniziatico e via di trasformazione.
Dal ritiro alla ricevuta fiscale: l’Enneagramma entra nel business
Ad onor del vero, tra i primi insegnamenti di Ichazo e Naranjo, tra Cile, California e cerchie di ricerca interiore, non c’erano pacchetti “Gold”, “Premium” o sconti early bird. C’era piuttosto un desiderio genuino di condividere qualcosa che potesse cambiare la vita delle persone.
Ichazo negli anni ’60 fondò la Scuola di Arica: un laboratorio spirituale che univa filosofia, mistica e psicologia. I suoi corsi, intensi e profondi, erano orientati alla trasformazione interiore. Il contesto di quell’epoca e la modalità comunitaria della scuola suggeriscono infatti un approccio molto diverso da quello che vediamo oggi: la trasmissione era il centro, non il margine di profitto.
Ichazo creò dunque l’Enneagramma delle Passioni, che secondo lui era ispirato da una rivelazione interiore e da fonti esoteriche orientali. Nella sua Scuola di Arica invitò vari partecipanti, tra cui Claudio Naranjo, a un ritiro intensivo in Cile nel 1970. Naranjo, psichiatra cileno formatosi negli Stati Uniti, partecipò al ritiro e successivamente cominciò a sviluppare la teoria degli enneatipi, unendo gli insegnamenti di Ichazo con la psicologia occidentale. Naranjo fu influenzato da autori come Freud, Jung, Karen Horney, e sviluppò una mappa più dettagliata dei nove tipi di personalità, aggiungendo sottotipi e dinamiche relazionali.
Nel 1971 Naranjo fondò il programma SAT (Seekers After Truth), nel quale integrò le sue conoscenze psicoterapeutiche con l’Enneagramma. I suoi insegnamenti ebbero un impatto profondo sulla psicoterapia umanistica, e attraverso i suoi allievi, come Helen Palmer e Don Richard Riso, la teoria degli enneatipi si diffuse negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Claudio Naranjo, quindi, portò l’Enneagramma nei contesti terapeutici, parlando a psicologi, medici, insegnanti. Poi qualcosa è cambiato: oggi lo troviamo impacchettato in corsi certificati, marchi registrati, format “proprietari” e workshop dal prezzo più alto del senso critico di chi li frequenta. In alcuni casi, il simbolo esoterico è diventato il pretesto per una psico-spiritualità prêt-à-porter, personalizzata, monetizzata, sterilizzata.
Intendiamoci: guadagnare dalla propria competenza non è un peccato, è semplicemente lavoro. Il problema nasce quando ciò che era un cammino trasformativo diventa un prodotto motivazionale, venduto con l’illusione di rivelarti “chi sei” in cambio di una quota d’iscrizione. Così l’Enneagramma, da geroglifico cosmico per lo più misterioso, si ritrova a essere stampato su tazze, magliette e slide da convention. Un destino ironico, se pensiamo che i suoi creatori iniziali parlavano di ego, fissazioni e illusioni dell’identità.
Certo, qualcuno dirà che l’Enneagramma psicologico è uno strumento potente di autoconoscenza, e in certi casi lo è. Ma va detto chiaro: non è una verità rivelata. È una mappa, non il territorio. Una lente, non l’occhio. E se oggi esiste un’industria di corsi, libri, coaching e certificazioni che promettono di “svelarti chi sei” in tre giorni (con attestato finale), allora sì: è il caso di ricordare che il dubbio non è solo lecito, è terapeutico.
In fondo, non c’è nulla di male nell’usare gli enneatipi per riflettere su se stessi. Ma almeno non diciamo che è “antico”: è moderno. È interpretato. È venduto. E – soprattutto – non lo ha inventato Gurdjieff.
Fratelli coltelli: quando i padri degli Enneatipi si accusano di plagio e superficialità
Un’immagine non troppo intonata: due maestri a metà tra psiche e spirito, i principali diffusori della teoria degli enneatipi, che hanno litigato. E sul serio.
Le prove? Esistono, nero su bianco. Nel 1991, Oscar Ichazo scrisse una “Lettera alla Comunità Transpersonale”, un documento pubblico in cui accusava direttamente Claudio Naranjo di aver appreso la teoria degli enneatipi nei suoi seminari ad Arica, in Cile, nel 1970, e di aver poi diffuso quelle stesse conoscenze senza riconoscerne adeguatamente la fonte. (1)
Diversi passaggi non lasciano spazio a dubbi (tradotto dall’inglese):
“Poco dopo, un gruppo di americani, incluso lo stesso Naranjo, che lavorò con me ad Arica, in Cile, nel 1970, fu introdotto a questa tecnica, che John Lilly, M.D., definisce “uno strumento potente per una consapevolezza profonda.”
Naranjo ignora questa evidenza fattuale e sostiene che questo esercizio provenga dalla terapia della Gestalt, con mia totale perplessità.
Non riesco a capire come Naranjo possa credere che un esercizio praticato per più di vent’anni da migliaia di persone sia già stato dimenticato, e come ora si senta libero di inventare un nome nuovo, cacofonico e orribile, per indicarlo.” (2)
Ma Ichazo non si ferma qui. Denuncia la semplificazione e la banalizzazione del suo sistema, trasformato secondo lui in una versione edulcorata per il grande pubblico. La sua visione era ben diversa: un sistema integrale fondato su logica, ontologia e teologia, e non solo su psicologia applicata. Sempre dalla lettera:
“E quel che è peggio, cercare di praticare il Traspaso [ndr. Il Traspaso, nel contesto degli insegnamenti di Oscar Ichazo, è un concetto tecnico e spirituale che indica un passaggio di coscienza da un livello inferiore a uno superiore] come suggerisce Naranjo, con obiettivi materialistici (la mia felicità, la tua felicità, la felicità di tutti, la felicità cosmica), significa aprire il sé interiore a manipolazioni esterne che finiranno per oscurare il Sé Superiore, trasformando la sua naturale inclinazione verso lo spirituale in avventure egoiche materialistiche e autocentrate.” (3)
Sul plagio:
“È infinitamente noioso dover chiarire disinformazioni in questo modo. Preferirei non dire nulla e lasciare che la verità emerga da sola, al momento giusto, ma questo scandalo va avanti da troppo tempo. Naranjo stesso sa meglio di chiunque altro che ha appreso questo esercizio da me ad Arica, in Cile, insieme ad altri cinquanta partecipanti americani, nel 1970.” (4)
“Non c’è da stupirsi se i pii padri gesuiti, discepoli di Naranjo, hanno ritenuto — con la loro tipica arroganza — che fosse giunto il momento di mettere gli enneagrammi in una “prospettiva moderna”. E chi meglio di loro per svolgere il compito… di plagiare in modo plateale?” (5)
Insomma, Ichazo accusava apertamente Naranjo di plagio, di aver copiato i materiali dell’Arica School e di averli ridotti a un sistema di auto-aiuto con tendenze materialistiche, ben lontano dallo spirito originario di trasformazione spirituale.
Dal canto suo, Claudio Naranjo non rispose pubblicamente punto per punto. Tuttavia, nelle sue opere e interviste ha sempre riconosciuto il ruolo fondamentale di Ichazo nella sua formazione, pur rivendicando la profonda originalità del suo approccio psicologico e clinico all’Enneagramma. Inoltre, si è detto dispiaciuto di quanto accaduto, ed in principla modo della violazione dell’accordo di segretezza su teorie e metodi acquisiti nell’Arica School:
“Vorrei solo dire, tra parentesi, che non fui contento del fatto che l’impegno alla segretezza non fosse stato rispettato, e che l’enneagramma fosse arrivato “in strada” un po’ troppo presto. Ero critico nei confronti di coloro che prendevano iniziativa nello scrivere su informazioni che non avevano originato loro stessi, e che conoscevano solo un frammento di un corpo tradizionale di conoscenza notevolmente più complesso.” (6)
Questa disputa non è un semplice diverbio tra intellettuali spirituali: è lo specchio fedele di un nodo più ampio, che attraversa tutto l’uso moderno dell’Enneagramma. Cosa è autentico? Chi può dirsi erede di una tradizione? E dove finisce la trasmissione e inizia la commercializzazione?
Una disputa, due visioni: Ichazo vs. Naranjo, ovvero quando la conoscenza si divide tra spirito e metodo
Se ci fosse ancora bisogno di dimostrare che l’Enneagramma non è nato come sistema di personalità, basterebbe guardare dunque questo scontro — intenso, pubblico e filosoficamente fondato — tra Oscar Ichazo e Claudio Naranjo.
Naranjo, dal canto suo, non ha risposto con atti d’accusa, ma nelle sue opere e interviste offre una narrazione diversa: il momento cruciale per l’apprendimento personale di Naranjo avvenne infatti durante il lungo ritiro sotto la direzione di Ichazo ad Arica nella seconda metà del 1970. Naranjo afferma che l’intima conoscenza di oltre quaranta compagni durante quel periodo, unita a un profondo ritiro solitario, lo portò a sviluppare una capacità trasformativa:
“Improvvisamente divenni capace di vedere la struttura delle personalità altrui come un buon caricaturista vede i tratti essenziali delle caratteristiche fisiche di una persona”. (7)
A questo “risveglio di un occhio clinico”, come egli stesso lo definisce, Naranjo attribuisce tutto ciò che è stato capace di imparare sui tipi di personalità da quel momento in poi, dove dunque lui non si è limitato a “ripetere” Ichazo: ha tradotto, codificato, connesso le intuizioni dell’Enneagramma con autori come Jung, Reich, Fromm, Horney, Millon. Ha costruito un ponte – ma a giudicare dalle lettere di Ichazo, il pedaggio di quel ponte è stato percepito come inaccettabile.
E allora, che cosa ci resta? Ci resta la consapevolezza che esiste un Enneagramma sacro, che da secoli ha occupato il posto d’onore in molti percorsi iniziatici seri e, per questo riservati. Esiste una linea di trasmissione che alcuni considerano sacra. E poi esiste una psicologia — come quella di Naranjo — che cerca di portare quel simbolo tra le mani delle persone comuni.
Ma attenzione: ogni riduzione, ogni appropriazione, ogni “format” a pagamento rischia di dimenticare questo conflitto d’origine, questo trauma fondativo. Un trauma che ci invita, ancora oggi, a chiederci se stiamo cercando di trasformarci… o solo di classificarci.
Fonti bibliografiche
(1) Ichazo, O. “Letter to the transpersonal community.” The Arican: International Journal of Arica Institute 5 (1991): 87-122.
(2) Originale – da Ichazo, O. “Letter to the transpersonal community”: “Soon after, a group of Americans, including Naranjo himself who worked with me in Arica, Chile in 1970, were introduced to this technique, which John Lilly, M.D. calls “a powerful tool for deep awareness.” Naranjo overlooks this factual evidence and maintains that this exercise comes from Gestalt therapy, to my total bewilderment. I cannot understand how Naranjo believes that an exercise that has been worked for more than twenty years by thousands of people has already been forgotten, and how now he feels free to invent a new, cacophonic and hideous name for it.”
(3) Originale – da Ichazo, O. “Letter to the transpersonal community”: “And what is worse, trying to work Traspaso as Naranjo suggests, with materialistic quests (my happiness, your happiness, everybody’s happiness, cosmic happiness) is opening the internal self to external manipulations that will obscure the Higher Self by turning the natural inclination of the Higher Self to the spiritual into self–centered materialistic ego adventures.”
(4) Originale – da Ichazo, O. “Letter to the transpersonal community”: “It is infinitely boring to have to clarify misinformation in this fashion. I would prefer to say nothing and to let the truth appear by itself at its right moment, but this scandal has gone on for too long. Naranjo himself knows better than anybody that he learned this exercise from me in Arica, Chile along with fifty American participants in 1970.”
(5) Originale – da Ichazo, O. “Letter to the transpersonal community”: “No wonder the pious Jesuit priests, Naranjo’s disciples, felt with their typical arrogance that it was time to put the enneagrams in “modern perspective.” And who better than themselves to do the job of plainly plagiarizing.”
(6) Naranjo, C.. “A Report to the First International Enneagram Conference.” Enneagram Monthly (1996) 2 (2): 1, 16–17.
(7) Naranjo, C. Character and Neurosis: An Integrative View. Gateways Books & Tapes (1990).
Si veda inoltre: – Sotillos, S. B. “The Enneagram’s Science of the Soul.” (2024) | SpiritualityStudies: https://www.spirituality-studies.org/dp-volume10-issue2-fall2024/6/
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grazie per la chiarezza