Troppo spesso ci dimentichiamo che non esiste una corrente spirituale più evoluta o migliore di un’altra. Il filo d’oro che le attraversa e le collega è sempre lo stesso, pur assumendo forme, linguaggi e simbolismi differenti.
Ecco perchè abbiamo pensato di pubblicare uno spunto di riflessione introduttivo a quello che viene considerato forse il più antico testo sacro scritto dall’umanità, risalente a circa 4500 anni or sono.
I geroglifici che lo compongono – come ogni vero testo cabalistico – consentono differenti interpretazioni e quindi differenti letture. Stiamo parlando degli Insegnamenti di Ptahhotep, un Vangelo Gnostico dell’epoca, equiparabile al Tao Te Ching cinese così come al Pirkè Avot ebraico.
Le massime contenute in questo prezioso scritto sono state a lungo presenti nella storia dell’Antico Egitto, sopravvivendo fino ai giorni nostri grazie alla protezione dei monaci copti, i quali hanno cercato di mantenere viva la Gnosi Egizia camuffandone il messaggio per mezzo di un simbolismo cristiano.
L’autore di questi insegnamenti è il gran visir d’Egitto Ptahhotep, considerato storicamente come il ministro del Faraone Djeret-Isesi della V dinasti, ma il suo nome rivela molto, molto di più.
Non volendo anticipare troppo, consigliamo al lettore di scaricare il fascicolo sottostante, anticipando il fatto che verranno presentati solo i primi tre capitoli dei quarantotto che compongono l’intero testo. Ciò rappresenta infatti solo un invito a sperimentare un’immersione personale in questo affascinante mondo.