L’alimentazione in inverno

SALUTINVSiamo all’inizio dell’inverno che comincia ufficialmente con il solstizio del 21 dicembre, quello che ci attende è un periodo molto delicato per l’organismo.

I nostri tessuti arrivano a fine anno spesso intossicati dal carico di scorie accumulate nell’arco dei 12 mesi, e questa situazione di “pesantezza” rischia di essere ulteriormente aggravata dallo stress e dal sovraccarico alimentare, dovuto alle festività di questo periodo.

A farne le spese sono l’apparato digerente (soprattutto fegato e intestino), ma anche il sangue, la linfa, i reni e i polmoni, organi che governano i processi di eliminazione delle tossine e la rigenerazione dell’energia.

Inoltre in questo periodo dell’anno l’organismo è bersagliato dal freddo e dai virus influenzali che sono già in circolazione, ed è quindi costretto a far fronte a delle emergenze che in altre stagioni sono assenti. Così il rischio di accumulare tossine e infiammazioni aumenta e il sistema immunitario, stressato dal super lavoro tende ad essere meno reattivo.

Se non corriamo ai ripari sin da subito, le infiammazioni da lievi possono aggravarsi e alla lunga, far ammalare organi e tessuti e aprire la strada a disturbi come calcoli, coliti, gastriti, intolleranze e anche artriti, cistiti e gotta.

Interessante sapere che a livello biochimico, la reazione infiammatoria è associata alla presenza di determinati mediatori, tra cui soprattutto gli eicosanoidi (prostaglandine, prostaciciline, lipossine, leucotrieni, trombossani ecc.): questi rappresentano il bersaglio d’azione dei principali farmaci antinfiammatori, come acido acetilsalicilico, cortisone ecc., che sono in assoluto i medicinali più prescritti e più venduti.

Gli eicosanoidi sono agenti biologici che regolano moltissime funzioni organiche, il sistema cardiovascolare, la coagulazione del sangue, la funzione renale, la risposta immunitaria, l’infiammazione e numerose altre funzioni. Per questo motivo sono conosciuti anche some superormoni. Gli antinfiammatori, anche se zittiscono il sintomo, soprattutto se assunti in dosi massicce e per lungo tempo, possono favorire l’intossicazione dell’organismo e contribuiscono a far abbassare le difese immunitarie. Infatti, lo stato infiammatorio non va cancellato attraverso un farmaco, ma deve essere interpretato come un segnale che il corpo ci invia per farci intervenire a un livello più profondo, eliminando gli scarti tossici, le scorie alimentari, i residui chimici che si infiltrano nei tessuti e che ci impediscono di stare bene.

Per aiutare l’organismo a debellare le malattie da raffreddamento, è bene non affaticarlo consumando cibi o bevande che provocano difficoltà digestive, come ad esempio le carni (in particolare quelle rosse), i formaggi stagionati, i salumi, i fritti, lo zucchero bianco, l’alcol, il caffè, questi infatti creano scorie che indeboliscono gli anticorpi e nel contempo rendono più aggressivi virus e batteri.

Consumare ogni giorno cibi ricchi di vitamina A e C (agrumi, kiwi, cavoli, broccoli, cime di rapa, pinoli, melagrana) per aumentare le difese immunitarie.

Le Arance ad esempio forniscono elevate quantità di vitamine e agevolano il fissaggio dei minerali, rafforzando così le difese naturali. Il succo d’arancia si deteriora molto rapidamente, quindi deve sempre essere consumato fresco.

I Limoni ad esempio hanno numerose proprietà dietetiche e terapeutiche oltre che a fissare il ferro se viene abbinato il succo alle proteine vegetali e animali. Importante non consumare caffè subito dopo, in quanto il caffè inibisce l’effetto di assorbimento del ferro dato dal limone. Il limone andrebbe consumato maturo e con la scorza (ovviamente accertandosi che si tratti di limone non trattato chimicamente). La scorza infatti contiene olio essenziale (a base di limonene, citrale, cumarine e flavonoidi) che ha proprietà antisettiche utili in molte affezioni dell’apparato respiratorio e urogenitale.

Possiede inoltre elevate percentuali di acido citrico, il quale viene metabolizzato in prodotti che alcalinizzano l’organismo depurandolo e ringiovanendone i tessuti.

I cavoli e i broccoli appartengono alla famiglia delle crocifere e sono ricchi di vitamine C. I kiwi invece sono ricchi di vitamina C e di potassio.

Per migliorare l’attività protettiva degli anticorpi e accelerare la guarigione di otiti e mal di gola, il miglior alleato del periodo invernale è la melagrana, ricco di vitamina A, B e C e di enzimi protettivi che disintossicano l’intestino e di riflesso stimolano la rigenerazione delle difese immunitarie. Già gli antichi Egizi, Greci e Persiani, consideravano la melagrana una sorta di elisir di lunga vita. Inoltre era considerato il frutto della fertilità, per la forma dei suoi semi, che ricordano gli ovuli raccolti nell’ovaio femminile in attesa di essere fecondati. È ricca di antiossidanti e di agenti antitumorali, come l’acido ellagico e di potassio, che stimola il veloce drenaggio delle scorie attraverso i reni.

Tra la verdura di stagione un posto di tutto rispetto va lasciato agli spinaci, ricchi di vitamine e di luteina. Questi sono infatti tra i vegetali invernali a foglia larga, quelli più indicati a mantenere il cervello in salute. Oltre al cervello fanno anche molto bene ai muscoli.

In inverno inoltre è preferibile consumare le verdure cotte al vapore invece che crude. La cottura al vapore è infatti uno dei metodi che lascia inalterati i principi nutrizionali degli alimenti quali vitamine e minerali.

Per tutti gli stati da raffreddamento è consigliabile alla sera prima di coricarsi una tisana con tiglio, rosa canina e eucalipto accompagnata con un cucchiaio di miele di castagno.

Altra verdura di stagione è il porro, dal gusto delicato e meno intenso della sorella cipolla, conserva però quasi tutte le sostanze nutritive di quest’ultima come vitamina A, C, ferro, magnesio, acido fosforico, sodio, zolfo, silice, manganese potassio e calcio e alcune vitamine del gruppo B. Stimola il sistema immunitario, abbassa il livello di colesterolo nel sangue ed è una valida azione preventiva contro il cancro. Del porro si utilizza tutto, anche la parte verde. Quest’ultima dal sapore più forte può essere utilizzata per insaporire minestre o frittate.

Un’altra verdura che ci accompagna durante tutto l’inverno e si protrae sino all’inizio della primavera è il carciofo.

Altra verdura che ricorda un po’ il sapore del carciofo è il topinambur. Ricco di vitamina A (utile per la differenzazione cellulare e molto importante per la vista), e di alcune vitamine del gruppo B. Nel topinambur inoltre contiene due aminoacidi, l’arginina e la colina, il primo è un immunostimolatore, in grado di proteggere l’organismo e i tessuti, di rigenerare il fegato e, in particolare, favorisce il rimarginarsi delle ferite. Il secondo protegge le cellule dai danni dell’ossidazione e svolge un’azione protettiva contro le patologie cardiovascolari. Molto adatto all’alimentazione di anziani, convalescenti, bambini, oltre che dei diabetici in quanto elevata presenza di inulina (zucchero complesso altamente solubile simile all’amido e dal basso contenuto calorico, non contiene glucosio bensì fruttosio). Il topinambur non contiene glutine e può quindi essere utilizzato anche da chi soffre di intolleranze agli amidi o alle farine (quali i celiaci). Si può consumare crudo tagliato finemente in insalata condito con sale, olio e limone e qualche nocciola tritata oppure lessato sempre condito con olio sale e limone.

L’inverno è anche il periodo giusto per prepararsi alle allergie primaverili. Infatti consumando adeguate quantità di rafano i sintomi allergici primaverili si ridurranno di gran lunga. Con il rafano si può preparare una salsina fatta semplicemente di radice di rafano, olio, aceto e sale (il cosiddetto cren).

Il rafano è composto per il 95 % da acqua, contiene l’1,1 % di proteine, fibre alimentari e lo 0,1 % di lipidi; tra i minerali sono presenti lo zolfo, il potassio, silicio, cloro, sodio, ferro e calcio. Il rafano contiene inoltre vitamina C, B1 e diversi aminoacidi quali arginina, galattosio e glutammica. Il rafano contiene inoltre il glucoside solforato sinigrina, presente anche nella senape, con proprietà antibatteriche e responsabile, insieme ad altri oli essenziali, del gusto intenso e piccante del rafano.

Al rafano vengono attribuite diverse proprietà terapeutiche che apportano benefici in caso di inappetenza e di problemi di digestione; la sua assunzione infatti favorisce la produzione di bile aiutando il processo digestivo.

Il rafano, grazie alla presenza dei glicoli dell’olio di senape, ha proprietà antinfiammatorie ed analgesiche che esplicano i loro benefici soprattutto nei confronti delle vie urinarie e respiratorie. Altri benefici riscontrabili dal consumo del rafano sono il miglioramento della circolazione sanguigna e di conseguenza tempi più brevi per il recupero delle forze in caso di stanchezza. Il rafano, grazie alle sue proprietà, viene anche utilizzato come antiscorbutico ed anticatarrale.

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