Billy Milligan: noi siamo diversi?

Qualcuno di voi avrà sentito parlare dello strano caso dell’americano William Stanley Milligan, meglio conosciuto come Billy Milligan. Billy era solo un ragazzo quando, alla fine degli anni 70, si rese colpevole di diversi reati, tra i quali stupro e rapina a mano armata.

Il caso suscitò molto clamore perché, per la prima volta negli Stati Uniti, una persona fu assolta per un’infermità mentale ancora poco conosciuta, nonostante l’evidenza di colpevolezza. La corte non lo ritenne in grado di intendere e volere, infatti, a causa della “malattia mentale” chiamata disturbo di personalità multipla.

Questo disturbo porta la persona ad una frammentazione d’identità tale per cui si trovano a convivere nello stesso corpo più personalità, anche molto diverse tra loro.

Questo caso scatenò un forte contrasto nell’opinione pubblica americana, sia dal punto di vista politico che giudiziario. Molti credevano infatti che Billy fingesse di essere dissociato per fuggire alla galera, mentre i suoi psichiatri e avvocati, che ebbero modo di conoscerlo a fondo, videro in lui una persona da aiutare; quella di “Billy”, infatti, era soltanto una delle molteplici personalità che vivevano all’interno dello stesso corpo, formato in realtà da ben ventiquattro diverse persone.

Una bellissima descrizione della storia di Milligan, la possiamo trovare nel libro di Daniel Keyes: Una stanza piena di gente. Una breve descrizione è inoltre offerta dal filmato in fondo a questo articolo.

Il libro di Keyes racconta con dovizia di particolari la vita di questo ragazzo, partendo dalla difficile infanzia sino ai 27 anni quando uscì definitivamente dal manicomio criminale; il libro fu scritto dall’autore dopo aver frequentato Billy nei diversi ospedali e carceri dove si era trovato interdetto.

Ognuna delle personalità di Billy aveva aspetti completamente differenti l’una dall’altra: alcune erano bambini dai quattro agli otto anni, alcune personalità erano donna, altre parlavano perfettamente lingue diverse, compreso l’arabo. C’erano personalità con abili doti da combattenti ed approfondita conoscenza delle armi, mentre alcune erano abili artisti e pittori. I test che misurano il quoziente intellettivo, diedero risultati completamente diversi a seconda della personalità che risultava essere presente; qando era presente una personalità le altre sparivano, e nessuna personalità ricordava ciò che l’altra avesse compiuto o detto quando era attiva.

Molti di noi guarderanno questo caso con stupore e distacco, come qualcosa di assolutamente lontano da se stessi, non considerano minimamente che siamo tutti come Billy Milligan. Viviamo giornalmente separati interiormente, in balia di desideri diversi, stati d’animo opposti, conflitti interiori e confusione rispetto a ciò che vogliamo veramente. Diciamo di volere qualcosa ardentemente e, solo qualche giorno dopo, non la vogliamo più. Coltiviamo pensieri costruttivi oggi, per poi dimenticarci tutto domani, o viceversa.

L’unica reale differenza tra noi e Billy Milligan è l’amnesia: lui viveva le personalità dentro di sé come scollegate l’una dall’altra, mentre noi riusciamo ad operare continuamente degli aggiustamenti (ovviamente senza nemmeno accorgercene) come se le voci dentro noi stessi siano in realtà quelle di una coscienza unica, unita.

Christene: una delle personalità di Billy Milligan. Disegno di Billy Milligan.

Come i nostri lettori ricorderanno, già Gurdjieff parlava dei molteplici io che vivono all’interno della stessa persona. Molte volte ci sarà capitato di agire attraverso un impulso che, qualche tempo dopo, riconosciamo non appartenerci completamente.

Possiamo notare infatti come in momenti diversi agiscano aspetti della personalità differenti: siamo gentili, irascibili, orgogliosi, in alcune circostanze particolarmente socievoli, in altre violenti. Il nostro cervello giustifica questi diversi aspetti della personalità dando la responsabilità di ciò ad eventi e fattori del tutto esteriori.

Ma se in realtà non fosse esattamente così? Se la situazione che stiamo vivendo richiamasse in realtà la personalità “più adatta” ad affrontare quel tipo di emozione o di situazione? Nei momenti di pericolo si renderà ad esempio attiva la personalità più aggressiva; nei momenti che consideriamo di sofferenza, ad entrare in azione sarà invece la personalità capace di sopportare il dolore, e così via.

La domanda che sorge spontanea è: a prescindere dalle nostre diverse personalità, esiste un centro stabile dentro di noi? Siamo sempre in balia delle situazioni esterne, reagiamo in maniera meccanica a situazioni a cui diamo significati che non sempre corrispondono alla realtà dei fatti che stiamo vivendo. Ma è possibile uscire da questa trappola?

Ecco allora che l’insegnamento che possiamo ricavare da Billy Milligan, oltre al fatto che non siamo poi tanto diversi da lui, è che esiste la possibilità di convogliare queste personalità in un’unica figura centrale di riferimento, quella che Gurdjieff chiamava il Maggiordomo Interinale e che per Billy Milligan era “Il Maestro”. Un io che stabilisca ordine all’interno delle nostre personalità creandone una centrale in grado di cambiare volontariamente il proprio stato di coscienza, imparando a constatare i fatti, affrontando l’esistenza con presenza, senza essere continuamente e confusamente sballottati tra le tempeste della vita come una barca senza comandi.

Una tale consapevolezza non la si può raggiungere nell’attesa che un giorno possa venirci infusa dall’alto, ma è piuttosto il frutto di un lavoro paziente e perseverante. In caso contrario, continueremo a trascorrere le nostre giornate così: alzandoci al mattino in preda a stati d’animo completamente differenti, alcune volte spensierati ed allegri, altre volte intrattabili e sgarbati. E continueremo a far ricadere le frustrazioni per i nostri malesseri e le nostre insoddisfazioni esistenziali sui primi malcapitati: moglie (o marito), figli, colleghi o situazioni verso le quali scaricare le nostre responsabilità.

Se riusciremo invece a creare un io stabile, forse un giorno, al mattino, quando ci guarderemo allo specchio, non dovremo più chiederci: “Quale delle mie personalità andrà oggi in ufficio?”

 

Ascolta questo articolo in formato podcast su YouTube o Spotify:

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: