Elegguà: l’Orisha bambino che apre il cammino

La Santeria, o come preferiscono chiamarla i santeri cubani Regla de Ocha, è un culto, una filosofia, un riferimento di vita e un sistema di pratiche magiche e oracolari introdotto dagli africani a Cuba nei secoli della tratta degli schiavi. La Santeria si fonda sulla mescolanza, o sincretismo, tra le divinità del popolo Yoruba di origine nigeriana e i santi del cattolicesimo.

La mitologia della cultura Yoruba narra che originariamente Olodumare, il Dio supremo e creatore, abbia deciso di affidare questo pianeta e il genere umano agli Orishas, un Pantheon di semidei che un tempo furono umani e che poi ascesero per merito ad un ruolo superiore, proprio come nel caso dei Santi cattolici. La grande differenza rispetto a questi ultimi, è che ogni Orisha esprime sia i principi del bene sia quelli del male, e si comporta di conseguenza in relazione alla persona che vi si rivolge.

Di tutti gli Orishas quello che esprime in modo più evidente la dualità fra bene e male, anche esteticamente, è Elegguà. È rappresentato come un bambino, spesso seduto o accucciato, oppure danzante, vestito di rosso e di nero. Gioioso e generoso, dispensatore di ogni bene, la sua figura è però strettamente vincolata a Echù, l’incarnazione dei problemi e delle disgrazie dell’uomo; per questo motivo a volte indossa una maschera, o ha un secondo volto sulla nuca. Alcune sculture Yoruba lo rappresentano come un unico essere, con due volti; in altre immagini cubane appare con metà volto bambino e l’altra metà teschio. Ogni cosa in Elegguà è doppia e duale.

Nei riti, nelle cerimonie e nelle feste, è sempre il primo Orisha a essere salutato e a ricevere qualunque offerta; per arrivare agli altri Orishas occorre passare attraverso di lui e chiedere proprio di passare, anche nella richiesta di oracoli. È colui che apre e chiude ogni porta, o sentiero, e per questo è detto anche Guardiano del crocevia. In mano o al polso ha una chiave; nell’altra mano ha spesso un bastone a gancio, il garabato con il quale apre la strada anche nella savana o nella foresta. È per questo infatti il protettore dei viaggiatori.

Elegguà è l’Orisha che controlla l’Energia Vitale, l’Aché, per questo è il governatore dell’equilibrio dinamico dell’esistenza. Elegguà si incontra in ogni momento di espansione della coscienza, come anche nei riti di passaggio o di iniziazione. Ogni resistenza alla presa di coscienza individuale, volta alla propria liberazione e al diventare arbitri del proprio destino, è inevitabilmente messa in crisi dall’azione di Elegguà, che diventa allora il giullare, il divino imbroglione che trasforma ogni cosa nel suo contrario, fino ad assumere, se necessario, le sembianze di Echù.

Elegguà è un Orisha maggiore, fa parte del gruppo dei quattro Guerreros, con Oggùn, Ochossie e Osun, ed in questa veste è terribile e invincibile. Si accompagna sempre all’Orisha Changò di cui, si dice, è Ocanani, che significa fatti di un solo cuore, quindi inseparabili. Custodisce la casa, apre e chiude le porte al destino, portando sia felicità sia la disgrazia. Viene sincretizzato con il Santo Niño di Atocha, Sant’Antonio da Padova e l’Anima Solitaria del purgatorio.

Il suo giorno è il lunedì, nei riti di divinazione parla ed è rappresentato attraverso i numeri 3 e 21.


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2 risposte a "Elegguà: l’Orisha bambino che apre il cammino"

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  1. Amo profondamente <Elegguà nonostante l'antico Egitto sia la mia madrepatria spirituale. C'è voluto un pò per trovare il "minimo comun denominatore", ma adesso viaggiamo insieme e ne sono felice!

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