Pillole di ebraismo | Emunah: una questione di “fede”?

Il termine Emunah viene comunemente tradotto con fede, fiducia. Secondo il Dizionario di Filosofia Treccani la parola fede ha il seguente significato: “Adesione ad affermazioni o dottrine non razionalmente evidenti ma credute in base a fondate o autorevoli testimonianze o per rivelazione”.

Occorre rendersi conto che, per la Tradizione ebraica, tale definizione semplicemente… non ha senso. 

Dopo la scomparsa di Yehoshua Ha Notrzì, noto come Gesù, la comunità che gli si era radunata intorno continuò naturalmente la sua vita religiosa come se nulla fosse, senza sognarsi minimamente di essere una religione ed una Tradizione differente da quella ebraica. Fu con Paolo di Tarso, come testimoniato negli scritti a lui attribuiti e negli Atti degli Apostoli, che cominciò a delinearsi l’esigenza di una separazione e di una distinzione, diremmo fondamentale, tra fede ed opere.

Si cominciò allora a concepire che la realizzazione della vita spirituale non dovesse più essere legata alle opere, cioè alla pratica della Legge ebraica, bensì alla fede, cioè alla mera adesione a Gesù il Cristo.

Tralasciando il fatto che Yehoshua Ha Notrzì non volle mai fondare una religione diversa da quella ebraica (come tutti i Maestri non era infatti interessato alla religione ma ai procedimenti interiori che possono rendere l’essere umano libero) questa transizione è di fondamentale importanza per comprendere come, da quel momento in poi, si siano potute innescare le derive che hanno potuto portare l’uomo moderno a compiere le peggiori nefandezze, sicuro di poter mettere tutto a posto con una confessione ed una preghierina di penitenza, scansandosi dalla presa in carico delle proprie responsabilità, così come il modello cattolico propone. Eppure lo stesso Yehoshua era stato molto chiaro specificando molto bene, alla maniera dei rabbi, quanto in profondità va praticata la Legge:

“Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”.

Mt 20, 23-24

Per Yehoshua Ha Notrzì e per le persone a cui si rivolgeva, la Legge non era minimamente messa in discussione: la insegnava approfondendola, analizzandola, espandendola. Perché la Legge è il fulcro? Perché è il termine di un Patto, l’Alleanza stabilita tra la Divinità ed Israele sul monte Sinai, dove il popolo rispose al dono della Torah dicendo, come riportato in Es 14,7, “Na’aseh ve-nishma” ovvero “Faremo e ascolteremo”.

La Tradizione ebraica sa, con assoluta certezza, che praticare la Legge significa onorare la propria parte del Patto e che per questo la controparte onorerà la propria di conseguenza.

Emunah rappresenta infatti la certezza che, se si farà la propria parte e si onorerà il Patto, questo sarà corrisposto. Non vi è spazio per il dubbio, non si tratta di credere a qualcosa di non razionale e non evidente. Si tratta della certezza che, facendo, la Vita darà sempre una risposta.

Bibliografia:

Cipriani H. F., Voce di silenzio sottile, Giuntina, Milano, 2013.

4 risposte a "Pillole di ebraismo | Emunah: una questione di “fede”?"

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  1. Anche gli israeliti inizialmente hanno dovuto fidarsi di Mosè che disceso dal monte sacro ha portato in dono i dieci comandamenti stabilendo il patto tra Jhawe e il suo popolo. Solo dopo e maturata la certezza che onorare la propria parte del patto corrisponde ad una risposta da parte di Dio, infatti nel frattempo gli israeliti hanno continuato ad adorare gli idoli sottoforma del vitello d oro. Certo che Gesu non e venuto a sostituire la legge mosaica ma l ha portata a compimento attraverso il nuovo patto tra Dio e l uomo basato sull amore e per arrivare a questo e morto in croce come vittima sacrificale. Tutte le prescrizioni ebraiche basate sulle regole del puro e impuro cosi come la legge del sabato ecc. sono state superate da Gesu perche ritenute offensive nei confronti della dignita umana soprattutto quella dei mendicanti e dei malati che all epoca abbondavano. Tutte le religioni organizzate essendo dal punto di vista antropologico delle “costruzioni umane” presentano delle derive a volte anche gravi, ad esempio all epoca di Cristo in Messico si compivano sacrifici umani anche di bambini per placare le divinità adirate che si manifestavano attraverso terremoti o eruzioni vulcaniche o se guardiamo all oggi in Iran si uccidono le donne per problemi di velo: questa non è una deriva? L’uomo deriva sempre solo Dio non lo fa. Per quanto riguarda la fede e le opere sono le due facce della stessa medaglia, non ci può essere l una senza l altra. Luca 17,-5-10 In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: ” Accresci in noi la fede”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantati nel mare” ed esso vi obbedirebbe.

    1. Piero, come una mosca continua a sbattere sul vetro pensando di andare oltre lei si ostina a voler affrontare certi insegnamenti allegorici con le prediche della messa domenicale. Vada a messa e stia tranquillo se quella è la sua strada, oppure lei per primo non è poi tanto convinto delle cose che scrive e vorrebbe convincere gli altri per convincere in realtà se stesso

  2. Rispondo ad alcuni punti:

    “Anche gli israeliti inizialmente hanno dovuto fidarsi di Mosè che disceso dal monte sacro ha portato in dono i dieci comandamenti stabilendo il patto tra Jhawe e il suo popolo.”

    Assolutamente no. Infatti al dono della Torah gli Israeliti risposero dicendo “faremo e ascolteremo”, cioè prima faremo, e poi capiremo. Quind ìi tutto il contrario. Non è un fare basato su un atto di fede. E’ un fare dato dalla consapevolezza che solo facendo qualcosa la si comprende. L’Associazione ha pubblicato un articolo già tempo fa su questo argomento ma forse ti è sfuggito. Il link all’articolo è questo: https://associazioneperankh.com/2020/12/04/faremo-e-ascolteremo-limportanza-dellazione-nellebraismo/

    “Solo dopo e maturata la certezza che onorare la propria parte del patto corrisponde ad una risposta da parte di Dio, infatti nel frattempo gli israeliti hanno continuato ad adorare gli idoli sottoforma del vitello d oro.”

    E’ certamente una delle letture possibili, certo la più superficiale. D’altronde la Torah (che significa Insegnamento ed infatti si occupa di Insegnare) insiste parecchio sul fatto che Israele è un popolo di dura cervice.

    Inoltre, per chi è riuscito ad andare oltre i ceppi e le catene del senso religioso delle scritture e delle tradizioni, non è veramente importante che le cose siano accadute o meno. Se non sbaglio proprio tu parlavi in un tuo commento ad un altro articolo di “Archetipi”. Bene, da un punto di vista esoterico probabilmente Mosè, l’Esodo, le Dieci Piaghe etc etc non sono mai avvenuti. Sono metafore che illustrano ed insegnano un percorso interiore. Sono Simboli, Archetipi. Ma ti assicuro che, per chi comincia a mettere il naso fuori da questo Mondo e da ciò che lo governa, i Simboli e gli Archetipi si svelano per ciò che sono e cioè mooooolto più reali di ciò che può essere accaduto storicamente.

    Sul resto non mi soffermo. L’Associazione non si occupa di religione, nè di dogmi, nè tantomeno di catechismo.

    “Per quanto riguarda la fede e le opere sono le due facce della stessa medaglia, non ci può essere l una senza l altra.”

    Ecco. Mi raccomando dillo anche alla chiesa perchè su questo punto mi sembra che abbia sempre razzolato piuttosto male.

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