La formazione di un gruppo di Lavoro nella Quarta Via (cap. 33 – 2 parte)

Un gruppo di Lavoro, secondo il Sistema, non si può formare immediatamente. È una cosa troppo grande. Un gruppo si costituisce per un lavoro ben coordinato, per uno scopo ben definito. Occorrerebbe aver fiducia gli uni verso gli altri. Allora questo sarebbe un gruppo. Fino a quando vi è un lavoro generale, non può trattarsi che di un lavoro preparatorio.

Non è possibile prepararsi se non tentando di imitare un gruppo tale quale dovrebbe essere; imitandolo interiormente beninteso, e non esteriormente. Che cosa è necessario per questo? Prima di tutto occorre comprendere che in un gruppo tutti sono responsabili gli uni verso gli altri. L’errore di uno solo è considerato come l’errore di tutti. Questa è la legge. E questa legge è ben fondata, perché in un gruppo ciò che è acquisito da uno solo, è acquisito da tutti nello stesso istante.

La regola della responsabilità comune deve essere sempre tenuta presente. Essa ha ancora un altro aspetto. I membri di un gruppo non sono soltanto responsabili degli errori degli altri, ma anche delle loro sconfitte. Il successo di uno di essi è il successo di tutti; la sconfitta di uno di essi è la sconfitta di tutti. Un grande errore commesso da uno di essi, come ad esempio la violazione di una regola fondamentale, conduce inevitabilmente alla dissoluzione dell’intero gruppo.

Un gruppo deve lavorare come una macchina. Ma le parti della macchina devono conoscersi tra loro ed aiutarsi a vicenda. In un gruppo non possono esservi interessi personali che si oppongano agli interessi degli altri o agli interessi del lavoro, e non possono esservi simpatie o antipatie personali che impediscano il lavoro. (1)

Anche quando si parte animati dalle migliori e più nobili intenzioni, per riuscire a tenere insieme le persone a lungo, occorre seguire seriamente certe regole di comportamento. Regole semplici che riguardano la puntualità, la necessità di riservatezza nel comportamento e nei discorsi, o i principi relativi all’igiene, all’alimentazione, all’etica, all’astenersi dall’uso di droghe ecc. (…) Affinché si instauri una vera fiducia, si ha bisogno di una stretta relazione con gli altri, una relazione che talvolta ha il gusto di una profonda intimità. (2)

Le persone nel lavoro devono essere unite. Più siamo uniti, maggior resistenza opporremo a tutti i tipi di influenze sfavorevoli e più possiamo ottenere da esse, perché ci troveremo, per così dire, al centro di un grande accumulatore pieno di tutti i tipi di energie. Se siamo chiusi, saremo capaci di ottenere energia dal grande accumulatore; se siamo pieni di buchi, saremo incapaci di tenerne la più piccola parte. (3)

Parlando dell’interesse per il lavoro su se stessi secondo l’Insegnamento, [Gurdjieff] disse che se le persone hanno uno scopo comune, uno scopo reale – non uno scopo nella vita ordinaria – un sentimento di amore fraterno sorge in loro. Se vivono e lavorano assieme lo avvertiranno sempre, che si vogliano bene o si odino. Neppure l’amore della famiglia può eguagliare questo sentimento. (4)

SINCERITÀ E SEGRETO IN UN GRUPPO DI LAVORO

Se una persona vuole imparare a dissimulare intelligentemente, dovrà dissimulare a proposito del lavoro, imparare a tacere quando deve tacere, cioè quando si trova con persone che sono al di fuori del lavoro e che non sono capaci né di comprenderlo, né di apprezzarlo. Ma la sincerità nel gruppo è una esigenza assoluta; infatti, se un uomo continua a mentire nel gruppo nello stesso modo in cui mente a se stesso e agli altri nella vita, non imparerà mai a distinguere la verità dalla menzogna. (5)

Come già ricordato, il silenzio in merito al gruppo e agli scopi che persegue deve essere osservato molto seriamente:

Di fronte alle indicazioni di questo Insegnamento, noi siamo come bambini che devono trasportare a distanza l’acqua di un lago senza avere a disposizione nient’altro che le proprie mani.

Il lago è immenso, e a ogni giro i bambini riempiono d’acqua il cavo delle mani, ma già nel sollevarle dal lago ne perdono gran parte. Il resto schizza via per le asperità del sentiero, e solo assai raramente essi riescono a portare a destinazione qualche goccia che, con l’andare del tempo, diventa l’acqua viva della loro conoscenza.

Quanta attenzione ci vuole lungo tutto il percorso per non perdere quest’acqua preziosa e difendersi da coloro che, amici o nemici, si sforzano in ogni modo di sottrarcela… (6)

Il germe distruttore di ogni scienza è insito nell’attività stessa di chi la conosce abbastanza bene da poterne diffondere il messaggio. Non appena verso la sua persona o verso gli scopi perseguiti, per quanto anodini o intenzionalmente contraddittori, si eserciti qualche forma di idolatria, ecco che inizia la rottura. Infatti, la verità può esprimersi soltanto attraverso la strumentazione particolare di una persona; se chi la proclama non riesce a evitare di darle al passaggio una colorazione deviante, essa produrrà nei seguaci una comprensione diversa destinata ben presto a ingenerare una confusione totale. (7)

GRUPPI ED EVOLUZIONE

Animato come sono dalla profonda convinzione, sorta da una lunga serie di delucidazioni e deduzioni sperimentali, che se un uomo desidera sinceramente e seriamente, e non per mera curiosità, ottenere la conoscenza della via che porta all’Essere Reale, e se esegue a questo fine tutto ciò che gli è richiesto e comincia di fatto, tra le altre cose, ad aiutare gli altri indirettamente, e sin dal primo passo, a ottenere lo stesso risultato, grazie a questa semplice azione diventerà, per così dire, il terreno adatto per la formazione dei dati reali che contribuiscono alla manifestazione del Bene oggettivo e reale. (8)

La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi, a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un’uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell’uomo non fa che aumentare.

L’uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo.

L’evoluzione dell’umanità non può compiersi che per mezzo dell’evoluzione di un certo gruppo che, a sua volta, influenzerà e guiderà il resto dell’umanità.

Possiamo dire che esiste un gruppo di questo genere? Può darsi che lo possiamo basandoci su certi segni, ma in ogni caso dobbiamo riconoscere che è un gruppo piccolissimo, del tutto insufficiente per influire sul resto dell’umanità. O meglio, guardando le cose sotto un altro aspetto, noi possiamo dire che l’umanità è in uno stato tale da essere incapace di accettare la guida di un gruppo cosciente. (9)

“Perché appaia un certo livello di energia, è necessario un gruppo di persone. Lei deve lavorare da solo ma anche con gli altri, spesso.” (10)

Gurdjieff nutriva la speranza che fosse possibile creare sulla terra dei circoli di un nuovo genere. Ne parlava con molta serietà, anche se nel corso della sua vita non riuscì mai a realizzare questo proposito. Egli capì che la gente aveva bisogno di incontrarsi e di scambiare le proprie esperienze.

Ma il modo in cui ciò avviene attualmente, nelle circostanze ordinarie, è stupido, perché di solito non ci si scambia esperienze e non si conversa che di cose banali, superficiali; oppure si tratta di contatti formali, estremamente ritualizzati. Gurdjieff voleva che fosse possibile agli uomini incontrarsi e condividere le loro esperienze, voleva che gente di ogni tipo si incontrasse, che si diffondesse la comprensione dei problemi della vita umana, e di come l’uomo dovrebbe vivere.

Continuò, come mette in luce Bennet, a parlare di questo problema fino alla fine della sua vita. In altre parole, ciò che voleva fare non aveva nulla di esoterico, di occulto; tutto al contrario, voleva che le persone che si rendevano conto che esiste questo problema della vita umana, e che era necessario che venisse affrontato e condiviso, fossero le più numerose possibile. Egli si avvide che era inevitabile che questo sarebbe stato interpretato e capito in modi diversi, e sperava che si sarebbe trovato il modo di creare una sorta di terreno comune sul quale le varie persone avrebbero potuto incontrarsi. (11)

Gurdjieff disse che la vita dell’uomo sta andando rapidamente a rotoli, ma sottintende che con gli sforzi particolari di certe persone, o con eventi su scala cosmica, la catastrofe finale può essere evitata. (12)


(1) P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto (257-8).

(2) J. Pentland, La ricerca comincia ora, in Georges Ivanovitch Gurdjieff, Vol. I (218).

(3) P.D. Ouspensky, La Quarta Via (459).

(4) C.S. Nott, Insegnamenti di Gurdjieff – Vol. 2 (115).

(5) P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto (256).

(6) H. Thomasson, Battaglia per il presente (149-150).

(7) H. Thomasson, Battaglia per il presente (83).

(8) G. I. Gurdjieff, Il nunzio del bene venturo (15).

(9) P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto (343).

(10) J. de Salzmann in R. Ravindra, Un cuore senza limiti (47).

(11) J.G. Bennet, L’enigma Gurdjieff (68-9).

(12) C.S. Nott, Insegnamenti di Gurdjieff – Vol. 2 (85).

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7 pensieri riguardo “La formazione di un gruppo di Lavoro nella Quarta Via (cap. 33 – 2 parte)

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    1. Buonasera, tutto è possibile, ma non crediamo sia propriamente corretto per la definizione di un gruppo come inteso dalla Quarta Via. Il termine, almeno per come è stato utilizzato da alcuni sistemi simbolici contemporanei, si riferisce a qualcosa che non è contenibile in una definizione così ridotta.

  1. Tutto tremendamente “grave”: la nascita, la crescita e il rischio sempre presente di una possibile morte di un gruppo. Il legame decisivo dei componenti della macchina, la loro debolezza, la severità dell’impegno e della responsabilità. Ma impedirsi di osare sarebbe ancora più sciagurato, un peccato, una vigliaccata. Ma, quando e dove trovarlo?

      1. Gia’, non era difficile capirlo … evidentemente non lo volevo capire. Grazie per avermi “svegliato”.

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