Abbiamo tutti un cuore grande come un pesce

Da un meticoloso sondaggio risulta che tutte le persone sanno esattamente cosa significa la parola amore, e tutte ne sono ricolme e sempre prodighe a distribuirlo attorno a sè.

Purtroppo dallo stesso sondaggio emerge anche che (tutte) le stesse persone si lamentano di non riceverne altrettanto, ma anzi di essere pure e semplici colombe in un mondo di egoisti e viscidi serpenti, approfittatori senza scrupoli degli altrui sentimenti.

Emergono comunque per deduzione tre incoraggianti evidenze:

  • il mondo è pieno di persone pure, integre e colme di magnifici e radiosi sentimenti;
  • anche tu che stai leggendo (statisticamente) fai certamente parte di queste persone;
  • i “serpenti” avidi, ingrati ed egoisti dovrebbero invece essere pochissimi, dato che noi non ne abbiamo ancora incontrato uno nei nostri sondaggi (forse si nascondo perché si vergognano, oppure sono solo leggende metropolitane).

Ma nel caso in cui questo articolo possa finire per sbaglio davanti agli occhi di una di queste rarissime e ipotetiche persone spregievoli, ecco che allora ci sentiamo in dovere di farle riflettere raccondando una storia del Rabbi Mendel di Kotz.

Egli incontrò un giorno un ragazzo che si stava godendo il suo piatto di pesce e disse al ragazzo: “Perché stai mangiando quel pesce?”

E il ragazzo rispose: “Perché io amo il pesce!”

E lui rispose: “Oh, ami il pesce. Ed è per questo che l’hai tirato fuori dall’acqua, l’hai ucciso e l’hai bollito?

Non dirmi che ami quel pesce, tu ami te stesso e, visto che ti piace il suo sapore, allora l’hai tirato fuori dall’acqua, l’hai ucciso e l’hai bollito per il tuo piacere.”

Il Rabbi Abraham Twerski cavalca questa storia scendendo ancora più in profondità:

“Quindi molto di quello che noi chiamiamo amore è amore per il pesce. È come quando una giovane coppia s’innamora. Cosa significa infatti se un ragazzo è innamorato o una ragazza è innamorata?

Significa che il ragazzo vede nella ragazza qualcosa che può soddisfare tutti i suoi bisogni fisici ed emotivi e la ragazza vede nel ragazzo qualcosa che lei pensa sia amore, ma è amore dei propri bisogni, non è amore per l’altra persona. L’altro diventa uno strumento per la propria personale gratificazione.

Troppo spesso, quindi, quello che chiamiamo amore in realtà è amore per il pesce. Un amore vero non si basa su quello che sto per ricevere, ma su quello che sono in grado di dare. La gente commette un grave errore pensando che si doni a chi si ama. La risposta, la vera risposta è: si amano coloro a cui si dona!”

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