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Quando si esprime l’amore, ridesta in contraccambio un medesimo sentimento anche nel cuore di chi si ama, e così viene cementato il reciproco affetto.
Ma ancor di più accade quando un re, grande e potente, dimostra il suo profondo ed intenso amore per un uomo comune che è disprezzato e considerato l’infimo tra gli uomini: una creatura infelice, abbandonata su di un mucchio di letame.
E tuttavia il re discende in persona dal suo seggio, accompagnato dal suo seguito, e va’ fino a lui e lo solleva dal mucchio di letame, e gli fa onore, e lo conduce nel suo palazzo reale, nella stanza più interna, un luogo dove nessun servo e nessun principe entrano mai.
E qui egli fa di lui il più vero e più intimo compagno, baciandolo, abbracciandolo e legandosi a lui spiritualmente con tutto se stesso.
Ed allora nascerà spontaneamente e poi si raddoppierà e raddoppierà ancora, nel cuore di questo individuo comune ed infimo, l’amore per il re; e si tratterà di una vera affezione dello spirito, proveniente dall’anima e sentita nel profondo del cuore con infinita sincerità.
Anche se il cuore di quest’uomo fosse stato simile alla pietra, si sarebbe certamente intenerito e sciolto, e la sua anima sarebbe traboccata come acqua, struggendosi così d’amore per il re.
Rabbi Shneur Zalman
“Se ti dovessi ritrovare ai piedi del tuo guru e della tua amata divinità insieme, verso chi ti inchineresti per primo?”
“Offrirò prima i miei omaggi al mio guru, perché è stato lui a portarmi al cospetto di Dio.”
Kabīr
È da molto tempo che meditavo di scrivere una testimonianza su colui che ho avuto l’onore di conoscere, ma ogni qual volta mi accingevo ad intraprendere quest’opera, mille dubbi e sensi di inadeguatezza mi scoraggiavano.
A distanza di anni però, il valore di ciò che ho vissuto e appreso non ha perso valore ma anzi si è rivelato e si rivela tuttora sempre più prezioso, ed è per questo motivo che ho deciso di non esimermi dal fare almeno un tentativo, anche a costo che possa rivelarsi non all’altezza del protagonista. L’idea che la sua memoria possa pian piano dissolversi mi strazierebbe molto di più di un libro mal riuscito. Dunque, eccomi qui.
All’età di vent’anni sono entrato in contatto con un uomo decisamente fuori dal comune: il suo nome era Antonio, e ho avuto la fortuna di potergli stare vicino gli ultimi anni della sua vita.
Mai avrei immaginato che potesse esistere un essere del genere in mezzo a noi, al punto tale che molte persone non potranno essere biasimate se stenteranno a credere alla sua storia. In questo libro mi ripropongo l’arduo compito di far emergere alcune tracce della sua vita e del suo insegnamento.
Tutto ciò che sto per narrare corrisponde a fatti realmente accaduti e a persone reali, ciononostante non è mia intenzione cercare di convincere il lettore di questa veridicità. Sono certo che chi sentirà una sintonia di fondo con questa storia, non avrà bisogno di prove “scientifiche” a sostegno, mentre chi sarà mosso da reticenza e scetticismo a priori, non cambierebbe idea neanche a fronte di mille documentazioni.
Per queste ragioni, e anche per rispetto al profondo riserbo che caratterizzò la vita di Antonio, eviterò di fornire alcuni dettagli che reputo superflui al fine del messaggio di fondo. Non citerò quindi cognomi, date o luoghi specifici; inoltre, a mia discrezione, utilizzerò nomi inventati per non incorrere nel rischio di dare adito a fastidiose indagini nella vita di persone che non hanno scelto di condividere le loro intime esperienze.
Joannes Yrpekh
[ primo capitolo ]
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