Cosa voleva dirci Rol?

In molti, ancora oggi, si stupiscono e indagano i poteri che Gustavo Rol ha manifestato davanti a molte persone nel corso della sua vita.

Forse però, avrebbe più senso soffermarsi un attimo a comprendere il suo messaggio, a nostro avviso di valore estremamente più grande di ipotetiche carte che attraversano i muri.

Ad esempio, chi si ricorda le sue parole risalenti al 1975, quando già era in tarda età?

 

Ma che cosa volete mai che io faccia, che vi mostri, che vi dica: esperimenti, rivelazioni, racconti trascendentali, dialoghi con spiriti intelligenti, pitture, confidenze, eccetera. Insomma, tutta la gamma delle mie sofferenze…

Eppure queste cose le conoscete, oramai le sapete, ve le ho mostrate, ve le ho dette…

Ma voi rimanete immobili ed immoti anche se vi tendo le braccia, se vi grido col cuore lacerato la mia solitudine ed il vostro assenteismo. Dopo tanto tempo non ho costruito nulla in voi; ho soltanto colmato molte ore della vostra noia, vi ho dato spettacolo.

La vostra attenzione è altamente peculiare, così come se foste di fronte ad un palcoscenico ove il mio spirito o la mia anima, o solamente il mio corpo, assumono per voi il ruolo di una ridicola marionetta.

Le mie parole cadono nel vuoto del nulla, di tutto il nulla che nutre il vostro cervello condizionato dalle esigenze di una materialità alla quale, ammetto, non vi è dato sottrarvi.

Ma almeno un piccolo tentativo avreste pur potuto farlo, quello di muovervi verso di me od almeno verso le cose altissime che mostro a voi ciechi, egoisti e indifferenti a quel che succede. Poiché dentro di me i sogni, le tempeste, i timori e le speranze urgono ad ogni istante.

Povero me, nessuno di voi se ne accorge. Poveri voi, che camminate sul bordo del nulla e rischiate di caderci ad ogni istante.

Qualche volta mi consolo pensando che forse, quando si tacerà la mia voce, il ricordo di me vi aiuterà a vivere il tempo che vi resterà, viverlo meglio; ossia viverlo con la consapevolezza che tutto quanto fu mia intenzione rendervi partecipi era ad un ordine che obbedivo, ad un istinto che rispondevo.

Io, morente, offrivo la vita a coloro che già erano, come me, prossimi a scomparire nel nulla. Su cento milioni di uomini ce n’è uno solo che saprà tramandare la ragione, che non è segreta, della Creazione.

2 risposte a "Cosa voleva dirci Rol?"

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  1. Con tutto il rispetto che ho sempre tributato a Gustavo Rol, mi sono sempre domandata con un certo stupore come mai lui non conoscesse i gradi evolutivi degli uomini.

  2. Strana questa riflessione che fa trasparire un’aspettativa che non poteva realizzarsi, resta lo spunto per ripensare e meditare e forse proprio quello era lo scopo

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