Alla ricerca dei miti celtici

Stiamo assistendo ad un periodo di riscoperta del mondo celtico. Quel meraviglioso mondo volutamente occultato, combattuto con forza dalla spada degli antichi romani prima e dal fuoco dell’inquisizione poi, seppellito per centinaia di anni sotto l’etichetta di “barbaro”, ritorna oggi con forza ad emergere.

Le motivazioni non sono chiare, forse è il bisogno di risposte alle domande esistenziali alle quali l’odierna società non riesce a rispondere. Viviamo in effetti sulle fondamenta della civiltà romana, dove la competizione, la conquista, il profitto, la lotta per emergere, erano i pilastri fondanti.

Nel passare dei secoli, questi pilastri, si sono rinforzati diventando sempre più sofisticati, parte integrante della nostra vita, al punto tale da pensare che non esista altro stile di vita possibile al di fuori di quello basato sui valori che ci sono stati trasmessi dalla cultura.

L’odierna società non riesce a rispondere alle domande basilari sull’esistenza. Abbiamo tutto dal punto di vista materiale, eppure viviamo sempre come se ci mancasse qualcosa, inseguendo la felicità nella corsa sfrenata alla ricchezza e al successo, cosa che puntualmente non riusciamo ad afferrare anche quando raggiungiamo questi obiettivi.

Ed è appunto su questa via del decadimento del nostro sistema sociale che il mondo celtico torna a parlarci.

I Celti vivevano a stretto contatto con la natura, basando la loro spiritualità su di essa; per templi usavano i boschi, le sorgenti, le cascate, luoghi incantati che venivano custoditi e mantenuti sacri dai loro sacerdoti.

Una società definita rozza e incivile dai romani, ma dove la donna aveva gli stessi diritti degli uomini. Una società che, come ci ricordano diversi documenti scritti ai quali affidarci, ci racconta cosa i Celti ricercavano dalle loro guide e dai loro capi: persone compassionevoli, giuste, imparziali, coscienziose, ferme, generose, ospitali, onorevoli, oneste. Questi valori fanno a pugni con l’immagine di rozzi guerrieri che ci sono state propinate nei libri di storia.

Inoltre, sfortunatamente buona parte del messaggio spirituale lasciato dai Celti viene filtrato, ai giorni nostri, attraverso una visione new age; basta entrare in qualche libreria per vedere libri sui Celti dai titoli più bizzarri, o vedere le molte rappresentazioni di festività celtiche, considerate da loro sacre, utilizzate per attrarre turisti, senza parlare dello scempio che si sta consumando con il loro sistema magico più sacro: le Rune.

I Celti sono molto di più di tutto quello che ci viene raccontato dall’indotto commerciale creato intorno a loro, ed è impossibile parlare di loro e conoscerli profondamente senza passare attraverso i loro miti. Purtroppo la razionalità e l’ottusa visione della realtà cominciata qualche secolo fa attraverso l’imporsi di una visione meccanicistica della vita (scientificamente superstiziosa), non ci permette di cogliere la profondità e la bellezza di tali racconti, nonostante siano il serbatoio dell’immaginario collettivo del mondo occidentale.

Nel nostro caso di individui moderni e pragmatici, dove il razionalismo ha escluso la presenza degli dei, dei folletti, dei demoni dalla nostra vita, non abbiamo gli strumenti per superare quei problemi, anche psicologici, che i Celti superavano facilmente attraverso l’identificazione e l’esempio che trovavano nei loro racconti mitologici.

Le grandi religioni del mondo attuale non rispondono al bisogno dell’uomo odierno, inutile fingere che sia diversamente. Esse sono assoggettate alle cause, alle fazioni, agli interessi di partito come strumenti di propaganda. In effetti la loro metodologia è totalmente inefficace, valida forse per la sola domenica mattina, mentre l’etica degli affari, gli interessi personali, valgono per tutti gli altri giorni della settimana.

Per la nostra limitata capacità immaginativa i miti celtici sono per lo più favole per bambini, e chiunque creda a questi racconti viene definito un visionario schizofrenico, con il rischio di essere rinchiuso in qualche clinica psichiatrica.

Per i Celti però, le gesta dei loro eroi erano interiormente vere, e non avevano nessuna importanza e valore le prove storiche. Di fronte ad un approccio di questo tipo, la nostra mentalità va in cortocircuito. La loro forza era mitizzare tutta la loro vita, ogni dio o dea poteva fornire esempi su cui rispecchiarsi e trarre insegnamento per la propria vita quotidiana.

Per i Celti (come per tutte le antiche tradizioni) gli dei non erano esseri fantastici relegati in qualche cielo lontano o seduti su un trono a guardare annoiati il mondo, ma incarnavano piuttosto forze attive e intelligenti della vita, che attraverso il loro mettersi in scena nelle storie, potevano farsi conoscere e sperimentare concretamente.

A questo punto viene da chiederci, cosa ancora stiamo aspettando? Cosa ci trattiene dall’alzare il velo sulla nostra presunta razionalità? Perché abbiamo così tanta paura di staccarci dalla nostra banale quotidianità, intrisa di soli impulsi biologici e culturali?

Sicuramente, per vivere un nuovo mito dobbiamo affrontare la paura dell’abbandonare il conosciuto per lo sconosciuto, alla ricerca di un mito personale che ci conduca al di fuori delle proprie sofferenze e dei propri lamenti ordinari; sfortunatamente entrambi ci fanno sentire terribilmente sicuri e protetti, al riparo, sotto la coperta delle certezze.

Ci può aiutare in tutto questo Francis Bacon:

“…poiché Dio usa la nostra ragione per illuminarci, noi dovremmo allo stesso modo usarla in ogni modo per essere più capaci di capire i Suoi misteri; a patto però di ampliare la nostra mente, secondo la sua capacità, alla grandezza dei misteri, e non di ridurre i misteri alla ristrettezza della mente.”

3 risposte a "Alla ricerca dei miti celtici"

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  1. Buongiorno, sempre molto interessanti, profondi e appassionanti gli argomenti trattati. In particolare, dopo aver letto gli articoli in due parti sulla Trama del Wyrd, vorrei chiedere suggerimenti e consigli su quali testi/libri approfondire il mondo degli autentici misteri nella cultura celtica delle origini…
    Grazie
    Lorenza C.

    1. Buongiorno Lorenza,
      questi sono tre libri che consigliamo per entrare nell’argomento…

      Primo libro: I Miti Nordici. Autore Gianna Chieda Isnardi, edizioni Longanesi.
      Per approfondire i Miti nordici in maniera molto didattica.

      Secondo libro: Il vischio e la quercia, autore Riccardo Taraglio, edizioni L’ Età dell’ Acquario. Unione tra mito e storia, dando grande importanza all spiritualità nel mondo celtico.

      Terzo libro: fantasy, da cercare nei libri di seconda mano. Titolo: Il potere dei druidi, autrice Morgan Llyeelyn, edizioni editrice nord. Per assaporare il mondo celtico attraverso l’immaginazione.

      A presto

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