La Principessa o il Drago?

Meravigliosa ed ineguagliabile analogia dell’Iniziato alla ricerca della sua Essenza, nascosta dentro i più profondi recessi di una coscienza costellata da oscure paure, caotiche ipocrisie ed inquietanti contraddizioni.

Così è il Cavaliere alla ricerca della sua Dama, imprigionata dentro la torre di un castello protetto da un fossato pieno di trappole e da un drago spaventoso che fa gelare il sangue nelle vene.

Un simbolismo che assume questa forma nel periodo medievale ma che affonda le sue radici nelle più antiche tradizioni alchemica ed ebraica.

Così è la nostra condizione di erranti cercatori di una felicità forse mai assaporata fino in fondo, ma della quale abbiamo un sottile e quasi tangibile presentimento.

Come la Dama ogni tanto si affaccia alla finestra per lasciarsi ammirare dal Cavaliere e rinnovare il suo coraggio nelle sfide che dovrà affrontare per liberarla, nel medesimo modo la vita ci regala ogni tanto fugaci e sporadici attimi di gioia, quell’indefinibile sensazione di unione con qualcosa di più grande per cui vale la pena lottare a qualsiasi costo.

Inizialmente foraggiato di passione, il Cavaliere dovrà via via confrontarsi con ostacoli sempre più impegnativi che metteranno a dura prova il suo amore verso la Dama, la quale non potrà stare sempre alla finestra tifando per lui con incitamenti festosi, ma proprio nei momenti più difficili si ritirerà per misurare la sincera lealtà del suo prode spasimante.

Così è la vita verso di noi all’inizio di un cammino, generosa e prodiga di energia frizzante ed entusiasmante data in prestito nella perfetta quantità per permetterci di risalire, un passo alla volta, la scala che si apre davanti a noi.

Ad ogni piccola conquista, la Dama farà sentire la sua presenza rinnovata, più vicina, mentre ad ogni tradimento o passo compiuto in altre strade, avanzerà silenzio e solitudine, fino al punto in cui il ricordo dell’amata sembrerà solo rarefatta illusione, se non addirittura una parentesi amara nella propria vita.

E tu, giunto davanti al drago, sarai quindi disposto ad affrontarlo ed accettare l’arduo impegno del combattimento per amore della tua Dama? Oppure sceglierai la strada più facile, cioè scappare a gambe levate raccontando a te stesso: “forse, in fondo, non l’ho mai veramente amata e desiderata” oppure “il drago è troppo spaventoso, meglio lasciar morire la Dama nella sua torre”?

4 risposte a "La Principessa o il Drago?"

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  1. Bella analogia esoterica, che non avevo colto quindi ringrazio per avermela fatta conoscere con questo articolo. Sarebbe interessante conoscere le fonti che sono state di ispirazione all’autore (all’interno delle citate tradizioni medievale, alchemica ed ebraica), se possibile. Personalmente trovo ostacolante che questa analogia assuma le forme maschili e femminili stereotipate del cavaliere e dama, e che sia davvero poco immediato immaginarla in forma opposta, l’amazzone che salva il desirato amante chiuso nella torre. Culturalmente non torna… Ne capisco il motivo, serviva una metafora amorosa poichè l’intensità è la stessa che si prova per una persona amata. Tuttavia mi trasporta in un mondo dove gli iniziati sono solo uomini (sarà perchè nelle 3 tradizioni citate era effettivamente così?). Spero che i simboli che utilizzano una visione del mondo fortemente patriarcale vengano col tempo abbandonati o modificati. Penso che ci sia molto bisogno di abbandonare cavalieri maschi coraggiosi e dame femmine da salvare, anche se hanno significati esoterici che nulla hanno a che vedere con l’ordinario, ma trovo che lascino comunque un certo amaro in bocca. Penso che il nostro sia un tempo propizio per questo passaggio simbolico. Grazie per i vostri articoli, buon cammino a tutti voi! Cordialmente

    1. Salve Giulia. Si incontrano diverse tracce in diversi testi di simbologia alchemica, storielle ebraiche e nella letteratura cavalleresca medievale. Trattandosi di una simbologia “riservata” agli iniziati o comunque a coloro che sono sinceramente alla ricerca di ergersi al di sopra dei soliti schemi, probabilmente il presupposto era (ed è) che gli interessati abbiano già lasciato alle spalle le disquisizioni di genere per coglierne unicamente lo stimolo interiore. D’altronde in altre correnti, come nel krishnaismo, il devoto/ricercatore è sempre considerato femminile, mentre la presenza divina maschile, quindi l’analogia è per certi versi rovesciata.

  2. Metafora impareggiabile, stimolante,”only the brave” , grazie lo rileggerò più volte come riascolto i podcast per assaporare gli insegnamenti. GRAZIE

    Voglio restare vigile a me stessa, perché il mio drago è in agguato, non permetterò la sua sopraffazione.

  3. Complimenti, molti dei vostri post hanno una rara capacità di sintesi veramente evocativa. Quest’ultimo nello specifico ci pone nudi davanti allo specchio. Grazie

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