Attraverso il sunto di David Brahinsky*, vengono qui offerti 10 strumenti di conoscenza tratti dall’insegnamento di Gurdjieff. Tali strumenti rappresentano presupposti utili per capire più chiaramente – secondo la simbologia di Platone – cosa ci fa rimanere incatenati all’interno della caverna, da cosa sono formate le nostre catene, che tipo di energia ci occorre per liberarci da esse.
Vengono dunque qui presentate alcune tecniche per acquisire l’energia necessaria a liberarci da tale giogo, gli elementi per comprendere come siamo fatti strutturalmente, cosa ci spinge ad agire, attraverso quali parti di noi lo facciamo e a cosa possiamo aspirare quando saremo liberi dalle principali zavorre che impediscono il contatto con i nostri corpi esserici superiori.
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Come già messo in luce precedentemente (si veda l’articolo Il Sistema), l’essenza dell’insegnamento di Gurdjieff si basa sul fatto che – pur essendo attualmente addormentato – l’essere umano possiede il potenziale di evolversi e di raggiungere un più alto livello di comprensione che chiama, ne I Racconti di Belzebù a suo nipote, “ragione oggettiva”.
Una ben conosciuta rappresentazione dell’idea di fondo del suo insegnamento si trova nella Repubblica di Platone nel capitolo dedicato all’allegoria della caverna. Platone, usando la voce di Socrate, immagina l’umanità incatenata al muro di una grotta dove tutto quello che può essere visto o conosciuto della realtà sono ombre proiettate sulla parete di fronte a loro dalla luce di un fuoco che arde nella parte più alta della grotta. L’uomo è vissuto in questa grotta sin dall’infanzia, incatenato per il collo e le gambe in modo tale da non potersi voltare. In questo modo non apprende nulla di se stesso, degli altri o della realtà che lo circonda ad eccezione delle ombre.
1 – Gli “Io”
Gurdjieff si riferisce all’ordinaria coscienza di veglia come in realtà uno stato sonno-veglia in cui non abbiamo un centro di coscienza, un singolo “Io” con il quale assimilare e comprendere le impressioni, ma diversi “Io” con cui ci identifichiamo di volta in volta rimanendo inconsapevoli di quelli che rimangono latenti.
Genericamente parlando noi pensiamo di essere uniti, ci riferiamo a noi stessi dicendo Io, un’illusione favorita dal fatto che abbiamo un solo nome e un corpo. Uno dei primi risultati del Lavoro della Quarta Via è accorgersi dell’illusione di tale unità.
(Per un approfondimento del tema, si veda l’articolo I molteplici Io)
2 – Essenza e Personalità
Per Gurdjieff l’organismo umano è costituito da due funzioni fondamentali, che lui chiama “essenza” e “personalità”. Come evidenziato da Ouspensky in Frammenti di un insegnamento sconosciuto, l’essenza è quella con la quale siamo nati, la materia fondante di tutto il nostro essere ed include il corpo fisico, il corredo genetico, l’energia, il metabolismo energetico, il nucleo o le capacità innate.
Con la crescita la nostra essenza viene modellata dalle influenze culturali. Secondo Gurdjieff ci sono due direzioni generali di crescita possibile per l’essenza: essa può maturare lungo le linee del suo intrinseco potenziale naturale, o può ostruirsi nella sua maturazione e formare qualcosa che lavora contro il suo potenziale innato. L’essenza evolverebbe in società dove predominano le pratiche essenziali e i valori come la sincerità, l’amore, la verità, la compassione e la ricerca della conoscenza autentica.
La personalità, in contrasto con l’essenza, rappresenta invece la superficie o la periferia dell’organismo. Quando i valori essenziali determinano il corso della maturazione, l’essenza si mostra attraverso la personalità. In questo caso la personalità è un diretto riflesso espressione dell’essenza. In una persona completamente risvegliata, l’essenza e la personalità formano un Io continuo, ma quando valori e pratiche non essenziali come l’egoismo, la vanità, l’arroganza, l’invidia, l’odio e altro ancora determinano il cammino di maturazione, l’essenza viene imprigionata in una falsa personalità nella quale i molti, diversi e spesso contradditori Io formano una superficie, mentre gli Io che esprimono l’essenza rimangono sepolti sotto la crosta in uno stato d’immaturità.
Gurdjieff afferma che quando l’essenza e la personalità non si sviluppano armoniosamente, ovvero quando la personalità è principalmente falsa, gli Io possono volere cose molto differenti tra loro. Per lui è l’essenza che rappresenta i bisogni reali della persona. Se questo è vero, solo quando l’essenza si sviluppa è realizzabile la vera felicità.
Rispetto alla relazione tra i sessi, per esempio, Gurdjieff dice che spesso le persone si mettono insieme attraverso la falsa personalità, si sposano e vivono la loro intera vita mentre si odiano l’un l’altro a livello di essenza.
L’essenza, dice, sa cosa vuole ma non sa come spiegarlo. Per questa ragione quando due essenze che non sono in armonia si incontrano, non può scaturire dal loro rapporto una reale felicità. Se Gurdjieff ha ragione, lo sviluppo dell’essenza a spese della falsa personalità non può essere ignorato senza serie conseguenze, poichè tale sviluppo è la base di un’autentica felicità.
Lo scopo di ciò che viene chiamato Lavoro, quindi, è dissolvere la falsa personalità e risvegliare l’essenza. L’essenza, per questo motivo, si sveglia naturalmente quando i tanti Io della falsa personalità si dissolvono.
3 – I Respingenti
Come mai i tanti Io non sono in contatto l’uno con l’altro? Come possiamo essere così divisi e pensare di essere uno solo? Per spiegare queste circostanze, Gurdjieff introdusse il concetto di respingenti o ammortizzatori (si vedano i lavoro di M. Nicoll e K. Walker), aspetti della psiche che, metaforicamente parlando, si trovano tra i vari Io, prevenendo loro di entrare in contatto l’uno con l’altro.
I respingenti ci tengono in uno stato di sonno e sono aiutati in questo dalla nostra cultura odierna. Il processo di risveglio comincia divenendo consapevole di questi meccanismi, indebolendo il loro potere su di noi.
(Per un approfondimento del tema, si veda l’articolo I respingenti o ammortizzatori)
4 – Corpi Esserici Superiori
Secondo Gurdjieff, l’evoluzione della coscienza può portare a qualcosa di più che semplicemente diventare più consapevoli. Gurdjieff insegna che lavorare su se stessi attraverso il suo metodo può condurre allo sviluppo o “cristallizzazione” di quelli che lui chiama “corpi-esserici superiori,” formati da materia o corpi energetici che, quando completamente formati, sopravvivono alla morte del corpo fisico e vivono sulla superficie del pianeta. Il tema è stato abbondantemente trattato ne I Racconti di Belzebù a suo nipote.
5 – Materia-Energia
Insieme ad un’analisi psicologica, Gurdjieff compie un’analisi energetica della realtà e dell’organismo umano. Secondo lui l’intero universo è una manifestazione di una sostanza primigenia, un’energia o materia-energia che, sempre attraverso Belzebù, chiama “Eternokrilno”. Ogni cosa, ogni “concentrazione cosmica” – ad esempio le rocce, i muscoli, i tessuti, gli organi, le ossa, le persone, i pianeti, le stelle, le galassie e così via – vengono considerate concentrazioni di Eternokrilno. Anche se è materiale, l’Eternokrilno è anche la base della mente e della coscienza. Tutte le cose che esistono si differenziano in base alla densità di questa materia-energia.
Questo è anche vero per entità o funzioni come i corpi superiori e ciò che Gurdjieff chiama i nostri “centri” o “cervelli”.
6 – I centri
Gurdjieff identifica tre centri o cervelli – il cervello fisico, centrato nella colonna spinale, il cervello emozionale, collocato lungo tutto il tronco del corpo in un numero di concentrazioni connesse (che apparentemente si riferisce ai gangli vegetativi o centri nervosi) e il cervello intellettuale, situato nella corteccia cerebrale.
Per Gurdjieff i cervelli sono divisi in un numero di diverse funzioni (o parti) che sono pensate in termini di funzionamento superiore o inferiore. Il centro fisico, il centro emozionale e il centro intellettuale costituiscono una sorta di “storia” inferiore, e i centri emozionale e intellettuale superiore una “storia” più alta.
La cosa più importante da ricordare riguardo alla funzione dei centri inferiori nell’evoluzione spirituale è che, in accordo con Gurdjieff, affinchè i centri superiori funzionino correttamente, i centri inferiori devono essere pienamente funzionanti o sani. Quando le impressioni dai centri superiori cadono su una persona che è pienamente bilanciata e funzionante in maniera appropriata nei suoi centri inferiori, essi sono allora capaci di assimilare e utilizzare le impressioni per obiettivi evolutivi. In altre parole, la vera comprensione e i corpi esserici superiori possono allora evolvere.
Ogni centro e ogni parte utilizza la sua propria forma o densità di energia e ha la sua specifica funzione. Quando ogni parte funziona correttamente, e cioè quando ogni parte funziona con la propria energia, l’organismo è detto essere in equilibrio.
7 – Eternokrilno, impressioni e coscienza
Seguendo il ragionamento precedente, anche i centri, come ogni altra cosa nell’universo, sono concentrazioni della sostanza primigenia Eternokrilno. Essi funzionano facendo contatto con il mondo esterno, con le forme di Eternokrilno fuori da loro stessi (dal momento che ogni cosa è una loro forma). Il risultato di questo contatto tra organo e mondo è ciò che Gurdjieff chiama “impressioni”. Dunque, come ogni altra cosa, anche le impressioni sono una forma di materia-energia. Da qui, nel modello di coscienza che presenta Gurdjieff, la materia-energia in varie densità (i centri) contatta la materia-energia in varie densità o frequenze nel mondo circostante. Questa interazione crea le impressioni (materia-energia in certe frequenze) e l’accumulo di ciò che chiamiamo conoscenza o comprensione.
In questo senso, l’intero universo ed ogni cosa in esso è una forma di coscienza, che è come dire che ogni cosa è più o meno consapevole, più o meno energeticamente densa. Le amebe sono più consapevoli delle pietre, e gli esseri umani sono più consapevoli delle amebe.
Questa nozione suggerisce che dal momento che l’essenza e la sua diretta manifestazione, la vera personalità, sono più consapevoli della falsa personalità e dei respingenti, la dissoluzione della falsa personalità e dei respingenti cambia ciò che è relativamente grossolano in ciò che è relativamente più fine o, nel linguaggio dell’alchimia (un’espressione favorita da Gurdjieff), trasforma “il piombo in oro”.
8 – Respingenti, centri e coscienza
Gurdjieff concepì il nostro risveglio nei termini di un funzionamento pieno ed armonioso dei nostri centri e, quest’ultimo, nei termini della nostra abilità di trasformare il cibo o materia-energia nelle densità adeguate per l’utilizzo da parte dei centri. Quando il processo scorre liscio noi evolviamo, ci risvegliamo, saliamo la scala della coscienza per così dire. Ma quando il processo è bloccato, rimaniamo stagnanti e non evolviamo. Ed è il respingente che può esserne considerato il colpevole.
I respingenti bloccano lo scorrere dell’energia dentro di noi, quindi limitano la nostra capacità di trasformare l’energia in densità adeguate per l’utilizzo dei centri. Quando non è disponibile una quantità sufficiente di energia di densità appropriata, i centri possono lavorare solo in alcune parti. Ma ogni parte di ogni centro funziona per ricevere impressioni e quando il processo di trasformazione dell’energia è bloccato dai respingenti e i centri sono deprivati di energia e non conducono a tali impressioni, noi funzioniamo a livelli molto più bassi di consapevolezza rispetto a come avverrebbe se non ci fossero respingenti, e così non avremo necessariamente il tipo di impressioni che ci aiuta a capire realmente ciò che stiamo vedendo.
9 – Eternokrilno e i corpi esserici superiori
All’assunzione di Gurdjieff secondo cui ogni cosa che esiste è una forma di materia-energia onnipresente, consegue che i corpi esserici superiori, come ogni altra cosa, sono creati al di fuori di essa. Essi devono essere creati dentro di noi da una forma fine di materia-energia che creiamo attraverso il lavoro su noi stessi.
Così i corpi esserici superiori, presi letteralmente come corpi fisici/energetici o come stati psicologici che avrebbero, naturalmente, una prevalenza energetica, possiamo dire rappresentino una maturazione dell’energia con cui siamo nati, quella che si trova al di sotto del livello di coscienza a cui si giunge senza lavorare su se stessi. I corpi esserici superiori sono come dei nuovi cervelli, nuovi centri che possono raccogliere impressioni di un genere sempre più fine anche rispetto ai nostri centri emozionale e intellettuale superiore.
10 – Ricordo di sé
Genericamente parlando, il ricordo di sè è lo stato d’essere coscienti di se stessi nel momento della ricezione delle impressioni dal mondo.
Gurdjieff afferma che nel sonno-veglia, non importa con quanta attenzione ci concentreremo sul mondo, raramente, se non mai, ricordiamo noi stessi mentre riceviamo impressioni; e imparare a farlo, dice, richiede una grande quantità di pratica. Le impressioni che entrano mentre siamo in uno stato di auto-ricordo hanno una qualità energetica superiore rispetto alle impressioni che entrano durante il sonno-veglia.
Il ricordo di sè è dunque la sensazione di Io – della propria persona come un tutto. Questo significa sentire e sapere – o comprendere, nel pieno senso della parola – chi e che cosa sono. Come coscienza in generale, tuttavia, non c’è per Gurdjieff alcuno stato o esperienza di ricordo di sé ma solo livelli di tale ricordo. In altre parole, è uno stato in cui si può andare sempre più profondamente, in cui si può diventare sempre più consapevoli di chi si è e di ciò che si è. Il Primo Shock Cosciente, in altre parole, può essere innescato in misura maggiore o minore; così possono essere prodotte una maggiore o minore quantità di energie sottili. La differenza tra le impressioni meccaniche e quelle consapevoli, pertanto, non è nettamente distinta ma è una questione di grado. Inoltre, apparentemente è solo quando il ricordo di sé si accresce in pienezza che può essere prodotta una quantità sufficiente di energie più fini necessarie per la cristallizzazione dei corpi esserici superiori.
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*Il presente articolo è tratto Reich and Gurdjieff – Sexuality and the Evolution of Consciousness di David M. Brahinsky. La traduzione è nostra.
Il testo è disponibile interamente in italiano pubblicato da SpazioInteriore.
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