Nonostante l’avanzare della tecnologia e della scienza, il numero dei malati e delle malattie non sembra diminuire proporzionalmente ma, anzi, continua ad aumentare. Non possiamo quindi negare di trovarci davanti a una crisi della medicina “ufficiale”.
Molti specialisti del settore hanno iniziato a chiedersi se l’attuale approccio allopatico non sia da rivedere, riconoscendo nel paziente un essere umano da considerare nella sua interezza di persona, e non un organismo biologico da catalogare a seconda dei sintomi che presenta.
Questo cambiamento richiederà certamente un lungo percorso, ma se oggi molte persone hanno la libertà di scegliere come curarsi, lo dobbiamo a dei pionieri, uomini e donne straordinari che negli anni passati hanno avuto il coraggio di tracciare una nuova strada, oltrepassando frontiere considerate invalicabili, vedendo la malattia come un’opportunità per conoscere se stessi, e la guarigione come il superamento delle proprie paure e dei propri conflitti.
Tra questi uomini siamo felici di aver conosciuto Fernand Peyrot, iridologo, vero pioniere della medicina naturale italiana, che a 82 anni d’età, il primo weekend di inizio Marzo, ha lasciato questo mondo.
Alcuni di noi dell’Associazione Per-Ankh lo conoscevano da tempo, altri lo avevano incontrato per la prima volta negli ultimi mesi dell’anno scorso nel suo studio/laboratorio a Luserna San Giovanni in Val Pellice dove, circondato da libri, incontrava i suoi pazienti. La diagnosi cominciava con la sua stretta di mano, cordiale e attenta, che avveniva mentre fissava profondamente negli occhi, capace di cogliere i più profondi stati d’animo.
Non era unicamente interessato ai sintomi che il paziente riportava, ma cercava di risalire alla causa che li aveva generati, cercando di conoscere gli stati emozionali e i pensieri ricorrenti. Oltre all’osservazione dell’iride, soleva prendere le mani per sentirne il calore e individuare “il posto” in cui la persona si trovava emotivamente in quel momento.
Non si può dire che seguisse rigidamente un particolare paradigma teorico; la sua capacità di individuare la radice delle malattie era frutto di anni di esperienza, di intuizione, ma soprattutto di sincero interesse verso le persone. Certo, aveva creato della sua arte un lavoro, ma non aveva mai permesso che il lato economico potesse escludere qualcuno, e non si tirava mai indietro se era necessario effettuare visite gratuitamente.
Abbiamo incontrato la figlia Janette (della quale si può visitare il sito) pochi giorni dopo la sua morte, che ci ha raccontato della sua storia e di come Fernand fosse da sempre affascinato dal mondo delle api che tanto amava. Così, stimolato e attratto dalla perfezione della natura, andò a studiare naturopatia in Germania, con particolare attenzione all’iridologia psicosomatica, per portarla in Italia alla fine degli anni 70.
Dai vari insegnamenti che ebbe modo di approfondire, prese tutte le cose che risuonavano con il suo essere e con le sue esperienze, sfidando l’ostracismo della medicina ufficiale, le difficoltà economiche e gli ostacoli sociali che questa scelta comportava. Diede così forma ad una professione che ancora non esisteva, in un’epoca dove l’unica pubblicità possibile era il passaparola, attendendo senza mai demotivarsi i pochi pazienti che cominciavano a fargli visita.
Come apripista alla naturopatia, era conosciuto in Italia ed Europa per il suo particolare approccio alla cura che univa l’attenzione all’alimentazione con l’utilizzo di rimedi naturali. Credeva nel suo lavoro ed era disposto a combattere senza paura per difenderlo. Da sottolineare che fu infatti uno dei primi a lottare contro l’obbligo delle vaccinazioni a scuola, in un periodo in cui questo tipo di libertà non era nemmeno immaginabile.
Libero dal condizionamento delle opinioni della gente, ha continuato a credere in ciò che sentiva portando avanti il suo lavoro con schiettezza. Non di rado, durante una visita con lui, poteva dare dei veri e propri shock che mettevano in discussione particolari sicurezze o morali, e rompeva così quelle sovrastrutture che allontanavano la persona dalla sua felicità.
Parlava della paura e delle preoccupazioni come principale origine della malattia che condiziona l’essere umano. Ma la paura, che spesso non corrisponde a qualcosa di reale, è una forma pensiero che ci condiziona al punto da cristallizzarsi nel corpo. Interessante il fatto che era molto amico di un altro pioniere della medicina alternativa: Ryke Geerd Hamer.
Per questo ripeteva che non bisogna preoccuparsi troppo della vita, ma aver fiducia in essa perché le cose vanno come devono andare, e anche se noi non sappiamo il perché di certi eventi, dobbiamo aver fiducia nel fatto che quello che sta succedendo sia sempre la cosa giusta.
Fernand non era interessato alla fama, il suo lavoro era quasi un servizio verso le persone, viveva infatti in modo semplice e nella più attenta riservatezza, per cui non ha mai voluto che il suo nome comparisse nelle testimonianze delle persone a cui aveva salvato la vita, curandole da malattie giudicate incurabili e senza speranza dalla medicina ufficiale.
A conferma della sua integrità e del suo percorso si era preparato alla morte con estrema serenità e consapevolezza, pur continuando a ricevere pazienti ed amici fino agli ultimi giorni. Senza malinconia ne parlava apertamente dicendo che era pronto ad andare. La sera prima di morire era gioioso e sorridente, e addirittura cercava di far ridere le persone che gli stavano vicino con la sua solita ironia.
Noi non possiamo che ringraziare Fernand Peyrot per il suo esempio e per il suo coraggio nella ricerca della verità, che sprona tutti i cercatori a continuare nel processo di conoscenza di se stessi come forma più elavata di salute.
Vorremmo dare voce ancora una volta ai suoi consigli, attraverso le sue stesse parole:*
“La vita è molto semplice: se tu mangi bene stai bene, se mangi male stai male. Il problema è che le persone parlano, parlano, ma non mettono in pratica. L’animale selvatico invece, non legge, non studia, ma d’istinto fa la cosa giusta: se sta male non mangia, digiuna e guarisce. Questa è la semplicità della vita.
Ippocrate come primo alimento dell’uomo mette il pensiero: ci sono persone che mangiano schifezze eppure stanno benissimo, non si ammalano mai. Altre persone che non sgarrano su niente e sono sempre ammalate, è per quello che nei manicomi non esistono infarti e tumori.
Il nostro vero problema è la paura, dell’abbandono, della morte: noi mangiamo paure.
Possiamo mangiare la cosa più salutare del mondo ma se siamo arrabbiati e siamo nella paura, ci farà male allo stomaco, mentre possiamo mangiare una pizza con tutte le schifezze, ma se siamo in buona compagnia con allegria e sereni e non ci darà nessun disturbo.
Le cose importanti per la Salute sono:
1) Il pensiero; tutti noi o quasi conosciamo il così detto effetto placebo, ovvero il convincere il proprio subconscio della assoluta verità di un’affermazione fino a rendere essa stessa vera. Immaginate cosa succederebbe se questo avvenisse a livello conscio? Se fossimo noi a scegliere cosa rendere vero?
2) L’aria, la respirazione.
3) L’acqua.
4) Il sonno.
5) Il cibo, seguendo le “3V”: Vivo, Vario, Vegetale.
6) L’attività fisica; i cinesi dicono che abbiamo due medici: la gamba destra e la gamba sinistra. Muoviamoci: quando camminiamo circola la vita in noi.
7) L’acqua fredda per lavarsi.
Una persona che ha deciso di andare verso la salute deve togliere dalla sua alimentazione le cose che non vanno e dalla sua mente i pensieri che non vanno. Il corpo farà tutto il resto.”
* Citazione riportata dall’Associazione Italiana Prevenzione Primaria, dove Fernand Peyrot ha insegnato in alcuni corsi.
Quando si mettevano in pratica i suoi consigli, un solo incontro con Fernand bastava per avere sufficienti elementi per vivere bene per tutta la vita. Un’alimentazione sana, vegetariana, povera di frumento come di latticini, eccitanti, zuccheri, assicura un corretto equilibrio del corpo. Lavorare sulle nostre insicurezze e paure è indispensabile per l’equilibrio emotivo; imparare a dare significati che ci aiutano a vivere, credere in noi stessi e nelle nostre possibilità, rinforza invece l’uso che facciamo della mente. Fernand in poche parole e con un affetto davvero non comune sapeva come indirizzare chiunque verso queste possibilità. Adesso sta noi continuare a mettere a frutto la sua esperienza e ricordarlo nei numerosi tesori che ci ha lasciato. Il più riconoscente grazie.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo pochi mesi fa. Che dire… un guaritore a 360 gradi. Attento, sinceramente interessato, mai banale, ha colpito subito nel segno individuando i lati deboli della mia costituzione e fornendomi consigli preziosissimi.
Spero vivamente che altre persone possano continuare sulla sua stessa strada, perché Peyrot era proprio quel genere di “dottore” che consiglierei a chiunque di trovarsi davanti nel momento del bisogno.
Provo una grande riconoscenza per Fernand Peyrot. Mi ha aiutata. Vedeva in profondità e vedeva lontano. Le sue parole risuonano dentro di me e mi accompagnano. Lo ricordo con grande stima, simpatia e affetto.
…Le parole si perdono,ma il ricordo di chi lo ha conosciuto di certo rimarrà vivo…in eterno..
Peccato
di aver conosciuto la sua esistenza solo ora,leggendo questo articolo.
Martina
L’ho incontrato la vigilia di Natale dell’anno scorso, mi ha stupito subito la capacità di andare al nucleo del problema, di portare esempi anche personali condividendo la sua esperienza di vita. Abbiamo parlato dell’ importanza dell’ alimentazione sana e naturale, ma anche di come questo non sia sufficiente se ci cibiamo allo stesso tempo di emozioni negative. Parlava del potere di guarigione del sorriso e della gioia. Ogni giorno davanti al suo osannato magnesio marino, non posso che sorridere e cercare di portare le sue parole nella mia vita.
Gli occhi come porte del cuore.
Vorrei che nella classe medica capissero l’importanza di entrare in relazione con la persona quando si vuole realmente esserle d’aiuto, che non si cura un fegato, un intestino, una testa ma la persona nella sua totalità e che il servizio dell’altro è l’opportunità per essere più umani.
Grazie Fernand per la tua testimonianza.
Buon viaggio!
Indimenticabile; Lo conobbi 38 anni fa, sono di Basilicanova di Parma, mi chiamo Nicoletta Stocchi e sono coniugata con un figlio. Anch’io mi dedico alle cure naturali ed all’iridologia. Mi bastava sentire la Sua voce per sentirmi guarita. Ci sono ritornata altre 7/8 volte, dovevo ritornare in maggio 2017, ma ….. L’ho visto per l’ultima volta nell’aprile del 2016 , capii e mi sentii che stava per lasciarci. Ora come farò senza di Lui. E’ l’Uomo che spiritualmente nella vita mi ha dato piu’ di tutti; vorrei essere come Lui. Vorrei conoscere di piu’ della Sua vita, dei Suoi studi,dei Suoi pensieri. Un profondo ringraziamento al suo insegnamento ed un augurio per la figlia Janette nel proseguimento. Grazie ancora dal profondo dell’anima.
Nicoletta e famiglia
Sono un astrofisico,naturopata, cromopunturista e iridologi e condivido tutto quanto e’ scritto nell’articolo.Non abbiamo fiducia nella vita quando invece è una grande maestra. Non sempre comprendiamo i suoi insegnamenti, ma come succedeva a scuola, ascoltiamo, impariamo e mettiamo da parte…un giorno ci servirà.Avere fiducia nella vita significa saper cogliere ciò che ci succede e farne tesoro per il futuro. La maggioranza delle persone vivono seguendo schemi fissi, credenze che ci vengono impartite fin dalla tenera infanzia.Non possiamo evitarlo, ma ..possiamo, una volta cresciuti, prendere consapevolezza e aprirci a tutto. Non tutto quello che ascolteremo ci sembrerà giusto..ma se ci chiudiamo ci impediamo di cogliere nuove cose e di cambiare il nostro punto di vista e non impareremo mai a volare liberi.
2 MARZO 2017 : SIAMO TRAVOLTI DA UNO TZUNAMI FAMIGLIARE IMPROVVISO, MIO MARITO, 45 ANNI PRESO DA MALORE VIENE RICOVERATO D’URGENZA NEL REPARTO DI NEURORIANIMAZIONE DELLE MOLINETTE, SEDATO IN COMA FARMACOLOGICO, RIMANE IN QUELLA CONDIZIONE PER 40 GG….DAL LENTO RISVEGLIO E LENTISSIMA RIPRESA SIAMO ARRIVATI AD OGGI….
29 MARZO 2019 : FORMULO E RIFORMULO IL NUMERO FISSO DI TELEFONO DESIDEROSA DI INCONTRARE PEYROT MA SENZA ESITO….CERCO SU INTERNET E TROVO DEI RIFERIMENTI, APRO QUESTA PAGINA E APPRENDO LA TRISTE NOTIZIA, NON RIESCO A TRATTENERE LE LACRIME, AVREI VOLUTO CHE I MIEI TRE FIGLI AVESSERO POTUTO INCONTRARLO………MI SONO RIVOLTA A LUI CIRCA 10 ANNI FA MA L’HO CONOSCIUTO A 18 ANNI E PER ME È STATA SUBITO UNA RIVELAZIONE! AFFETTA DA ARTRITE REUMATOIDE, LO REGGIUNGEVO 1/2 VOLTE L’ANNO…..LE SUE INDICAZIONI ERANO A GRANDI LINEE SEMPRE LE STESSE (IO NON ERO MAI COSTANTE, NONOSTANTE LA MIA FIDUCIA ERA TOTALE) MA ENTRARE DA QUELLA PORTICINA E SVUOARE IL SACCO ERA LIBERATORIO…..SI PERCEPIVA UNA COMPRENSIONE INFINITA!!
IL CONCETTO DI MALATTIA VENIVA RIBALTATO E VISTO DA TUTTA UN’ALTRA PROSPETTIVA RITORNAVO A CASA SOLLEVATA E PIENA DI SPERANZA, FINALMENTE VENIVANO MESSI IN DISCUSSIONE ARGOMENTI COME MALATTIE EREDITARIE, VACCINAZIONI, LO STRETTO LEGAME TRA PATOLOGIA E CERVELLO, FORMIDABILE!!!!…..QUESTA VISIONE NON CONVENZIONALE, L’HO CONDIVISA CON MIO MARITO E TRASMESSA AI MIEI FIGLI (LA MIA FORZA!!!) E SONO INFINITAMENTE GRATA CHE IL DESTINO MI ABBIA PORTATA DA LUI…………….LE SUE PAROLE E I SUOI INSEGNAMENTI RIMARRANNO SEMPRE NEL MIO CUORE E LO RICORDERÒ CON TANTO AFFETTO, GRAZIE FERNAND PEYROT 🌷💚
Sono stato visitato dal Dottore il quale seduto di fronte a me dopo avermi rassicurato che nulla di grave covava nel mio organismo, esordì con una frase che sottolineava un accaduto che solo io e mia moglie che mi era accanto potevamo sapere, e cioé la caduta da una scala di tre metri avvenuta molti anni proma che fortunatamente non comportò nessun trauma. La cosa mi sconvolse. Come si può capire certe cose solo osservandoti negli occhi. Un Grande!
Ho conosciuto il dott Peyrot nel 1998 ed ha cambiato radicalmente il mio modo di pensare e di alimentarmi, la mia salute con il passare degli anni è sempre migliorata. Purtroppo non ho saputo della sua dipartita, ma un pensiero di gratitudine vola verso lui. Grazie si cuore
💚💚💚