JERA – LA RINASCITA
La moderna tradizione divide le Rune in tre Aettir, o famiglie. Ogni gruppo viene, singolarmente, chiamato Aett e contiene le otto Rune in cui è diviso l’antico alfabeto runico di 24 lettere chiamato Futhark. Jera è la quarta Runa del secondo Aett e rappresenta l’arrivo della primavera dopo un lungo inverno.
Se osserviamo dall’alto la sua forma sembra essere una spirale, che richiama l’idea
di movimento e di rotazione. Il nome Jera, infatti, può essere associato al nome inglese “year”, che significa anno, inteso come passare del tempo, al succedersi degli eventi, alla ciclicità delle stagioni. Questa Runa può rappresentare, attraverso questa funzione, il ciclo della natura, il passaggio dall’inverno all’estate, e dona la consapevolezza all’essere umano di essere parte di questo ciclo dove ogni inizio porta con sé la sua fine, e ogni fine racchiude in sé un nuovo inizio.
La forma di Jera può ricordare, per alcuni versi, il simbolo del Tao che ci rammenta che la vita è l’armonia degli opposti: la primavera esiste perché prima c’è stato l’inverno; il periodo del raccolto esiste perché prima c’è stata la semina, il duro lavoro. Questa Runa insegna che non esiste un momento che possiamo definire positivo o negativo. La vita è un continuo mutamento e solo vivendo in armonia con le leggi della natura l’essere umano è in grado di vivere felicemente.
Jera non è una Runa passiva, anzi, ci sprona verso l’azione per non subire, fiaccamente, il flusso degli eventi. In questo particolare momento storico che stiamo attraversando molti sono in attesa che qualcosa cambi, nella speranza che arrivi una nuova stagione e con essa i nuovi frutti. Nostra è la scelta: aspettare, rassegnati, che qualcosa cambi nella nostra vita, o divenire parte attiva di quel cambiamento. Può essere pertanto utile ricordare che Jera è la Runa della responsabilità personale nella costruzione del proprio destino, dove si raccoglie solo ciò che si è seminato.
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