La moderna tradizione divide le Rune in tre Aettir, o famiglie. Ogni gruppo viene, singolarmente, chiamato Aett e contiene le otto Rune in cui è diviso l’antico alfabeto runico di 24 lettere chiamato Futhark. Teiwaz è la prima Runa del terzo Aett.
Il terzo Aett è relativo al dio Tyr, dio della guerra combattuta per giusta motivazione, colui che è capace di sacrificarsi per il bene comune. Il significato del suo nome è: “Dio del cielo luminoso e protettore dell’ordine cosmico”. Nella mitologia norrena il dio Tyr si fece staccare la mano dal lupo Fenrir, rappresentate delle forze del caos, i giganti, per mantenere l’ordine e la giustizia.
Il dio Tyr è l’emblema della lotta, risalente a tutte le Tradizioni, tra le forze del bene e quelle del male, tra l’ordine e il caos. Sacrificando il suo arto rinuncia ad un organo fisico, fondamentale per un guerriero, ma invece di diminuire la sua forza la intensifica; è considerato da tutti gli dèi il più valoroso e giusto dei guerrieri. Il fondamento del terzo Aett è la conoscenza di energie superiori, la capacità di andare oltre il mondo della forma, per conoscere e controllare le energie che formano la trama del Wyrd.
La Runa Teiwaz rappresenta, graficamente, una freccia direzionata verso l’alto. Indica la direzione dove orientare il proprio intento: il regno degli dei. Il suo obiettivo è superare il concetto di personalità, per accedere alla divinità nascosta in ogni uomo, attraverso la propria battaglia interiore. Per fare ciò sono necessarie tre virtù: Amore, Verità e Giustizia, in riferimento ai tre Aett che contengono le 24 Rune.
In un’epoca come la nostra, in cui l’interesse personale sovrasta il benessere comune, dove il buio della paura nasconde la luce del dio del cielo luminoso, dove la slealtà, la mancanza di coraggio, l’egoismo si esprimono attraverso le guide del popolo in ogni ambito della vita umana, l’energia di questa Runa è nascosta e dormiente. La luce di Teiwaz si avvicinerà e donerà una grande energia a chi saprà utilizzare il suo potere per il bene comune con la massima dirittura morale.
Rispondi