Non so se ci avete mai fatto caso, ma si coglie un’insolita anomalia di fondo quando si sente parlare di sette, lavaggi del cervello e plagi psicologici. La faccenda è piuttosto buffa, eppure quasi nessuno la considera da un punto di vista diverso dal solito…
Già, perché, ad esempio, quando un mio amico diventa vegetariano e smette di andare a messa, ecco, si sarà certamente fatto frullare il cervello da qualcuno che gli ha rubato la libertà di mangiarsi la bistecca e di ascoltarsi Radio Maria. Allora mi scatta lo spirito missionario di salvargli l’anima e di riportarlo sulla santa via della ragione.
Non è possibile che la carne non gli piaccia, o che addirittura abbia fatto una scelta etica diversa dalla mia. No! La carne deve piacergli perché è buona, e deve mangiarla perché la mangiano tutti. Questa è libertà!
Non è possibile che non creda più alla religione più giusta di tutte. No! E poi cosa penseranno e diranno di lui i suoi parenti, i suoi amici, il parroco, la gente del suo paese o del suo quartiere? Non scherziamo, deve dimostrare di essere libero e continuare a portare avanti le solite abitudini per non essere giustamente giudicato (male).
Il mio amico deve capire che le persone, le letture o le riflessioni che gli hanno fatto compiere certe scelte, sono certamente pericolose. Di questo passo finirà col farsi mangiare il cuore in qualche rito satanico o, peggio ancora, ritrovarsi seduto in un ristorante tipico toscano a mangiarsi un’insalatina scondita invece che una bella fiorentina al sangue!
Non pensate che io non abbia la forza e la voglia di chiedermi perché rappresenta una scelta libera il mangiar carne e il frequentar messa. Potrei chiedermelo eccome, ma perché perder tempo a farmi domande che certamente si saranno già fatte molte altre persone prima di me? Insomma, se così fan tutti, ci sarà certamente una motivazione più che valida. E poi non ho tempo da perdere, devo pensare a far rinsavire il mio amico…
C’è poco da ridere, siamo fatti così.
Come un bambino capriccioso corre dalla mamma per lamentarsi dei capricci del suo amichetto perché lo disturba nel gioco, così noi (gente coscienziosa, benpensante e moralmente integra) sappiamo ben individuare gli effetti di una sordida persuasione mentale su una persona, escludendo però il fatto che ci troviamo anche noi, bene o male, in una medesima situazione.
Non vogliamo proprio considerare che quasi tutti i nostri desideri, le nostre scelte di vita, le nostre gioie e i nostri dispiaceri, sono previsti da un efficace software che abbiamo messo in download dal giorno della nostra nascita, e che lo abbiamo fin da subito installato rinnovando gli aggiornamenti con metodica abitudine. Il senso di libertà che tanto vantiamo è proprio il vanto di questo programma.
Spesso oscilliamo tra l’inseguire le aspettative dei nostri genitori o, al contrario, cercare di perseguire strade opposte per senso di ribellione. Quando riusciamo invece a svincolarci da queste “influenze parentali”, poco male, ci pensano le morali religiose, le aspettative degli amici o i falsi miti della società a scegliere per noi.
Ecco perché trovo un po’ ironica la distinzione tra persone normali, libere, e persone suggestionate psicologicamente. Anche perché basta leggere un giornale, accendere una tv o parlare con un passante, per fiutare questa settaria pressione psicologica.
A ben guardare il mondo con occhi disincantati, vedo un’infinita serie di sette una dentro l’altra, proprio come delle scatole russe; dove le più grandi guardano verso le più piccole giudicandole dannose e schiave, ma non hanno mai la forza (e soprattutto la voglia) di guardare la scatola in cui si trovano. Forse che la dimensione sia un parametro di miglior qualità o miglior libertà? Saprebbe rispondere anche un bambino.
La domanda potrà sorgere dunque spontanea: esiste il modo di renderci immuni da ogni sorta di lavaggio del cervello? Esiste il modo di riconoscere la setta che più ci influenza e di cui facciamo parte senza nemmeno accorgercene? Ma ancor di più, esiste realmente uno stato di totale libertà cui ambire?
Domande più che lecite… ma non vorrete che sia io ad influenzarvi, vero?
Le Fou