I tipi di uomo – La Quarta Via (cap. 8)

L’uomo, in relazione alle funzioni e agli stati di consapevolezza e dal punto di vista della sua possibile evoluzione, è diviso in sette categorie. Le persone nascono soltanto in una delle prime tre categorie.

P.D. Ouspensky. (1)

derviscioLa divisione dell’uomo in 7 categorie permette di spiegare molte cose che non potrebbero essere comprese altrimenti. Questa divisione è una prima applicazione all’uomo del concetto della relatività. Cose apparentemente identiche, possono essere del tutto differenti, secondo la categoria di uomini da cui dipendono o in relazione alla quale si considerano.

Secondo questa concezione tutte le manifestazioni interiori ed esteriori dell’uomo, tutto ciò che gli è proprio, tutte le sue creazioni, sono ugualmente divise in sette categorie: il sapere, l’arte, la religione.

Uomo n. 1

L’uomo n. 1 ha il centro di gravità della sua vita psichica nel suo centro motore. È l’uomo del corpo fisico, in cui le funzioni dell’istinto e del movimento predominano sempre sulle funzioni del sentimento e del pensiero.

Il sapere n. 1 è basato sull’imitazione, gli istinti o imparato a memoria, meccanicamente, per ripetizione. L’uomo n. 1 acquisisce tutto il suo sapere come una scimmia o un pappagallo.

La sua religione è fatta di riti, di forme esteriori, di sacrifici e di cerimonie brillanti che possono essere talvolta di imponente splendore o al contrario di carattere lugubre, selvaggio e crudele.

Uomo n. 2

L’uomo n. 2 è allo stesso livello di sviluppo del precedente ma il centro di gravità della sua vita psichica si trova nel centro emozionale; è dunque l’uomo in cui le funzioni emozionali predominano su tutte le altre, è l’uomo del sentimento, l’uomo emozionale.

Il sapere dell’uomo n. 2 è semplicemente il sapere di ciò che piace. L’uomo n. 2 non vuole sapere nulla di ciò che non gli piace. Oppure, se è un uomo malato, è attratto da tutto ciò che gli dispiace, è affascinato dalle proprie ripugnanze, da tutto ciò che provoca in lui l’orrore, lo spavento e la nausea.

La sua religione è basata sulla fede, l’amore, gli slanci, l’adorazione e l’entusiasmo, che non tardano a trasformarsi in una religione di persecuzione, di oppressione e di sterminio degli eretici e dei pagani.

Uomo n. 3

L’uomo n. 3 è anch’esso allo stesso livello di sviluppo, ma il centro di gravità della sua vita psichica è nel centro intellettuale; in altri termini, è un uomo in cui le funzioni intellettuali predominano sulle funzioni emozionali, istintive, motorie; è l’uomo che ragiona, che ha una teoria per tutto ciò che fa, che parte sempre da considerazioni mentali.

Il sapere dell’uomo n. 3 è un sapere fondato su un pensare soggettivamente logico, su parole, su una comprensione letterale. È il sapere dei topi di biblioteca, degli scolastici.

La sua religione è intellettuale e teorica, una religione di prove e di argomenti, fondata su ragionamenti, interpretazioni e deduzioni logiche.

Ogni uomo nasce n. 1, n. 2, n. 3. Per quanto concerne le religioni, la n.1, la n. 2 e la n. 3 sono realmente le sole che conosciamo.

Uomo n. 4

L’uomo n. 4 non è nato tale, ed è diventato n. 4 in seguito a sforzi di carattere ben definito. L’uomo n. 4 è sempre il prodotto di un lavoro di scuola. Non può nascere tale né svilupparsi accidentalmente: le influenze ordinarie dell’educazione, della cultura ecc., non possono produrre un uomo n. 4. Il suo livello è superiore a quello dei precedenti; egli ha un centro di gravità permanente che è fatto delle sue idee, del suo apprezzamento del lavoro e della sua relazione con la scuola. Inoltre, i suoi centri psichici hanno già incominciato a equilibrarsi; in lui, un centro non può più avere una preponderanza sugli altri, come per gli uomini delle prime tre categorie.

L’uomo n. 4 comincia già a conoscersi, comincia a sapere dove va.

Il sapere dell’uomo n. 4 è di una specie completamente differente dai precedenti. È un sapere che viene dall’uomo n. 5, il quale l’ha ricevuto dall’uomo n. 6, il quale l’ha attinto alla sorgente dell’uomo n. 7. Tuttavia è chiaro che l’uomo n. 4 assimila di questa conoscenza solo ciò che è in rapporto alle sue possibilità, ma a confronto dei precedenti il sapere dell’uomo n. 4 ha incominciato a liberarsi degli elementi soggettivi ed è in cammino verso il sapere oggettivo.

Uomo n. 5

L’uomo n. 5 è già il prodotto di una cristallizzazione; egli non può cambiare continuamente, come gli uomini n. 1, n. 2 e n. 3. Ma si deve notare che l’uomo n. 5 può essere sia il risultato di un lavoro giusto come il risultato di un lavoro sbagliato. Egli può essere diventato n. 5 dopo essere stato n. 4 e può essere diventato n. 5 senza essere stato n. 4. In quest’ultimo caso non potrà svilupparsi oltre, per diventare n. 6 egli dovrà prima rifondere completamente la sua essenza, già cristallizzata. Dovrà perdere intenzionalmente il suo essere di uomo n. 5. Ora, questo non può essere portato a termine che attraverso sofferenze terribili. Per fortuna, tali casi di falso sviluppo sono molto rari.

Il sapere dell’uomo n. 5 è un sapere totale e indivisibile. L’uomo n. 5 possiede un Io indivisibile e tutta la sua conoscenza appartiene a questo Io. Non può esserci un io che sappia qualche cosa senza che un altro io ne sia informato. Ciò che egli sa, lo sa con la totalità del suo essere. Il suo sapere è più vicino al sapere oggettivo di quanto può esserlo l’uomo n. 4.

Uomo n. 6

L’uomo n. 6 segue da vicino l’uomo n. 7. Differisce da lui solo per qualcuna delle sue proprietà che non sono ancora diventate permanenti.

Il sapere dell’uomo n. 6 rappresenta l’integralità del sapere accessibile all’uomo, ma può essere ancora perduto.

Uomo n. 7

L’uomo n. 7 è giunto al più completo sviluppo possibile per l’uomo e possiede tutto ciò che l’uomo può possedere, come volontà, coscienza, un Io permanente e immutabile, individualità, immortalità e una quantità di altre proprietà che nella nostra cecità e nella nostra ignoranza noi ci attribuiamo.

Il sapere dell’uomo n. 7 è del tutto suo e non può più essergli tolto; questo è il sapere oggettivo e interamente pratico di Tutto. (2)

Per quanto riguarda la conoscenza, dobbiamo comprendere che in ognuno esistono tre uomini: uomo n. 1, uomo n. 2 e uomo n. 3. Uno di questi può predominare, ma ognuno li ha tutti e tre. Sicché persino in noi abbiamo tre categorie di conoscenza. Parte della nostra conoscenza è conoscenza dell’uomo n. 1, parte è conoscenza dell’uomo n. 2 e parte conoscenza dell’uomo n. 3.

Allorché separiamo ciò che ciascuno di essi conosce, vedremo come un uomo con un forte predominio può essere dominato da questo. Alcune scuole cominciano nella maniera sbagliata fin dal principio e sviluppano qualità immaginarie, quali visioni e cose del genere, perché il lavoro sull’essere richiede costante supervisione e conoscenza, altrimenti parecchie cose possono andar male: uno può prendere l’immaginazione per la cosa reale, e se egli non lavora sull’essere nel modo giusto, il suo lavoro può prendere una piega sbagliata.

Ciò è importantissimo da comprendere: ci devono essere sempre due linee, di cui una aiuta l’altra. (3)

Uomini buoni, uomini cattivi, uomini malvagi, uomini veritieri, mentitori, uomini sinceri, uomini pazienti, ipocriti, uomini giusti, uomini vani, e così via, sono tutti termini che si riferiscono al lato dell’essere, non al lato della conoscenza nell’uomo. In questo periodo la gente è giunta a credere che ciò che l’uomo è non ha importanza ma che l’abbia soltanto ciò che conosce. Giunge a credere che un uomo che possiede un essere criminale possa essere un grande pensatore o un grande scienziato o un grande artista o un grande scrittore. (4)

TIPI DI UOMO, CRESCITA E IO MOLTEPLICI

È possibile riconoscere un uomo superiore a noi stessi quando sappiamo meglio ciò che manca in noi, quali cose attribuiamo a noi stessi ma non possediamo. Allora cominceremo a vedere qualcosa di questo, anche se attualmente possiamo distinguere le persone di livello superiore soltanto dal loro sapere.

Se esse sanno qualcosa che noi non sappiamo, se ci rendiamo conto che nessun altro la sa, e che non potrebbe essere appresa in nessuna maniera ordinaria, ciò può servirci da guida.

Cerchiamo di riflettere un po’ sulle caratteristiche di queste sette categorie di uomo. Per esempio, quali potrebbero essere le caratteristiche generali dell’uomo 1, 2, 3? Prima di tutto il sonno. L’uomo 1, 2 e 3, prima di cominciare a studiare se stesso in collegamento con qualche sistema che gli dia la possibilità dello studio di sé, trascorre tutta la sua vita nel sonno. Egli ha l’aspetto di uno che è desto, ma in realtà non è mai sveglio, oppure occasionalmente si sveglia per un momento, si guarda attorno e ricade nel sonno. Questa è la prima caratteristica dell’uomo 1, 2 e 3.

La seconda caratteristica sta nel fatto che, sebbene egli abbia parecchi io differenti, alcuni di questi io non si conoscono nemmeno tra loro. L’uomo può avere atteggiamenti ben definiti, convinzioni precise, punti di vista ben definiti e d’altra parte può avere convinzioni affatto differenti, punti di vista completamente diversi, simpatie e antipatie completamente diverse, e uno di essi non conosce l’altro. Questa è una delle principali caratteristiche dell’uomo 1, 2 e 3.

Gli uomini sono assai divisi ma essi non lo sanno e non possono saperlo perché ciascuno di questi io conosce soltanto determinati io in cui s’imbatte per associazione; altri io rimangono completamente ignoti. Gli io sono divisi in base alle funzioni; ci sono io intellettuali, emozionali, istintivi e motori. Attorno a loro stessi, conoscono qualcosa ma oltre a ciò non sanno nulla, perciò finché l’uomo non comincia a studiare se stesso con la conoscenza di questa divisione, non può mai arrivare ad una giusta comprensione delle sue funzioni o reazioni.

Questo sonno dell’uomo, e assenza di unità di esso, creano un’altra importantissima caratteristica e questa è la sua completa meccanicità. L’uomo in questo stato, l’uomo 1, 2 e 3, è una macchina controllata da influenze esterne; non ha possibilità di resistere a queste influenze esterne e nessuna possibilità di distinguerle una dall’altra, nessuna possibilità di studiare se stesso fuori da queste cose. (5)

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1 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 23)

2 P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, 1976 (pgg. 82-85)

3 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 356-7)

4 M. Nicoll, Commentari Psicologici, vol I, 1941 (pg. 124)

5 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 232-4)

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Nota: L’articolo qui esposto rappresenta un tentativo di ricomporre alcuni dei Frammenti dell’insegnamento di Gurdjieff con le sue stesse parole e con i numerosi contributi di chi ne ha seguito la Via. I riferimenti sono tutti rintracciabili nelle note a fondo articolo. Le eventuali modifiche apportate sono solo di natura stilistica, mai concettuale. L’associazione Per-Ankh, pur trovandosi in sintonia con la maggior parte degli insegnamenti della Quarta Via, non si considera tuttavia un gruppo Gurdjieffiano.

Tutti gli articoli sulla Quarta Via: https://associazioneperankh.com/category/quarta-via/

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