L’Io Reale – La Quarta Via (cap. 18)

Noi dimentichiamo che l’Io Reale é nel centro dell’oscillazione del pendolo e che permettiamo a noi stessi di oscillare tra l’eccitamento e la depressione, tra l’entusiasmo e l’avvilimento, tra la sopravvalutazione e la sottovalutazione, tra l’orgoglio e l’umiltà, e cosi via senza fine.

M. Nicoll 1

Ebraismo

In un uomo ordinario la falsa personalità chiama se stessa io ed è attiva, ma dopo qualche tempo, se un uomo è capace di sviluppo, comincia a crescere in lui il centro magnetico. Egli può chiamarlo interessi speciali, ideali, idee o qualcosa del genere. Quando egli comincia a sentire questo centro magnetico, scopre una parte separata in se stesso, e da questa parte comincia la sua crescita.

Questa può avvenire soltanto alle spalle della falsa personalità, perché la falsa personalità non può apparire contemporaneamente come centro magnetico. Quando il centro magnetico è attivo, la falsa personalità è passiva, tuttavia quando la falsa personalità è attiva il centro magnetico è passivo.

Se in un uomo si è formato il centro magnetico, egli può trovare una scuola, e quando comincia a lavorare, deve lavorare contro la falsa personalità. Ciò non significa che la falsa personalità scompaia, ma semplicemente che non è sempre presente. Da principio essa è quasi sempre presente, ma quando il centro magnetico comincia a crescere, scompare, qualche volta per mezz’ora, qualche volta addirittura per un giorno. Poi ritorna e rimane per una settimana!

Quando la falsa personalità scompare per un breve periodo, l’io diviene più forte, anche se ancora non si tratta di un solo io ma di parecchi io. Più lunghi saranno i periodi in cui scompare la falsa personalità, più si farà forte l’io composto di parecchi io. Continua a leggere “L’Io Reale – La Quarta Via (cap. 18)”

Il considerare – La Quarta Via (cap. 15)

Ci contempliamo come fossimo il centro dell’Universo. Come Copernico, dobbiamo comprendere che non lo siamo.

M. Nicoll 1

CONSIDERAZIONE INTERIORE

Gurdjieff chiamava considerazione l’attitudine che crea una schiavitù interiore, una dipendenza interiore. 2

Noi abbiamo due vite, una vita esteriore e una vita interiore, e di conseguenza abbiamo due tipi di considerazione. Noi “consideriamo” costantemente.

Quella signora mi guarda, dentro sento per lei dell’antipatia, ne sono infastidito, ma fuori sono gentile. Sono costretto ad essere gentile perché ho bisogno di lei. Interiormente, sono quel che sono, ma all’esterno mi atteggio diversamente. Questa è la considerazione esteriore. Ora, la stessa signora mi dice che sono un imbecille. Questo insulto mi fa andare su tutte le furie. Il fatto che io mi arrabbi è un risultato, ma ciò che scatta dentro di me è la considerazione interiore. La considerazione interiore e quella esteriore sono diverse. Dobbiamo imparare a poterle controllare separatamente. (…)

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Internamente, dovremmo essere liberi dalla considerazione. (…) Esternamente, dovremmo interpretare una parte in tutte le situazioni; esternamente l’uomo deve essere un attore, altrimenti non risponde alle esigenze della vita. A un uomo piace una cosa, a un altro un’altra; se volete essere amici di entrambi (…) dovreste comportarvi nella maniera personalmente gradita a ciascuno dei due. Allora la vita sarà più facile. 3

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I respingenti o ammortizzatori – la Quarta Via (cap. 14)

Dietro ogni persona ci sono anni e anni di vita sbagliata e stupida, compiacente ad ogni classe di debolezze, di sonno, di ignoranza, di affettazione, di mancanza di sforzo, di lasciarsi portare dagli avvenimenti, di chiudere gli occhi, di lottare per evitare i fatti sgradevoli, di mentire costantemente a se stesso, di abusare degli altri e attribuire la colpa agli altri, di trovare difetti in tutti, di giustificare se stesso, di essere vuoto, di parlare male, e così via. Il risultato di ciò è che la macchina umana è sudicia e lavora male. E questo non è tutto, perché si creano in essa strumenti artificiali dovuti al suo cattivo funzionamento. E per una persona che desideri svegliarsi e convertirsi in un’altra persona e fare un’altra vita, questi strumenti artificiali ostacolano le sue buone intenzioni. Sono chiamati respingenti.

M. Nicoll (1)

11692680_10206128982495038_8642109418663029793_n (2)Un ammortizzatore è un assorbitore di shock, proprio come l’ammortizzatore di un’automobile: esso assorbe la maggior parte dell’energia improvvisa di una scossa iniziare e la lascia passare in maniera più dolce e meno percepibile. Gli ammortizzatori psicologici addolciscono gli shock prodotti nell’uomo dal passaggio da un piccolo io all’altro rendendoli sufficientemente deboli per permetterci di non notare il cambiamento.2 Continua a leggere “I respingenti o ammortizzatori – la Quarta Via (cap. 14)”

Lo sforzo – La Quarta Via (cap. 13)

Sforzi! Sforzi! Più sforzi fate, maggiore energia potete ottenere. Senza sforzi non potete ottenere energia. Anche se essa è in voi può trovarsi nel posto sbagliato. Non pensateci teoricamente; pensate semplicemente di avere molta energia in voi che non usate mai; che dovete compiere sforzi per usarla. 1

Come possiamo cambiare? È stato già spiegato che esiste una possibilità di cambiamento, ma è una possibilità piccolissima, e sono necessarie parecchie differenti combinazioni di circostanze favorevoli per poter cominciare. In seguito, a ciascun passo, ciò diviene sempre più difficile e richiede sforzo maggiore; poi, dopo qualche tempo, diviene più facile. 2

La consapevolezza del proprio posto non è un dono della natura. Bisogna conquistarla con uno sforzo cosciente e non attraverso la speranza. 3

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Il centro di gravità permanente – La Quarta Via (cap. 11)

Non permettete in voi la compagnia di gente inopportuna.

M. Nicoll (1)

L’idea del centro di gravità può essere interpretata in parecchie maniere diverse. Uno scopo più o meno permanente e la percezione dell’importanza relativa delle cose è in rapporto a questo scopo. Ciò significa che quando determinati interessi divengono più importanti di qualsiasi altra cosa si acquisisce una direzione permanente, non si va un giorno in una direzione e un altro giorno in un’altra. Si va in una sola direzione e si conosce la direzione. (2)

Finora il centro di gravità attorno a cui ha ruotato la nostra vita (che lo accettiamo o no) è stato l’io ordinario. Ed è ancora questo io che spera, valuta, giudica… e tutto questo perfino nel nome del Lavoro. Fino a che tutta la mia psiche ruota attorno all’io, tutto ciò che è manifesto (che io lo voglia o no) sarà il riflesso dell’autorità di questo io. Il nostro scopo, in una scuola di Quarta Via, è diventare diversi, cambiare il nostro essere dal livello dell’uomo numero uno, due, tre, al livello dell’uomo numero quattro, che possiede un nuovo centro di gravità, e poi dal livello dell’uomo quattro a quello dell’uomo numero cinque, che ha un io indivisibile. (3)

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L’illusione di poter fare – La Quarta Via (cap. 10)

La suprema illusione dell’uomo è la sua convinzione di poter fare. Tutti pensano di poter fare, vogliono fare, e la loro prima domanda riguarda sempre ciò che dovranno fare ma a dire il vero, nessuno fa qualcosa e nessuno può fare qualcosa. Questa è la prima cosa che bisogna capire. Tutto accade. (1)

Make-gudjieffQuando nella Quarta Via viene detto che le cose accadono a tutti e che la gente non può fare nulla, ciò si riferisce alle condizioni ordinarie nella vita ordinaria: quella che è chiamata vita normale. Ma nel nostro lavoro si cerca di uscire da questa vita normale, perciò dobbiamo già fare qualcosa. Solamente che dobbiamo prima imparare ciò che possiamo fare, perché nelle nostre presenti condizioni parecchie cose continueranno a succedere (…).

Al principio la differenza non è tra fare e non fare ma tra cercare di fare e cercare di comprendere, e attualmente tutta la nostra energia deve essere concentrata nel cercare di comprendere. Inizialmente si cerca di trovare le cose che possiamo controllare in noi stessi, e se lavoriamo su esse, acquisteremo controllo. Questo è tutto il fare possibile per il momento. Continua a leggere “L’illusione di poter fare – La Quarta Via (cap. 10)”

Le influenze A, B e C e il Centro Magnetico – La Quarta Via (cap. 9)

Quando la personalità è già formata e un uomo ha assaporato la vita, ha visto come sono le cose e si sente insoddisfatto e comincia a cercare qualcosa di più, qualcosa gli farà comprendere meglio, lo aiuterà e lo condurrà ed eventualmente lo completerà.1

419848_3368507138403_1440930680_3351609_1016099552_nConsiderando che soltanto pochissimi si possono sviluppare e trovare in se stessi nascoste possibilità, sorge naturalmente la domanda: cos’è che determina la differenza? Perché alcune persone hanno una possibilità e altre non l’hanno? (…) Tra tutta questa gente soltanto pochissimi saranno mai capaci di fare persino il primo passo sulla via dello sviluppo. Come e perché le cose stanno così? Continua a leggere “Le influenze A, B e C e il Centro Magnetico – La Quarta Via (cap. 9)”

I tipi di uomo – La Quarta Via (cap. 8)

L’uomo, in relazione alle funzioni e agli stati di consapevolezza e dal punto di vista della sua possibile evoluzione, è diviso in sette categorie. Le persone nascono soltanto in una delle prime tre categorie.

P.D. Ouspensky. (1)

derviscioLa divisione dell’uomo in 7 categorie permette di spiegare molte cose che non potrebbero essere comprese altrimenti. Questa divisione è una prima applicazione all’uomo del concetto della relatività. Cose apparentemente identiche, possono essere del tutto differenti, secondo la categoria di uomini da cui dipendono o in relazione alla quale si considerano.

Secondo questa concezione tutte le manifestazioni interiori ed esteriori dell’uomo, tutto ciò che gli è proprio, tutte le sue creazioni, sono ugualmente divise in sette categorie: il sapere, l’arte, la religione.

Uomo n. 1

L’uomo n. 1 ha il centro di gravità della sua vita psichica nel suo centro motore. È l’uomo del corpo fisico, in cui le funzioni dell’istinto e del movimento predominano sempre sulle funzioni del sentimento e del pensiero.

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La legge dell’accidente – La Quarta Via (cap. 7)

Il vostro essere attrae la vostra vita. (1)

Maurice Nicoll

La vita dell’uomo-macchina, dell’uomo che non può fare, che non ha volontà o scelta, è controllata dall’accidente, perché le cose nella vita ordinaria accadono meccanicamente, accidentalmente; in esse non c’è ragione. E, proprio come la vita esterna dell’uomo è controllata da influenze esterne accidentali, così la sua vita interiore è anch’essa controllata da influenze sia interne che esterne che sono ugualmente accidentali.

DadiLa gente crede che gli accidenti siano rari, ma in realtà la maggior parte delle cose che le accade è accidentale. Cosa significa accidente? Significa una combinazione di circostanze che non è dipendente dalla volontà dell’uomo stesso né dalla volontà di un’altra persona, né dal fato (come invece per esempio è il caso della nascita e dell’educazione), né dalle azioni precedenti dell’uomo stesso.

Nella vita umana le cose accadono in base a tre leggi: Continua a leggere “La legge dell’accidente – La Quarta Via (cap. 7)”

L’importanza di uno scopo – La Quarta Via (cap. 6)

La maggior parte degli addormentati diranno naturalmente di avere uno scopo e di seguire una direzione definita. Se un uomo si rende conto che non ha uno scopo e che non va da nessuna parte, è segno che si avvicina ad un risveglio; è segno che il risveglio diventa realmente possibile per lui. Il risveglio di un uomo ha inizio dall’istante in cui si rende conto che non va da nessuna parte e che non sa dove andare.

P. D. Ouspensky (1)

Uno dei primi passi che il lavoro richiede è comprendere ciò che vogliamo. La comprensione è la forza più grande a nostra disposizione che ci può cambiare. Più abbiamo comprensione, migliori saranno risultati dei nostri sforzi.

Possiamo immaginare di andare in un gran negozio con parecchi reparti diversi: dobbiamo sapere ciò che vogliamo comprare. Ma prima di tutto dobbiamo sapere cosa c’è nel negozio, altrimenti ci potrà capitare di chiedere delle cose che non ci vengono vendute.

È necessario ricordare sempre perché abbiamo cominciato. Vogliamo avere cose che possiamo ottenere dalla vita ordinaria o cose diverse? Vale la pena tentare? La nostra capacità di immaginare, generalmente usata in maniera tanto sbagliata, ci può aiutare in questo caso. Nello specifico, ci può aiutare a vedere se veramente vogliamo ciò che diciamo di volere oppure no, perché molto spesso vogliamo qualcosa di diverso o non ci rendiamo conto che una cosa ne porta con sé un’altra.

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L’identificazione – La Quarta Via (cap. 5)

Ouspensky sottolineò vigorosamente il fatto che l’identificazione era un nemico formidabile ed estremamente sottile. Esso permeava le nostre vite in tale misura che si poteva dire che si passava da un’identificazione all’altra quasi senza soluzione di continuità. Ciò che rendeva particolarmente difficoltosa la lotta era la tendenza all’identificazione ad assumere vesti onorevoli, lasciandoci credere di essere nostra amica e qualcosa di cui non potevamo fare a meno.

K. Walker 1

Parlando in generale, si può affermare con certezza che per una cosa che l’uomo ricorda, ve ne sono sempre dieci, ben più importanti, che dimentica. Per questo, le sue opinioni e i suoi punti di vista sono privi di qualsiasi stabilità e precisione. L’uomo non ricorda ciò che ha pensato o detto, e non ricorda come ha pensato o come ha parlato.

Gurdjieff-Whell-of-Imagination-bannerCiò è, a sua volta, in rapporto con una delle caratteristiche fondamentali dell’atteggiamento dell’uomo verso se stesso e verso gli altri, vale a dire: la sua costante identificazione a tutto ciò che prende la sua attenzione, i suoi pensieri o i suoi desideri, e la sua immaginazione.2

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Le emozioni negative – La Quarta Via (cap. 4)

La nostra reazione alle cose svela la nostra schiavitù.

A.R. Orage 1

Quando una qualsiasi nostra espressione, che sia un’emozione o un pensiero, viene da sola – ovvero non è controllabile da parte nostra – significa che siamo in suo potere: è questa espressione a controllare noi, e non viceversa.

Considerando che la direzione del lavoro interiore è quella di diventare padroni di se stessi, diventa di fondamentale importanza iniziare a familiarizzare con tutti gli elementi che al momento muovono i fili della nostra marionetta, ogni giorno, in ogni momento.

Emozioni NegativeControllare le emozioni è una cosa difficilissima, impossibile fino a che non comprendiamo abbastanza della loro manifestazione e del loro innesco in noi stessi. Per questo motivo, fin dal principio dell’osservazione della funzione emozionale, ciò che possiamo fare è cercare di arrestare una particolare manifestazione di emozioni in noi stessi: quella delle emozioni sgradevoli.

Per molta gente questa è una delle cose più difficili perché le emozioni spiacevoli vengono espresse così rapidamente e così facilmente da non poterle afferrare. Eppure, se non ci proviamo, non possiamo veramente osservare noi stessi. Continua a leggere “Le emozioni negative – La Quarta Via (cap. 4)”

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