Cos’hanno in comune il messaggio esoterico del Vangelo con la Quarta Via del maestro armeno Gurdjieff? A prima vista, le tradizioni di provenienza sembrano evocare scenari e filosofie molto diverse, ma ad un esame approfondito ci rendiamo conto che non è così. Ecco che la croce, simbolo universale usato da sempre nella storia dell’uomo, diventato per i cristiani il simbolo principe della sofferenza, nasconde al suo interno un significato diverso rispetto a quello comunemente adottato.
La croce diventa così nel Vangelo il crocevia tra due scelte di vita, quella orizzontale relativa alla nostra personalità e quella verticale relativa alla nostra essenza, la parte divina da riscoprire in noi stessi.
La domanda sorge così spontanea: “Come facciamo noi uomini dell’asse orizzontale ad alzare i nostri occhi e cominciare il cammino di risalita verso l’asse verticale, verso la casa del Padre?”
Possiamo così ritrovare un filo comune tra il Vangelo e l’insegnamento di Gurdjieff e che richiama l’uomo ad un cammino di conoscenza interiore.
Nella parabola del ricco:
Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!. (Mc. 10, 17-30) (Lc. 18,22) (Mt.19,21)
In questa parabola riceviamo un primo shock: Gesù chiede al ricco di lasciare tutto quello che ha, possiamo presupporre non solo a livello materiale ma anche a livello mentale come conoscenze, dogmi, sicurezze sociali. Lasciare che la personalità faccia spazio all’essenza, che può crescere solamente se diminuisce il consenso verso la personalità, come diceva anche Gurdjieff: “L’uomo deve rendersi conto che egli non esiste; che non può perdere nulla, perché non ha niente da perdere; deve realizzare la sua nullità nel senso più forte di questo termine”. Continua a leggere “Vangelo e Quarta Via: verso la conoscenza di se stessi” →