
Entro in relazione con gli altri quando comincio a riconoscere la mia natura originaria e a vedere che tutti abbiamo la stessa difficoltà a comprenderla con tutto il nostro essere.
J. de Salzmann 1
Le emozioni immaginarie, gli interessi immaginari, le idee immaginarie su noi stessi sono la falsa personalità. La falsa personalità è interamente meccanica, perciò siamo di nuovo alla divisione inconsapevole e meccanico. Questa parte meccanica di noi è principalmente basata sull’immaginazione, su visioni sbagliate di ogni cosa, e soprattutto su idee sbagliate circa noi stessi. 2
La falsa personalità è una sorta di maschera. Gli individui portano questo o quel tipo di maschera e credono di essere esattamente come quella maschera mentre in realtà sono completamente diversi. Ciascuno di noi ha varie maschere, non ha una sola. Molto spesso cominciamo ad acquisire maschere in età giovanissima; persino da scolaretti ci mettiamo una maschera con un insegnante e un’altra maschera con un altro insegnante. 3
La falsa personalità è costruita infatti da parecchi lati, e certamente in grande misura da suggestioni derivanti da altri. Un bambino riceve parecchie suggestioni, specialmente per quanto riguarda le sue simpatie e antipatie. 4
Quando nasciamo non esiste la Falsa Personalità. Però, vivendo tra gente addormentata, che gode delle proprie emozioni negative, il bambino le acquisisce, come una malattia. Il piacere che la gente prova nell’essere negativa è imitato dal bambino, e nello stesso tempo la formazione della Falsa Personalità nel bambino affretta il processo perché attraverso le emozioni di vanità e di compiacenza di sè crea un’infinita varietà di risorse per mostrarsi facilmente offeso. 5
La falsa personalità è una cosa assai sfuggente. È una, non consiste in personalità differenti, ma al tempo stesso contiene caratteristiche contraddittorie e incompatibili, caratteristiche che non possono manifestarsi contemporaneamente. Quindi, ciò non significa che noi possiamo scorgere l’interezza della nostra falsa personalità nello stesso momento. A volte ne possiamo scorgere di più, altre volte determinate caratteristiche si manifestano separatamente.
Bisogna anche ricordare che la falsa personalità spesso è piuttosto attraente e divertente, specialmente per gli individui che vivono nelle loro false personalità. Perciò, quando cominciamo a perdere la nostra falsa personalità, quando cominciamo a lottare con essa, non piaceremo alla gente.
Essa ci dirà che siamo diventati noiosi. 6
CONOSCERE LA FALSA PERSONALITÀ
Il primo passo da compiere è quello di conoscere la falsa personalità. Tutto ciò di cui stiamo parlando ora, si riferisce alla prima fase: comprendere che non conosciamo la falsa personalità, che allo scopo di conoscerla dobbiamo studiare, che tutto il lavoro da noi fatto è svolto alle spese della falsa personalità, che tutto il lavoro che possiamo fare su noi stessi significa diminuire il potere della falsa personalità, e che se cominciamo a tentare e a lavorare, lasciando indisturbata la falsa personalità, tutto il lavoro sarà stato vano.
Occorre comprendere che la falsa personalità è una combinazione di tutte le bugie, caratteristiche e io, che non possono mai essere utili in alcun senso, né nella vita, né nel lavoro, esattamente come le emozioni negative.
Accade spesso che la gente faccia la divisione sbagliata; ciò che essa ama in sé chiama io e ciò che non ama, o ciò che nella sua opinione è debole o non importante, chiama falsa personalità. Questa è una divisione completamente sbagliata; non cambia nulla e uno rimane come era.
Per fare una giusta divisione di se stesso uno deve comprendere ciò che è io e ciò che è Ouspensky, Neri o Rossi: in altre parole, quello che è mentire e quello che è sé.
Non possiamo eliminare la falsa personalità. Sarebbe esattamente lo stesso che se cercassimo di tagliarci la testa. Però possiamo renderla meno insistente, meno permanente.
Se la nostra falsa personalità è presente per ventitré ore su ventiquattro, quando il lavoro comincia sarà presente soltanto ventidue ore e noi sarà presente un’ora di più. Se, a un certo momento, avvertiamo il pericolo di una manifestazione di falsa personalità e troviamo un sistema per arrestarla, questo è quello con cui dobbiamo cominciare. 7
Osserviamo una cosa: quando sappiamo che una cosa é certa per noi stessi e la riconosciamo internamente, le accuse non c’indignano. A volte c’intristiscono. L’indignazione deriva soprattutto dalla falsa personalità, dall’”Io” immaginario e dall’immagine che abbiamo di noi stessi, mi riferisco all’indignazione che si prova per se stessi e al modo in cui ci tratta la gente o per quello che essa dice di noi. Questa situazione è causata dal fatto che noi ci attribuiamo ciò che non abbiamo, c’immaginiamo ciò che in realtà non siamo. 8
Per mettere maggior pressione nel proprio lavoro e destare il proprio desiderio di combattere la falsa personalità è opportuno cogliere un momento in cui la propria falsa personalità vuol fare qualcosa o non vuol fare qualcosa, e fermarla. Allorché scopriremo un conflitto tra noi ed essa, dipenderà da noi come agiremo. Se essa comincia a lottare, ciò crea una tempesta emozionale. Se non c’è lotta, le emozioni dormono. Tutte le cose vengono per mezzo di attrito: attrito fra il posto in cui cresce l’io e la falsa personalità. Il lavoro su di sé comincia dal momento in cui si sente questa divisione tra ciò di cui uno si fida in se stesso e ciò di cui uno non si può fidare. Quello di cui uno si può fidare è creato interamente dal lavoro. 9
IL RUOLO DELLE EMOZIONI E DELL’IDENTIFICAZIONE
Alla base della falsa personalità ci sono sempre cattive abitudini mentali. In una determinata misura se si tolgono le emozioni negative dalla falsa personalità questa crolla, in quanto non può vivere senza di esse.
D’altra parte, alcune false personalità possono funzionare su emozioni estremamente piacevoli. Esistono false personalità molto gioiose e in tal modo la nostra falsa personalità può ingannarci in parecchie maniere diverse.
Tutte le emozioni negative scaturiscono dalla falsa personalità. Essa, per così dire, è un organo speciale per le emozioni negative, per metterle in mostra, goderle e produrle. Non esiste un centro reale per le emozioni negative. La falsa personalità agisce come un centro per esse.
La falsa personalità inoltre non si può manifestare senza identificazione, come le emozioni negative e parecchie altre cose in noi, quali tutto il mentire e tutta l’immaginazione. Uno si identifica, prima di tutto, con la propria idea immaginaria di se stesso. Egli dice: Questo sono io, mentre non è altro che immaginazione.
Non dobbiamo fidarci della nostra falsa personalità: delle sue idee, parole, azioni. Non possiamo distruggerla, ma possiamo renderla passiva per un po’ di tempo; poi, a poco a poco, possiamo renderla più debole.
In questo senso dobbiamo renderci conto che tutta l’identificazione, tutto il considerare, tutte le bugie, tutte le bugie a noi stessi, tutte le debolezze, tutte le contraddizioni, sia viste sia non viste, tutte queste cose sono false personalità.
Da principio non possiamo sapere ciò che è io e ciò che è falsa personalità. Non possiamo saper tutto su nessuno dei due; ma se prendiamo da un lato qualcosa su cui non abbiamo dubbi che è falso e dall’altro lato qualcosa che non abbiamo dubbi sia vero, possiamo paragonarli. 10
Successivamente, quando il Maggiordomo Interinale assumerà il controllo della falsa personalità, esso trasferirà tutte le cose inutili nella parte della falsa personalità, e soltanto le cose necessarie rimarranno in quella dell’io. 11
Gente immaginaria s’incontra con gente immaginaria. Gente immaginaria dialoga cortesemente con gente immaginaria. Gente immaginaria si sposa con gente immaginaria. Gente immaginaria uccide gente immaginaria – e così via. E giacché la gente si basa sulla falsa personalità, che è composta interamente d’immaginazione, non dobbiamo sorprenderci che le cose stiano così. Di fatto, la maggior parte dei progetti, per i quali la gente vive, derivano dalla falsa personalità e pertanto dall’immaginazione. 12
FALSA PERSONALITÀ E SFORZO
Per vedere ciò che non è falsa personalità bisogna tener conto che una cosa che la falsa personalità non può fare è compiere sforzi. Questa è la maniera più facile per saperlo, se si è in dubbio. La falsa personalità cerca sempre di rendere tutto il più facile possibile, sceglie sempre ciò che richiede il minimo sforzo. Dobbiamo invece comprendere che non possiamo imparare nulla o cambiare nulla senza sforzo. Quindi, quando troviamo un io o un gruppo di io che sono pronti a compiere sforzi, ciò significa che non appartengono alla falsa personalità. 13
Quando una persona comincia a valutare questo Lavoro, è il segnale che tra la falsa personalità dell’uomo, che la vita dei sensi gli ha creato intorno, c’è una cosa vera, che non è stata deteriorata dalla vita: e questa è l’Essenza. 14
Il modo migliore di lottare contro la falsa personalità è fare sempre qualcosa che non le piace: in questo modo prestissimo scopriremo altre cose che ad essa non piacciono. Se continueremo, essa si irriterà sempre più e apparirà sempre più chiaramente, sicché presto non ci saranno più dubbi su di essa.
Da principio però la lotta deve basarsi sul conoscere: bisogna conoscere le sue caratteristiche, scoprire ciò che in special modo non le piace. A una falsa personalità non piace una cosa, ad un’altra, un’altra cosa. Occorre avere in se stessi abbastanza forza per opporsi ad essa. 15
OLTRE L’ORIZZONTE
Ognuno di noi, così com’è, è sotto l’influenza dell’immagine di sè. Questa influenza è molto potente e condiziona ogni aspetto della nostra vita. Da una parte c’è questa immagine, questa falsa nozione di me. Dall’altra c’è un io reale che non conosco. Io non vedo la differenza. È come se questo io fosse sepolto sotto un carico di credenze, interessi, gusti e pretese. Tutto ciò che affermo è solo immagine di me. Ciò che non posso affermare (perché non lo conosco) è il vero io. Chiede di essere conosciuto e ha una nostalgia di conoscenza, un desiderio di essere attivo…
Oggi è debole, tuttavia è come un seme e, se il mio interesse è sufficientemente forte, la ricerca di questa conoscenza può essere il terreno in cui i mio io può crescere.
Devo imparare a riconoscere e separare il vero io dall’immagine di me. È un arduo compito, perché l’io immaginario si difende. (…) L’esperienza e la conoscenza hanno tanta importanza per noi proprio perché vogliamo a tutti i costi proteggere questa immagine. Le cose che facciamo non le scegliamo perché ci piace farle, ma per l’esigenza di affermare e assicurare attraverso di esse il nostro io immaginario. Siamo così preoccupati da ciò che idealmente vorremmo essere che non vediamo cosa siamo realmente adesso, nel momento attuale. Forse, dietro la formazione di questa idea dell’io, c’è l’eco di un desiderio molto profondo, il desiderio di essere, di essere interamente ciò che siamo. Ma oggi come oggi l’influenza predominante è quella dell’idea di me, e questo io immaginario desidera, combatte, confronta e giudica continuamente. Vuole essere il primo, vuole essere conosciuto, ammirato e rispettato, e far sentire la sua forza e il suo potere. Questa entità complessa si è formata nei secoli attraverso la struttura psicologica della società.
Ne sono consapevole? Non superficialmente, per il fatto di averlo notato un giorno o l’altro… ma ne sono realmente consapevole adesso, in ogni azione, quando lavoro, quando mangio, quando parlo con qualcuno? Posso essere consapevole del mio desiderio di essere qualcuno e del mio continuo confrontare me stesso con gli altri? Se me ne accorgo, posso provare il desiderio di liberarmene, e anche capire perché me ne voglio liberare.
Finchè non capisco che questa è l’essenza della mia ricerca, che questo è il primo gradino verso la conoscenza di me, continuerà a ingannarmi e tutti i miei sforzi, tutti i modi in cui cerco di cambiare, potranno solo deludermi. L’io immaginario, la mia immagine dell’io, continuerà a essere rinforzata anche negli strati più inconsci di me.
Devo accettare onestamente che non sono a conoscenza di tutto ciò. Solo nell’accettare questa realtà potrò interessarmi a essa e desiderare realmente di conoscerla. Allora i miei pensieri, i miei sentimenti e le mie azioni non saranno più oggetti da guardare con indifferenza. (…) Se voglio comprenderli devo vivere con essi, non come spettatore ma con coinvolgimento, e senza giudicarli o scusarli. È necessario che io viva con i pensieri, i sentimenti e le azioni, in ogni istante. 16
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1 J. de Salzmann, La realtà dell’essere, Astrolabio, 2011 (pg. 85)
2 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 200)
3 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 390)
4 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 206)
5 M. Nicoll, Commentari Psicologici, vol I, 1941 (pg. 129)
6 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 202)
7 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 205-6)
8 M. Nicoll, Commentari Psicologici, vol I, 1941 (pg. 121)
9 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 390)
10 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 207-210)
11 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 218)
12 M. Nicoll, Commentari Psicologici, vol I, 1941 (pg. 55)
13 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 202)
14 M. Nicoll, Commentari Psicologici, vol I, 1941 (pg. 102)
15 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 215)
16 J. de Salzmann, La realtà dell’essere, Astrolabio, 2011 (pgg. 115-7)
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Nota: L’articolo qui esposto rappresenta un tentativo di ricomporre alcuni dei Frammenti dell’insegnamento di Gurdjieff con le sue stesse parole e con i numerosi contributi di chi ne ha seguito la Via. I riferimenti sono tutti rintracciabili nelle note a fondo articolo. Le eventuali modifiche apportate sono solo di natura stilistica, mai concettuale. L’associazione Per-Ankh, pur trovandosi in sintonia con la maggior parte degli insegnamenti della Quarta Via, non si considera tuttavia un gruppo Gurdjieffiano.