Falsi maestri o falsi discepoli?

Nessuno lo nega, è certamente raro incontrare un vero Maestro.

Chissà perché, però, nessuno si pone mai questa domanda: sono un vero discepolo?

Già, perché è troppo facile lamentarsi di non trovare il giusto Maestro (oppure trovarne uno di dubbia serietà ma far finta di niente) senza provare a mettere in discussione anche se stessi.

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Di “fulminati dallo spirito” pronti a vender belle parole per i propri interessi ne è pieno il mondo, peccato che la loro strada porta ben poco lontano, a volte anche verso qualche burrone.

Come dice Vimalananda nel libro Aghora – alla sinistra di Dio:

“Puoi prendere molta conoscenza da qualsiasi parte, ma finché non la metti in pratica rimane una semplice comprensione intellettuale. Il Guru ti obbliga a impararla, ti fa strisciare con il viso per terra finché non l’hai imparata, se è un vero Guru. Ecco perché dico che quasi nessuna delle persone che si fa chiamare così può essere chiamata Guru.

Alcuni insegnano qualcosa agli studenti che vanno da loro e raccolgono dei soldi per questo. Se sei interessato a prendere soldi da qualcuno non puoi permetterti di offenderlo, altrimenti scapperà immediatamente da qualcun altro. Un vero Guru non si preoccupa del denaro: vuole un discepolo di cui essere orgoglioso. Se necessario lo farà a pezzi per essere certo che impari alcune lezioni.

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Una compagna per tutti i momenti

compagna_sofferenzaPerché siamo così attaccati alla nostra sofferenza? Perché diventa la nostra compagna di viaggio in questa seppur breve vita? Tutti scrivono, leggono, ricercano (a parole) la felicità e la gioia, ma perché allora le prime pagine dei giornali parlano solo di sofferenza?

Perché gli editori sanno bene che mettendo più foto, più sangue, più morti, più tragedia, si vende di più (e sul web si è più cliccati). Da sempre la sofferenza degli altri fa vendere di più. Quale macabro meccanismo agisce allora nell’uomo se è convinto di ambire alla felicità ma ricerca solo notizie che parlano di sofferenza?

Una risposta la troviamo in Gurdjieff: “l’unica cosa da cui l’uomo non vuole separarsi è la sua sofferenza”, intendendo la sofferenza meccanica che include tutte le emozioni negative, ossia la disperazione, il timore nervoso, l’immaginazione distruttiva, l’invidia, la depressione, l’ansia, eccetera… sono tutti stati negativi del centro emozionale. Viviamo nella paura, la paura di vivere, però non cerchiamo di conoscere realmente ciò che ci spaventa, perché abbiamo ancor prima la paura di ciò che potremmo scoprire.

Scappiamo. E quale migliore fuga da noi stessi se non quella di rifugiarci nelle sofferenze altrui? Ci accontentiamo di un barlume di magra e amara felicità momentanea nel pensare “anche questa volta non è toccata a me!”. Ma la vita può essere una roulette russa? Morte tua vita mia?

La sofferenza meccanica, costruita nostro malgrado in anni di faticoso lavoro, ci aiuta a sentirci speciali. Ne parliamo in tutte le occasioni, la sfoggiamo al minimo acciacco; ci lamentiamo per il capo ufficio, per il nostro compagno/a che non ci capisce, per l’aumento delle tasse, per il lavoro che abbiamo o quello che non abbiamo. Tutto ciò ci fa sentire per un attimo vivi, speciali e dà un senso a quel malessere che sentiamo nel più profondo di noi stessi e che ci portiamo dentro da quando siamo nati. Continua a leggere “Una compagna per tutti i momenti”

Tariffe spirituali

La tragicomica relazione tra business e spiritualità non finisce mai di stupire. Nonostante sia sufficiente approfondire anche solo un poco ogni tradizione iniziatica per capire che la compravendita degli insegnamenti sia tassativamente proibita, il mercato delle “sciocchezze altisonanti” è sempre prolifico.

Chiaramente c’è qualcosa di molto radicato – e malato – dentro di noi. Qualcosa che con ostinazione ci spinge ad associare (in)consapevolmente il nostro valore e la nostra autostima con la capacità di generare business. Qualcosa che ci induce ad inseguire il sogno (o incubo) del benessere economico come risoluzione ultima di ogni problema esistenziale. Spesso la nostra visione di noi stessi nelle vesti di un Buddha è in realtà molto più simile ad un turista milionario e spensierato sotto l’ombrellone in una spiaggia tropicale.

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Evidentemente, la tanto evocativa immagine di Gesù che scacciava i mercanti dal Tempio con forza e determinazione, non piace molto. Sarebbe stato forse più comodo un Gesù più diplomatico, comprensivo, disposto a scendere a compromessi… magari per tariffe agevolate, o anche solo per offerte libere. Eppure, niente da fare. La furia di Gesù non la si riesce proprio a interpretare diversamente da quella che è stata. Continua a leggere “Tariffe spirituali”

Il lato sinistro dell’Essere

L’articolo che segue è stato scritto per questo blog dagli amici del Centro sperimentale di Tantra Contemporaneo. Li ringraziamo per la condivisione e lasciamo subito la parola a loro.

lato_sinistroL’uomo contemporaneo è abituato a fare affidamento prevalentemente sulle sue capacità razionali. Eppure nella sua struttura sono presenti anche altre potenzialità, che possono arrivare là dove il ragionamento si ferma. È quello che chiamiamo intuizione o lato sinistro dell’Essere.

Prima di spiegare di cosa si tratta, riportiamo un esempio:

“Aspettavo la zia di S. che stava scendendo le scale di casa sua. Ultimamente fatico a relazionarmi con lei perché mi sento guardato dall’alto, giudicato (particolarmente sull’educazione di mio figlio, essendo lei maestra). In quei pochi secondi che mi separavano dall’incontrarla, decido di mettere a fuoco il motivo di questa sensazione, chiudo gli occhi, mi concentro e… paf! Come una bolla che scoppia e rivela qualcosa, vedo la parola scriversi sullo schermo nero che mi si era formato dietro agli occhi: “responsabilità”, la zia ci ritiene degli irresponsabili. Verifico: ripenso alle varie discussioni, scontri, a volte tensioni… quadra perfettamente. Questo tipo di messaggio/risposta è avvenuto in modo insolito (spontaneo e senza sforzi), non era il frutto di una riflessione, di un ragionamento.”

Un modo per riconoscere che è stato il nostro lato sinistro ad avere agito è che la risposta (o conoscenza) non è arrivata attraverso un procedimento logico ma è stata piuttosto un’illuminazione improvvisa. Continua a leggere “Il lato sinistro dell’Essere”

Il nemico visibile

images“Un nemico visibile è sempre preferibile a un nemico invisibile. Io non riesco proprio a vedere quali vantaggi rechi, in questo caso, seguire la politica dello struzzo. Non può costituire un ideale che gli uomini restino eternamente fanciulli, che vivano nell’assoluta cecità per quanto riguarda se stessi, che imputino al vicino tutto ciò che torna loro sgradito, che lo tormentino coi loro pregiudizi e con le loro proiezioni. Quanti sono i matrimoni infelici, che durano per anni, e talvolta anche per sempre, perché l’uomo vede in sua moglie la madre e la donna il padre in suo marito, senza che mai riconoscano la realtà dell’altro! La vita è già tanto difficile che potremmo risparmiarci almeno le difficoltà più stupide. Ma senza un confronto approfondito con chi ci sta di fronte, il distacco delle proiezioni infantili è spesso semplicemente impossibile.”

Carl Gustav Jung – La psicologia della traslazione

Il conto in banca del Buddha

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C’è chi mi dice: “Voglio imparare a sentire il mio cuore, per dare preziosi consigli agli altri e migliorare me stesso. Voglio essere nel silenzio, nell’ascolto…”. In realtà vuole solo assecondare i suoi desideri, incoronare se stesso e confermare il suo ego.

Ma quando scorge l’orrore che si cela dietro le apparenze, quando scopre che mostro è il suo ego, finalmente si accorge che non c’è proprio niente da incoronare. Non puoi incoronare la merda, e ti chiedi come hai potuto sguazzarci dentro così a lungo…

Puoi startene seduto ogni giorno a praticare due ore di yoga, tre ore di vipassana più due di qi qong, ma di per sé potrebbe anche non servire a niente.

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Quando ti innamori invece, guarda come ti senti. Qualunque forma di meditazione tu abbia sperimentato in tutta la tua vita probabilmente non è mai riuscita a trasmetterti nemmeno una centesima parte di quello che senti quando ti innamori.

Puoi meditare per anni e non succede niente: perché? Perché non c’è amore. E alla fine diventi come una statua con la testa vuota. In effetti, avere la mente libera potrebbe anche essere un vantaggio, ma se è il cuore ad essere vuoto, allora non c’è vita, non c’è passione.

Innamorati, questa è l’unica cosa che conta. Ma non di un essere umano: innamorati di un principio divino.

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(Ir)realizzati e contenti

Una volta il re Janaka sognò di essere un mendicante. Quando si svegliò, chiese al suo maestro Vasishta: “Sono un re che ha sognato di essere un mendicante, o sono un mendicante che ha sognato di essere re?”. Il maestro rispose: “Né l’uno né l’altro, sia l’uno che l’altro. Tu sei e al tempo stesso non sei ciò che pensi di essere. Lo sei perché ti comporti come se lo fossi, non lo sei perché non dura. Puoi essere per sempre un re o un mendicante? Tutto deve cambiare. Tu sei ciò che non cambia. Ma chi sei tu?”. E Janaka disse: “Sì, non sono né un re né un mendicante, io sono il testimone distaccato”.

Allora il maestro aggiunse: “Questa è la tua ultima illusione, l’illusione di essere un jnanin (realizzato), diverso dall’uomo comune e superiore a lui. Ancora una volta ti identifichi con la mente, che in questo caso è una mente beneducata ed esemplare in ogni senso. Finché noti la pur minima differenza, rimani estraneo alla realtà. Ti trovi ancora al livello mentale. Quando se ne va “l’io sono me stesso”, viene “l’io sono tutto”. Quando “l’io sono tutto” se ne va, viene “l’io sono”. Quando “l’io sono” se ne va, soltanto la realtà è in essa, ogni “io sono” è preservato e glorificato”.

Pensare non è fare, pensare non è essere. Chi, che cosa è il Realizzato? Vasishta non esita a redarguire il suo discepolo riguardo al grande inganno tesogli dalla mente; l’identificazione con ciò che è comodo e a portata di mano: la considerazione di sé.

Così forte è questo pericolo che è necessaria la voce di un punto di vista esterno per rendersene conto, proprio perché le auto giustificazioni e le reti di ragionamenti e buoni sentimenti che la mente può intessere per il proprio uso e consumo possono diventare inattaccabili. Essi vogliono un’unica cosa: il mantenimento dello Status Quo. Continua a leggere “(Ir)realizzati e contenti”

Il Presente è arrivato

vivere-il-momento-presente– Toc toc.

– Chi è?

– Sono io, il Momento Presente.

– Sapevo che saresti arrivato, sei il benvenuto! Ho letto di te su alcuni libri…

– E prima di apprendere dai libri della mia esistenza non ti eri mai accorto di me?

– No, non ci avevo mai fatto caso.

– Beh, è già un inizio… Almeno sei sincero.

– Sono contento però di conoscerti! Sai a volte sono proprio in ansia per situazioni della vita e concentrarmi sul presente mi aiuta a diminuire lo stress.

– Ti lascio ai tuoi psicodrammi, torna pure a dormire. Buon sonno…

– No aspetta!!! Che ho detto di male?

– Non hai la minima idea di cosa tu sia veramente, ti accontenti di leggere su qualche libro di piccoli mezzucci e tecniche da cercatore della domenica, le tue reazioni si susseguono meccaniche in quello che tu chiami vita e che è solo uno stato di semiveglia permanente… Avevo intravisto la possibilità che tu potessi diventare qualcos’altro ma evidentemente mi sbagliavo.

– … chi sei tu per parlarmi in questo modo?…

– Tu chi credi che io sia? Continua a leggere “Il Presente è arrivato”

Homo Evolution?

SCINEP19Inutile negarlo. Anche quando ostentiamo un po’ di umiltà culturale, sotto sotto lo sappiamo di far parte della più elevata forma di civiltà mai raggiunta prima dall’essere umano.

Non c’è ambito in cui non eccelliamo: tecnologia, scienza, economia, filosofia, spiritualità. Siamo proprio fieri di appartenere a questa specie evoluta, e siamo dispiaciuti che non tutte le persone al mondo si siano ancora adeguate a questo bellissimo sogno realizzato.

Poi però, ogni tanto, appare qualche troglodita che se ne va in giro mezzo nudo e (soprattutto) senza un conto in banca, e con irriverente semplicità ci spara in faccia il suo punto di vista sulla nostra maestosa civiltà.

È questo il caso del capo Tuiavi di Tiavea delle isole Samoa che agli inizi del 1920 – quando i missionari e i coloni cercarono di fargli comprendere quanto fosse involuta e misera la sua cultura – prese per buone le loro parole ma decise di recarsi in Europa per osservare di persona tutta questa magnificenza.

Al termine del suo viaggio però, stilò un resoconto dettagliato al suo popolo su quello che aveva visto, su come il Papalagi (l’Uomo Bianco) trascorre la sua splendida esistenza. Qui di seguito ne riportiamo alcuni estratti:

Il Papalagi si preoccupa costantemente di ricoprire bene la sua carne. […] Una ragazza, per quanto bella, anche quanto la più bella delle vergini delle Samoa, ricopre il suo corpo, in modo che nessuno lo possa vedere o possa trarre piacere alla sua vista. La carne è peccato. […] Così dichiarano le sacre leggi morali dell’uomo bianco. […]
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Siamo solo concime (per il momento…)

ghianda_gurdjieff_associazione_per_ankhNel libro La mia fanciullezza con Gurdjieff, Fritz Peters condivide con il lettore i suoi ricordi più preziosi. Uno di questi è particolarmente interessante perchè mette il dito nel nervo scoperto della nostra cultura religiosa:

[Gurdjieff] mi chiese di guardare fuori dalla finestra e di dirgli quello che vedevo. Risposi che l’unica cosa che vedevo era una quercia. E cosa c’era su quella quercia?

Glielo dissi: “ghiande”.

“Quante ghiande?”

[…] Dissi che pensavo che ce ne fossero parecchie migliaia.

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In Lode dell’Asino

Giordano_BrunoO sant’asinità, sant’ignoranza,
santa stoltezza e pia devozione,
qual sola puoi far l’anime si buone
che umano ingegno e studio non l’avanza.
Non giunge faticosa vigilanza
d’arte qualunque sia o invenzione,
né dei sapienti contemplazione,
al ciel dove ti edifichi la stanza.
Che vi val (curiosi) lo studiare,
voler sapere quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura,
ma con man giunte e in ginocchio vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura
eccetto il frutto dell’eterna requie,
la qual ci dona Dio dopo le esequie.

Giordano Bruno

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L’imprevedibile forza dell’amicizia

Esiste una leggenda che narra di due amici vissuti durante la dinastia Han.

I due facevano parte di una casta elevata, il loro cuore era nobile. Erano cresciuti insieme, con temperamenti molto diversi. Una delle particolarità più belle della Cina antica è che facilmente si riusciva a rimanere in rapporto profondo anche con persone molto diverse da sé. Le differenze non erano solo accettate, ma addirittura ricercate strenuamente.

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Uno dei due aveva un temperamento mite, tranquillo, pacifico. Era dedito ad attività meditative e devozionali. Il secondo era uno studioso, una persona di carattere, forza morale, dedito ad una ricerca attiva della trascendenza.

I due per diverso tempo ricercarono un maestro che potesse insegnare loro ad utilizzare il magico Libro dei Mutamenti, l’I Ching , attraverso pratiche e studi a loro più affini, ma non ebbero successo.

Un giorno il primo dei due andò dall’altro e gli disse:

“Amico mio, ho saputo una cosa incredibile!”

L’altro lo incentivò a parlare. Continua a leggere “L’imprevedibile forza dell’amicizia”

A proposito dei veri Maestri

vero_maestroDalla lettura del secondo volume autobiografico di Omraam Mikhaël Aïvanhov – “Alla scuola del Maestro Peter Deunov” – emergono interessanti prospettive sulla figura di colui che potrebbe essere definito un vero Maestro spirituale.

Per tale ragione vi riportiamo qui di seguito alcuni pensieri dell’autore, da noi liberamente estrapolati e collegati:

In un essere di grande spiritualità, la cosa più sorprendente non è la perfezione dei tratti. Quali che siano i suoi tratti, la vera bellezza di quell’essere è nella sua luce, in tutto ciò che da lui emana. Anche quando il Maestro tace, tutto il suo essere parla; e quando lui parla, tutto il suo essere viene a sottolineare la sua parola. Egli è un libro vivente. I libri, una volta letti, vengono riposti su uno scaffale e dimenticati. I libri viventi invece non permettono che li si dimentichi, si impongono continuamente alla vostra memoria. Sono questi libri a farvi comprendere la differenza che esiste tra un sapere intellettuale e un sapere vivo.

Un’altra cosa che colpisce di un Maestro sono il ritmo, l’armonia che introduce con i gesti, la parola e l’atteggiamento. Un simile ritmo non lo si costruisce artificialmente, non appare per caso in un essere: è il risultato di una grande conoscenza delle leggi della vita. Un Maestro non abbandona mai il suo atteggiamento semplice e vero, non esce mai da quell’armonia, da quel ritmo meraviglioso che dà peso e significato a tutto quel che fa. Egli non è mai indifferente a quello che accade intorno a lui, ma mentre in alcune circostanze gli altri si preoccupano e si agitano, egli conserva sempre lo stesso ritmo. Continua a leggere “A proposito dei veri Maestri”

L’ateo devozionale

DevotionE chi lo dice che chi crede in Dio percorre indiscutibilmente un cammino spirituale?

Secondo un insegnamento chassidico perfino il comandamento più importante – credere in Dio – può essere realizzato attraverso la sua disobbedienza. In alcune circostanze la “trasgressione” della fede in Dio può rivelarsi infatti molto più costruttiva e… devozionale.

Spiegano i saggi che se una persona bisognosa chiede aiuto a qualcuno che crede in Dio, questi può fare uso di parole pietose come: “Abbi fede e abbandonati nelle mani di Dio”. Invece, colui che non crede deve agire come se non vi fosse più nessuno al mondo cui questa persona possa ricorrere e, pertanto, sente la responsabilità di aiutarla con tutte le sue forze.

Il fatto di non credere in Dio può produrre allora un effetto migliore di quello che si avrebbe nell’avere fede in Lui, dato che la vera devozione a Dio si manifesta nell’aiuto del prossimo. Quindi, colui che nella disobbedienza al comandamento si sente responsabile per il mondo che lo circonda, può essere in molte situazioni più devoto alla vita di colui che si reputa un fedele.

Guru Interiore in quattro facilissime mosse

guru_interioreL’odierno “mercato” spirituale offre numerose possibilità per, in un tempo sufficientemente breve, entrare in contatto con il Maestro Interiore, poter veicolare messaggi attraverso la scrittura automatica o perfino avere vere e proprie esperienze di channeling.

Fatta la premessa che, durante i passi compiuti in un percorso spirituale serio possano ad un certo punto manifestarsi esperienze di questo tipo che sono “a nostro avviso” transitorie e mai possono costituire il fine del cammino, restano da considerare numerosi problemi.

Ad inquadrare la problematica possono aiutarci le parole di Mariana Caplan:

il problema del giocare con le verità alte è che, ancora una volta, l’ego le adotta velocemente, le sfrutta ai propri fini, e le usa per giustificare ogni ulteriore illusione e distrazione, oltre che per manipolare gli altri. Questi truismi spirituali – in tutti i loro abiti colorati – vengono usati come giustificazioni per il comportamento inappropriato per evitare la responsabilità e per ingannarci e farci pensare che siamo più illuminati di quanto non lo siamo in realtà. Continua a leggere “Guru Interiore in quattro facilissime mosse”

10 Malattie Spiritualmente Trasmissibili – di Mariana Caplan

C’è una giungla là fuori e questo è vero per la vita spirituale non meno che per ogni altro aspetto della vita. Crediamo davvero che una persona, per il semplice fatto di aver fatto meditazione per cinque anni, o aver fatto 10 anni di pratiche yoga, sarà meno nevrotica di un’altra? Nel migliore dei casi sarà un pò più consapevole di esserlo. Giusto un pò.

È per questo che ho speso gli ultimi 15 anni della mia vita facendo ricerche e scrivendo libri sulla coltivazione del discernimento nel percorso spirituale. […]

Dopo aver conosciuto centinaia di insegnanti spirituali e migliaia di praticanti attraverso il mio lavoro e i viaggi, sono rimasta colpita dal modo in cui le nostre opinioni spirituali, esperienze e prospettive diventino similmente “infette” da “contaminanti concettuali” — del resto una relazione confusa e immatura con  principi spirituali complessi può risultare invisibile e insidiosa quanto una malattia sessualmente trasmissibile.

Le seguenti 10 classificazioni non si intendono come definitive ma sono offerte come uno strumento per rendersi consapevoli di alcune delle più comuni malattie spiritualmente trasmissibili:

Continua a leggere “10 Malattie Spiritualmente Trasmissibili – di Mariana Caplan”

Volemose bene, ma ciascuno a casa sua

testa_sotto_la_sabbiaFacendo seguito al precedente post di Le Fou, abbiamo riflettuto sulla nostra tipica tendenza di fraintendere certi insegnamenti, al punto tale da spingerci spesso verso direzioni palesemente opposte a quelle indicate.

Ci reputiamo seri cercatori sul Cammino? Bene, allora dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con quelli che potrebbero essere dei modus operandi piuttosto paradossali.

Prendiamo ad esempio il testo sacro più semplice e più vicino alla nostra cultura – il Vangelo – e proviamo a ripercorrere le più comuni interpretazioni di alcuni insegnamenti che spesso ci ritroviamo a portare avanti con solenne convinzione:

1. Attendi con fede, prima o poi qualcosa accadrà, la tua vita cambierà, la salvezza arriverà, l’illuminazione ti piomberà in testa. Non occorre che tu faccia nulla, che tu non metta in discussione nulla. La tua vita va benissimo così com’è.

Alla faccia di: Lascia tutto e seguimi. (Marco 10,21) Continua a leggere “Volemose bene, ma ciascuno a casa sua”

Acquisizioni ed ostacoli sul Cammino

La ViaCiascuno di noi ha un proprio cammino da compiere davanti a sè, che presenterà situazioni e caratteristiche uniche ed irripetibili. Ma vi sono alcuni principi fondamentali che possono essere individuati sullo sfondo di tutti i percorsi e le dottrine spirituali, e sono proprio tali aspetti che Isha Schwaller de Lubicz ha saputo magistralmente cogliere e schematizzare in acquisizioni ed ostacoli.

Qui di seguito abbiamo il piacere di pubblicarne una sintesi tratta dal libro “L’apertura del Cammino”:

Acquisizioni ed ostacoli sul Cammino

Obbedienza e libertà

Chi può dire di non essersi mai trovato faccia a faccia con uno dei più grandi dilemmi da affrontare per un serio e sincero cercatore: obbedire alla propria tradizione di riferimento (chiesa, scuola, ordine iniziatico, religione, ecc.) o tradirne il giuramento di fedeltà, sia esso esplicitato apertamente o comunque vissuto visceralmente?

Già, perché è fuor di dubbio che ciascuno di noi riconosce come una sorta di mediatrice divina quell’entità o organizzazione cui decide di affidare il proprio spirito. Inoltre, volontariamente o meno, i portavoce di ogni dottrina alimentano le idealizzazioni in merito all’autenticità del proprio ruolo. D’altronde, se così non fosse, un cammino definito spirituale perderebbe velocemente valore ai nostri occhi e non riuscirebbe più a spingerci oltre i limiti sedimentati ed abitudinari di noi stessi.

Ma ecco allora che presto o tardi la vita pone difronte ad una delle prove più difficili da affrontare, esattamente nell’attimo in cui da quella “voce” a cui abbiamo donato tutto il nostro consenso e la nostra gratitudine, proviene una richiesta o un messaggio in forte disaccordo con il nostro più profondo sentire. Continua a leggere “Obbedienza e libertà”

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